Internet, informazione, media. Sono i nuovi scenari regolamentari e geopolitici disegnati dalla rete i protagonisti del libro “Il diritto del web” (Wolters Kluwer, 2021, 22,60 euro) di Maurizio Mensi e Pietro Falletta, giunto alla terza edizione e aggiornato da approfondimenti sui temi più attuali. Il saggio ricostruisce il quadro giuridico illustrando come l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione abbia comportato la necessità di rivisitare e di ripensare continuamente, a fronte delle continue sfide e sollecitazioni tecnologiche, regole talvolta antiche.
Ricchezza e redistribuzione del potere
Il volume offre uno spaccato dell’attuale complessità che caratterizza il mondo online, trattando questioni che vanno dall’impatto del web sulla circolazione delle idee e delle notizie fino al tema della redistribuzione del potere e delle ricchezze che l’uso a fini economici di dati e metadati personali determina, passando per temi che spaziano dalla sicurezza cibernetica al cloud computing, dal delicato equilibrio tra regolazione e concorrenza alla tutela del diritto d’autore e dei dati personali.
Gli autori tracciano la storia di Internet e della sua regolamentazione, evidenziando come il core business dei Giganti del web sia da individuare nella raccolta sistematica dei dati, cui consegue la capacità di offrire agli utenti un mondo virtuale su misura, grazie al lavoro di profiling costante.
Privacy e net neutrality
L’obiettivo fondamentale oggi è quello di garantire un’elevata qualità del servizio in un contesto in cui le esigenze degli utenti crescono in proporzione all’aumento dei dati trasmessi e fornire la protezione necessaria in termini di neutralità, diritti di proprietà intellettuale e privacy. In particolare, gli autori si soffermano sulle varie sfaccettature della net neutrality, che viene inquadrata come principio di ampio respiro, al centro di un dibattito che, coinvolgendo stakeholder, istituzioni europee e internazionali, mette in relazione tecniche, strumenti e policy utilizzate per gestire il trasporto delle informazioni sulla rete.
Il conflitto fra Ott e Tlc
In tale contesto, la competizione tra i nuovi operatori che forniscono servizi e applicazioni over the top e i tradizionali incumbent del settore delle telecomunicazioni sta interessando tutti i principali aspetti dei media, tra cui le comunicazioni interpersonali, i media audiovisivi e l’editoria digitale. Infatti, nonostante gli operatori Ott siano profondamente diversi dalle aziende di telecomunicazioni, i due gruppi si trovano ad essere in concorrenza, poiché i servizi di un Ott possono essere sia complementari rispetto ai servizi di connettività offerti dalle società di telecomunicazione sia sostitutivi rispetto ad analoghi “servizi a valore aggiunto” forniti da queste ultime insieme alla connettività, quali la messaggistica e la posta elettronica, lo storage di dati o la stessa telefonia vocale.
Gli autori muovono da queste osservazioni per evidenziare come attraverso lo sviluppo di internet e dei social network si è aperta una nuova stagione che sta sempre più spostando il percorso dell’innovazione verso le trasformazioni che gli sviluppi della Rete stanno determinando nelle strutture della società civile e politica. E a nuove declinazioni dei diritti fondamentali, nel rapporto tra cittadini e governi, nella comunicazione politica, nel funzionamento degli apparati amministrativi: in una parola nelle strutture portanti delle democrazie moderne.
La trasformazione dei media
La conseguenza è il mutamento del sistema informativo che non è più monopolio dei media tradizionali. Dunque, occorre trovare strumenti capaci di contemperare la libera manifestazione del pensiero e l’esigenza di garantire una concorrenza dinamica basata sul merito. Il tema è caldo, come dimostrano i case study richiamati nel volume, attraverso un approccio comparatistico che ben evidenzia come l’Unione europea sia spesso all’avanguardia nella regolazione del Web.
La protezione dei diritti sul web
Particolare attenzione è dedicata alla tutela dei diritti sul web (e quindi ai temi della diffamazione, dell’hate speech, dei diritti d’autore, della tutale dei dati personali). Si pone, infine, l’interrogativo di fondo che attiene al rapporto tra Internet e la democrazia: gli sviluppi della Rete sono destinati a rafforzare l’esercizio delle pratiche democratiche e a favorire il passaggio dalle tradizionali forme di democrazia rappresentativa verso le forme più evolute di una democrazia partecipativa operante dal basso? O ad accentuare la crisi in atto delle istituzioni rappresentative e ad aprire la strada a modelli di governo autoritari fondati sul controllo e sulla manipolazione dall’alto dell’opinione pubblica?
Da qui le domande cui Mensi e Falletta si impegnano a dare risposta. Quali regole per il governo della Rete? Chi deve porre queste regole e chi ha il potere di farle rispettare? Come conciliare l’universalità di Internet con la sovranità declinante degli Stati nazionali? Come equilibrare la forza dei “giganti del silicio” con le libertà ed i diritti fondamentali del “popolo di internet” evitando, nell’uso della Rete, il perseguimento di obbiettivi nocivi o criminali?
Verso la nascita di un nuovo costituzionalismo
Vengono così affrontati i nodi cruciali che attengono al “nuovo diritto” che oggi sta nascendo intorno ai “nuovi media”: un diritto che impone innanzitutto la costruzione di un “nuovo costituzionalismo” – ancorché legato alle radici storiche del costituzionalismo europeo – dove il diritto di accesso alla Rete e la neutralità della stessa vengono a rappresentare gli assi portanti di una nuova dimensione della comunicazione che, in prospettiva, potrebbe condurre alla nascita, da molti auspicata, di un “Internet Bill of Rights”, cioè di una vera e propria costituzione di Internet di livello internazionale.
E ancora, gli autori analizzano il delicato equilibrio tra sicurezza dei dati e delle infrastrutture essenziali e regolamenzione del Web, ponendo l’accento sul fatto che quella che si sta giocando sulla tecnologia e le reti 5G è una partita dalle molteplici implicazioni, che ha preso le mosse da profili essenzialmente tecnici ed economici per assumere sempre più una dimensione di carattere politico e strategico. Attualissimo risulta quindi l’accenno all’approccio seguito dal Governo italiano attraverso l’estensione del “golden power” a tutela dell’infrastruttura di quinta generazione, con diritto di veto in capo alla presidenza del Consiglio se un operatore decide di avvalersi di tecnologie di soggetti extra-UE, nell’ottica di proteggere una tecnologia destinata a rivestire un ruolo essenziale sul piano socio-economico.