Associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo e al danneggiamento di sistemi informatici. È questa l’accusa per la quale è stato denunciato X, alias wArning, l’hacker di Anonymous che a un giornale online aveva rivelato la progettazione di un attentato a Firenze, che lo stesso X era riuscito a sventare o almeno così aveva sostenuto.
L’indagine della polizia postale, condotta dal Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) ed è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte, era scattata dopo che il presunto attacco sventato non aveva trovato alcun riscontro nelle analisi degli esperti di anti-terrorismo e nelle ricerche effettuate dalle forze dell’ordine.
La dissociazione di Anonymus dai comunicati e dai video effettuati dall’hacker avevano fatto sorgere più di un dubbio agli inquirenti, che hanno perquisito l’abitazione del 29enne sequestrando numeroso materiale informatico. Le indagini sono solo ad un punto iniziale, vista la volontà di scoprire se alla “bufala” abbiano concorso anche altre persone, spinte a millantare successi investigativi e falsi meriti in tema di lotta al terrorismo.
Dal giorno degli attentati di Parigi, Anonymous ha lanciato numerosi attacchi informatici contro i cyber-jihadisti. Riuscendo a bloccare oltre 5mila account social dell’Is. L’associazione ha anche lanciato iniziative curiose: prima l’inserimento di foto di Viagra e Prozac nei siti riconducibili al Califfato, poi chiedendo alla Rete di deridere sui social lo Stato Islamico.