Viviamo nell’economia della conoscenza, dove tutto si muove a
grande velocità. Questa grande potenzialità è un elemento
pervasivo per innovare processi e prodotti che l’Italia
deve saper valorizzare e che ha nell’Ict un prezioso alleato.
L’Ict garantisce disponibilità, accessibilità,
flessibilità: una “specializzazione imbattibile” anche
per riaffermare il ruolo delle nostre Pmi nell’organizzare la
produzione, ricercare alternative innovative nella sinergia e
nello scambio con gli altri paesi. Puntare a questo tipo di
modello, dinamico, innovativo, specializzato, conduce ad uno
sviluppo che valorizza le risorse culturali e materiali
italiane, proteggendo le nostre eccellenze. L’impatto
dell’innovazione tecnologica all’interno delle PA e
l’avvento delle reti di nuova generazione vano ben al di là
del superamento del “digital divide” ed offre nuove
opportunità di investimento e di crescita del settore Ict
nazionale, contribuendo al recupero di competitività del Paese.
Inoltre, l’Italia, deve anche sapere coinvolgere in questa
sviluppo le nuove generazioni che sono i principali
utilizzatori di tecnologia.
Per sostenere il circolo virtuoso della innovazione nella PA a
livello “Paese” è necessaria una pianificazione strategica
che utilizzi l’Ict per conseguire efficacia nelle relazioni tra
pubbliche amministrazioni ed utenti, migliorando l’efficienza
della macchina amministrativa. La pubblica amministrazione deve
essere coinvolta in tutti i suoi livelli, centrale, regionale e
locale, attraverso una serie coordinata di azioni per
l’innovazione che individui i ruoli rispettivi dello Stato e
delle autonomie locali: il fronte dell’interoperabilità che
proprio l’Ict è in grado di accelerare.