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Di Silverio: “Accelerazione cloud”

La numero uno di Avanade: “L’IT basato sempre di più su un concetto allargato: i data center perdono confini e tramonta il paradigma della gestione completa e in house di servizi e piattaforme”

Pubblicato il 17 Giu 2013

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Dal core di Windows NT al cloud, dai laboratori Microsoft al ruolo di amministratore delegato di Avanade Italia. Anna Di Silverio guida oggi la filiale italiana di una della maggiori e più promettenti società di consulenza IT al mondo, nata dalla joint venture tra la società di Bill Gates e Accenture.

Davvero metteva le mani sul kernel dei primi sistemi operativi?

Certo. Mi sono laureata a Pisa in informatica e a quel tempo ero un tecnico. Quando qualcosa non funzionava modificavamo il cuore di Unix. Poi però sono passata all’ambiente Microsoft. Non era open, ma la semplicità e la potenza del sistema mi affascinò subito e seguii quella strada. Una via che mi portò proprio a lavorare in Microsoft.

Ci rimase molto?

Ben 15 anni. L’ho vista crescere nel periodo di massima espansione. Da sviluppatrice diventai responsabile di progetti e poi di grandi clienti, fino a guidare la divisione dei Servizi. E poi il salto, verso il mondo delle vendite e la guida di alcune divisioni interne. Furono anni di grande entusiasmo e soddisfazioni.

Cosa si è portata via da Microsoft?

L’approccio all’innovazione e la costante voglia di confrontarmi con il mondo, oltre a uno stile di lavoro aperto e amichevole, orientato al valore delle persone e alla competenza. Lo stile Microsoft mi ha condizionato molto.

Cioè?

La passione conta moltissimo. Incontrai alcune volte Steve Ballmer e Bill Gates. Ascoltavano sempre i loro collaboratori, le persone giovani e i tecnici. Chiedevano di parlare con chi aveva sviluppato le soluzioni. Alla visione d’insieme univano l’analisi di profondità sui particolari. È una caratteristica unica, dei grande leader. Quando vedi nascere un prodotto o un servizio devi amarlo e avere sempre voglia di guardare ancora più avanti.

Quali trend tecnologici vede nell’Ict?

Stiamo vivendo un periodo di vera trasformazione. Il cloud sta portando un’incredibile accelerazione: i data center perdono i propri confini e il paradigma della gestione completa e in house di servizi e piattaforme è tramontato. L’IT si basa sempre di più su un concetto più esteso. Sta poi cambiando l’approccio all’investimento. Dopo lunghi anni di riduzione dei costi, le imprese rimettono mano al portafoglio per riguadagnare forza ed essere vicini al proprio mercato, cercando di crescere e differenziarsi. Questo significa: maggiore attenzione per le abitudini dei clienti, nuovi strumenti per interpretare i loro comportamenti e reagire. Tradotto in soluzioni, vuol dire sistemi evoluti di Crm e digital marketing multipiattaforma e business intelligence estesa anche ai social network.

Ambiti che però Microsoft ha storicamente trascurato…

Oggi ha un prodotto di Crm molto valido, in continua evoluzione, che ha il vantaggio di essere integrato con Office e la mobility. Anche nella business intelligence ha fatto notevoli passi avanti con i sistemi di reportistica e analisi basati su Slq Server. Hanno due punti di forza: consentono soluzioni rapide e interfacce accattivanti.

Il vostro business come sta andando?

Cresciamo a due cifre. La scelta di puntare su Business Intelligence, soluzioni per Crm e cloud è vincente. Il modello Saas piace alle aziende.

Ma ha margini di redditività più alti?

Sposta i ricavi su ritorni annuali ricorrenti. È però un modello da perfezionare. Abbiamo però un vantaggio: la scala globale della nostra esperienza. Il supporto dei Paesi asiatici, per esempio, ci aiuta ad essere rapidi e proporre servizi con prezzi molto bassi, consentendo comunque di articolare livelli d’offerta più sofisticati.

Un resempio di recente caso di successo?

Un’impresa italiana di livello internazionale ci ha affidato la raccolta e gestione di tutti i dati relativi a canali di vendita, social network e negozi tradizionali per misurare campagne promozionali, nuovi prezzi e servizi su scala globale. In tempi rapidissimi abbiamo fornito strumenti in modalità Saas per incrociare i dati e analizzarli. Il cliente oggi prende decisioni in tempo reale per perfezionare le proprie campagne e fare valutazioni predittive sui comportamenti di consumo. Avanade ha fornito le tecnologie Microsoft e il know-how di Accenture sui giusti data model e e le dinamiche specifiche del mercato.

Dal vostro osservatorio globale, come vede l’Italia?

Sta vivendo una situazione molto difficile, ma non così diversa da altri Paesi. In Italia noto, però, una maggiore tendenza al pessimismo. La dimensione delle imprese gioca un ruolo chiave: altrove, per esempio in Germania e UK, riescono a distribuire globalmente gli effetti depressivi, compensando con i mercati migliori le perdite maturate in quelli più in crisi.

Da noi anche Fiat sta facendo così…

Sì, ma di Fiat ce n’è una sola. Tutte le nostre imprese dovrebbero adottare un approccio globale, abbattere le barriere e guardare fuori, senza timore. Bisogna investire sui giovani, fare in modo che facciano esperienze all’estero e tornino portando cultura nuova e best practice.

Esiste una sensibilità femminile nel guidare un’impresa?

I manager donna hanno un’intelligenza più emotiva. Riescono a trasferire maggiori elementi psicologici ed emozioni in ciò che fanno e comunicano. Questo si sposa bene nelle relazioni umane e con i clienti, perché permette d’intercettare messaggi e bisogni profondi. Oltre ad essere un buon punto di partenza per cercare soluzioni belle, accattivanti e piacevoli anche nel software o là dove sembra sia prevalente l’aspetto razionale. Personalmente aggiungerei un elemento femminile un po’ in tutto quanto riguarda la tecnologia. Non è un caso che in Avanade il gruppo di esperti che si occupa di user experience e disegno d’interfacce sia guidato da una donna e composto in prevalenza di figure femminili.

È stato difficile come donna fare carriera?

Non mi sono mai posta il problema. Sono cresciuta in un ambiente maschile, trovando sempre grande apertura e rispetto per le competenze. A livello individuale è importante comunque non limitarsi, puntare su contenuti, preparazione e una comunicazione aperta.

Quali sono i social network che preferisce?

Mi piacciono Facebook e WhatsApp e postare foto per stare vicino a chi conosco e ai colleghi.

Tempo libero ne ha?

Poco. Adoro sciare e sono appassionata di tutte le app che misurano Km, velocità e prestazioni. Niente di competitivo, però, è soltanto per il piacere di stare in forma. Vado molto al cinema e mi piace ogni genere.

Ci consiglia un titolo, magari per migliorarci nel lavoro?

Vi suggerisco “Il lato positivo”, un film sulla diversità. Racconta come superare le difficoltà trovando il coraggio di mettersi in gioco e reinventarsi, adottando un approccio istintivo e fidandosi dalle giuste persone. Inutile dirvi che per il protagonista il supporto femminile è risultata la carta vincente.

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