Dopo i dubbi espressi da Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni, anche Silvia Costa, europarlamentare Pd, critica la scelta dell’Agcom di concedere una deroga a Disney sugli investimenti in Italia. “Un provvedimento che reca un danno economico e di immagine alla nostra produzione di animazione”: così l’eurodeputata giudica la recente decisione dell’Autorità Garante per le Comunicazioni di accordare alla Disney Italia la deroga al vincolo di investire in “opere europee di produttori indipendenti e opere cinematografiche di espressione originale italiana”.
Di fatto, la legge comunitaria obbliga la multinazionale – come tutte le emittenti tv – a investire il 10% dei ricavi in produzioni realizzati insieme a produttori indipendenti nazionali. Ma la Disney non voleva essere obbligata all’investimento e ha chiesto una deroga sostenendo l’impossibilità di trovare produzioni nostrane di sufficiente qualità per essere mandate in onda sui suoi canali. Agcom ha concesso la deroga.
Ma Costa non è d’accordo. “Secondo l’art. 44 del vigente Decreto Romani del 2010, delle deroghe possono essere concesse in caso di inadeguata quantità o qualità di opere idonee ad un canale tematico. Ma l’impossibilità di trovare produzioni di qualità sufficiente da trasmettere sui suoi canali addotta dalla Disney – afferma Silvia Costa – appare francamente infondata e mortifica il lavoro e la creatività di un settore che coinvolge 70 società e oltre 3mila addetti, per la gran parte giovani, caratterizzato da una qualità e una tradizione riconosciuta a livello internazionale, come dimostrato dal successo di molte produzioni e dai premi ottenuti”.
“Il fatto è – spiega la presidente Costa – che Disney Italia in questi anni ha disatteso l’obbligo comunitario, a differenza di quanto accaduto in altri Paesi Ue. In Francia, ad esempio, è stato realizzato un accordo di co-produzione della Disney Francia con produttori anche italiani per realizzare Calimero. Se non si promuovono azioni di questo tipo e non si investe nella produzione, è chiaro che poi si incontrano difficoltà nel trovare prodotti specifici, come ha richiamato recentemente anche il presidente Asifa Alfio Bastiancich”.
“Vero è che Agcom ha concesso una deroga temporanea, dal 2013 al 2015, adducendo la carenza di prodotto – nota Silvia Costa – ma se la Disney italiana avesse già da tempo investito in produzioni nazionali oggi non avremmo questo problema. Ricordo a questo proposito che secondo il Decreto 13/2010 investire significa co-produrre, pre-acquistare e acquistare dai produttori indipendenti: tutte modalità che avrebbero consentito di rispondere alle esigenze editoriali manifestate oggi”.
Sul piano legislativo, secondo Costa “è a questo punto necessaria una norma di secondo livello, più chiara e dettagliata, del decreto 13/2010, come il Mibact ha fatto per le quote in tv. Ma serve comunque una verifica degli effettivi investimenti in produzioni italiane della Disney e delle altre emittenti private operanti in Italia. Va ricordato che la previsione comunitaria – rimarca l’eurodeputata – è finalizzata non solo alla tutela della diversità culturale e linguistica ma anche a rafforzare l’industria creativa e audiovisiva europea nei diversi generi. Obiettivo confermato anche nel recente programma Europa Creativa”.
Dopo l’annuncio di Agcom, Antonello Giacomelli aveva definito “incomprensibile” – se confermata – la decisione dell’autorità. “Nel caso – aveva detto – non credo debba essere Disney a dare la pagella di qualità ai nostri prodotti di animazione. Con l’Authority intendo approfondire la questione, anche perché non so se altre deroghe siano state concesse in questi anni: forse ci sono regole che vanno cambiate”. Dopodiché l’Autorithy aveva replicato al sottosegretario alle Comunicazioni: “Valuteremo un eventuale aggiornamento del regolamento”.