Un voucher di 10 mila euro per le Pmi che investono in tecnologia e incentivi fiscali del 65% per un massimo di 20 mila euro a quelle che si dotano di banda ultra larga (da 30 Megabit in su). C’è anche questo nel decreto legge Destinazione Italia che il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente, Enrico Letta, ha approvato venerdì.
Sono misure a lungo richieste dal settore e su cui lavorava da mesi il Ministero dello Sviluppo economico. Ora si concretizzano in questo modo: per la “digitalizzazione delle pmi”, “si provvede a stanziare finanziamenti a fondo perduto mediante voucher dell’importo massimo di 10.000 euro”, si legge nella nota di palazzo Chigi. “La soglia di 10 mila euro è stata stabilita con la Commissione europea perché considerata discriminante per molti investimenti tecnologici”, spiega Roberto Sambuco, capo dipartimento comunicazioni dello Sviluppo economico. Al suo dipartimento si deve il testo andato nel decreto legge.
Secondo punto, “Detrazioni fiscali per interventi di connessione digitale”. “Si tratta di promuovere la diffusione dei servizi di connettività digitale mediante un’agevolazione per gli interventi volti ad assicurare una connessione digitale veloce per le PMI; la detrazione di imposta è del 65% per un massimo di 20.000 euro, per gli interventi di rete fissa o mobile che consentano l’utilizzo della connessione digitale. Tale agevolazione è data nei limiti consentiti dalla normativa europea di aiuti de minimis”.
Sambuco spiega al Corriere delle Comunicazioni che in particolare si tratta di incentivi per chi si dota di connessioni a banda ultra larga da almeno 30 megabit.”Entro 30 giorni il nostro ministero emanerà un decreto che definirà le modalità per l’accesso a questi incentivi fiscali, le quali certo passeranno dagli operatori a cui si rivolgeranno le aziende per le connessioni”.
Il decreto contiene anche altre misure che impattano sull’industria dell’innovazione. Per esempio il “visto startup”: “Per rispondere alla fuga dei cervelli rendendo più aperto il nostro sistema e facilitando l’attrazione di investitori, studenti, ricercatori e lavoratori altamente qualificati in Italia, si introducono importanti misure di agevolazione per i visti”, si legge nella nota. Era una misura attesa. GIà nel documento governativo Destinazione Italia di settembre (aveva questo nome prima che diventasse un decreto), si legge che “i visti sono una leva strategica per attrarre e trattenere talenti e innovazione e devono essere utilizzati come incentivo all’ingresso in particolare verso gli investitori, gli studenti, i ricercatori e, più in generale, i lavoratori altamente qualificati. Lo snellimento delle procedure di rilascio dei visti è prioritario, nel rispetto del Sistema Schengen, per rendere l’Italia un Paese che accoglie flussi di mobilità qualificata. Anche i visti turistici offrono un potenziale straordinario in termini di promozione e sviluppo di relazioni, con ampie ricadute economiche sui territori, potenziale che deve essere sviluppato attraverso un’offerta di servizi consolari adeguata a una domanda in forte aumento, anche in prospettiva EXPO 2015”.
Nel decreto, ci sono anche misure per risolvere le interferenze del digitale terrestre. “Si prevede, inoltre, che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni escluda dalla pianificazione delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre le frequenze riconosciute a livello internazionale ed utilizzate dai Paesi confinanti, pianificate ed assegnate ad operatori di rete televisivi in Italia ed oggetto di accertate situazioni interferenziali. Detta disposizione intende risolvere le numerose situazioni interferenziali nel settore televisivo con i Paesi confinanti. La liberalizzazione di tali frequenze dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2014, o si darà luogo a disattivazione coattiva. Si prevedono misure economiche compensative finalizzate al volontario rilascio dello spettro radioelettrico o per l’erogazione di indennizzi”.
C’è infine una misura che impatta solo indirettamente sul digitale e in senso negativo. “Per favorire una maggiore diffusione della lettura dei libri cartacei è riconosciuta una detrazione fiscale del 19% sulle spese sostenute nel corso dell’anno solare per l’acquisto di libri muniti di codice ISBN, per un importo massimo di € 2000, di cui € 1000 per i libri scolastici ed universitari ed € 1000 per tutte le altre pubblicazioni”.
Ne è seguita una polemica tra gli addetti ai lavori che contestano l’esclusione dei libri digitali (ebook): se ne lamentano, su Twitter, Stefano Quintarelli (Scelta Civica), Roberto Scano (Iwa), tra gli altri. Peraltro sono recenti e in senso opposto le dichiarazioni del ministro Zanonato che prometteva un taglio dell’Iva sugli ebook.