Social e fake news non fanno più paura. Solo un genitore su 10 si preoccupa per il tempo trascorso dai propri figli su Facebook e affini e appena l’8% teme la diffusione di informazioni inattendibili. Per mamme e papà il vero pericolo è rappresentato dalla possibilità di accedere a contenuti inadeguati (43%). L’incontro con “malintenzionati” terrorizza 4 genitori su 10.
È la fotografia scattata dall’Osservatorio MyEdu sulla didattica digitale. L’’indagine annuale condotta da Fme education coinvolge un campione di 9 mila genitori di studenti delle scuole dell’obbligo, ascoltati nel corso dell’anno scolastico, da settembre a giugno. La sicurezza in rete resta il tema più caldo, soprattutto di fronte a utenti minorenni. Non stupisce quindi che il 72% dei genitori accompagni i figli nella navigazione.
Nonostante le precauzioni, quasi la metà dei ragazzi in età scolare (47%) accede al web in autonomia per guardare video, cartoni animati e giocare online. La propensione a lasciare usare Internet ai propri figli senza supervisione è proporzionale all’età. Si passa dal 23% al primo anno della primaria all’84% al terzo anno della secondaria di primo grado.
Sempre più spesso sono proprio i genitori a scegliere il web per affiancare i figli in attività formative. Se la metà vi dedica solo tre giorni al mese, il 4% dichiara di svolgere attività didattiche online con i propri figli addirittura tutti i giorni, il 33% più volte alla settimana. Non solo calcoli e tabelline: papà e mamma chiedono aiuto alla tecnologia soprattutto per l’inglese. La lingua straniera sorpassa la matematica tra le materie che richiedono l’intervento del web. Ben 4 genitori su 10 ritengono che i propri figli abbiano bisogno di maggior supporto nello studio di questa disciplina, la matematica è seconda con il 29% delle richieste e l’italiano sale sul terzo gradino del podio con il 27%.
In fondo, gli adulti per primi sono ormai iperconnessi: il 75% dei genitori è always on. Resiste, però, ancora uno zoccolo duro che accede a Internet solo qualche giorno al mese: sono 5 su 100. Per star dietro ai ragazzi nello studio, la maggior parte sente il bisogno di un portale online con attività interattive e video lezioni (34%). C’è chi preferisce app didattiche (25%), chi un ambiente chiuso e protetto in cui navigare in sicurezza (21%), chi ancora un sistema per monitorare le attività svolte e i traguardi raggiunti (14%). Molto più bassi i voti per l’educatore di supporto, che guadagna solo il 6% delle preferenze.