SCENARI

Video advertising, Facebook al debutto: guanto di sfida a Google

Il social si appresta a visualizzare gli spot nei filmati che viaggiano sulla piattaforma, con un modello diverso da quello di Youtube. Il mercato toccherà quota 45 miliardi di dollari nel 2021: salvo sorprese sarà una sfida a due tra la creatura di Zuckerberg e Big G

Pubblicato il 11 Gen 2017

Andrea Frollà

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Facebook affila le armi contro Google nella guerra per il predominio del digital advertising, puntando a fare cassa con i video. L’inserimento di annunci pubblicitari nelle clip ospitate sul social network creato da Mark Zuckerberg è una mossa che molti osservatori attendono da tempo e rispetto alla quale Facebook ha però sempre preferito temporeggiare. Erano attese novità in questo senso dopo il lancio delle dirette streaming sul social, che avrebbero potuto costituire un test interessante per capire il potenziale economico del video advertising sulla piattaforma social più popolata del pianeta. Ma anche allora il management ha preferito prendere tempo. I vertici di Menlo Park si sono però finalmente decisi a fare il grande passo e, secondo le indiscrezioni riportate dal portale americano Re/Code, Facebook sta per iniziare a mostrare inserzioni nel mezzo dei filmati guardati sulla sua piattaforma. La sfida a Big G e in particolare alla sua “figlia” Youtube partirà a breve.

Il modello revenue sharing di Facebook – Il gigante social punterà, spiega Re/Code, su una condivisione delle entrate pubblicitarie fra piattaforma ed editori. A differenza di YouTube, che mostra la reclame all’inizio di un video, Facebook sarebbe intenzionata a far comparire lo spot almeno 20 secondi dopo l’avvio della riproduzione e all’interno di video abbastanza lunghi, di almeno un minuto e mezzo. La lunghezza massima dello spot prevista da Facebook sarebbe di 15 secondi e la scelta è indirizzata ad evitare l’abbandono da spot, ossia l’uscita degli utenti dalla visione alle prime battute del filmato che non amano le interruzioni. Al pari di YouTube, invece, la compagnia darebbe il 55% degli introiti pubblicitari agli editori.

Utenti e mobile, gli assi nella manica di Zuckerberg – Il fondatore di Facebook punta con questo business model a far fruttare alcuni degli asset strategici della compagnia. Innanzitutto, la platea sterminata di utenti attivi ogni mese arrivata a quota 1,71 miliardi. In seconda battuta, il miliardo di iscritti che ogni giorno si collegano da mobile, ossia da quello che è considerato un driver determinante del mondo digital video. Secondo i dati forniti dal social a inizio 2016, inoltre, su Facebook vengono visti 100 milioni di ore video al giorno. E qualsiasi utente avrà notato quanto, rispetto a qualche anno fa, sia aumentata la quota di filmati visualizzati sulle newsfeed.

Insomma, la componente video sta acquisendo un peso sempre maggiore nella galassia Facebook: l’obiettivo di Zuckerberg è renderla una nuova fonte di ricavi. Ma, avverte Bloomberg, gli utenti potrebbero anche non gradire questa novità che “rischia di rompere il modello perfetto di business” della creatura nata nel 2004 in una stanza dell’Università di Harvard.

Digital advertising e video, affare da grandi – Il fatto che Facebook si sia decisa ad aggredire con decisione il mercato del video advertising non stupisce affatto, specialmente se si dà un’occhiata ai numeri di questo segmento della pubblicità online. Secondo l’ultimo report elaborato da Statista, parliamo infatti di un comparto che ha chiuso il 2016 con 21 miliardi di dollari in ricavi, pari al 10,5% di tutto l’advertising 2.0. Attualmente la regione che divora più video online con spot è quella degli Stati Uniti (9,5 miliardi), seguiti da Cina (4,7) ed Europa (3,4).

Il predominio a stelle e strisce, spiega il curatore del rapporto Sebastian Buss, si spiega sottolineando che “i player leader come Youtube sono basati lì e negli Usa sviluppano e lanciano le proprie innovazioni”. Di tutti i segmenti che compongono l’universo della pubblicità online, il video sarà nei prossimi anni la lepre del gruppo. Crescerà ad un tasso medio annuale del 17% da qui al 2021, toccando i 45 miliardi di giro d’affari tra 5 anni (il 64% generato da mobile) e arrivando a valere il 17% di tutto il settore. Quest’ultimo, salendo del 10,9% ogni anno, toccherà i 332 miliardi nel 2021.

Sebastien Buss, analista di Statista

Dal 5G alla realtà virtuale: lo sprint sarà hi-tech – “Il vero driver del video advertising sarà la tecnologia – prevede l’analista di Statista -. Le connessioni 5G saranno 100 volte più veloci di quanto sono oggi. Lo sviluppo hi-tech abiliterà nuovi formati, come il live broadcasting e i video a 360° o di realtà virtuale, che renderanno l’ecosistema dell’advertising digitale più attrattivo”.

Il futuro del settore? Dopo l’avvento del web e il boom dei social media, spiega Buss, “si sta andando verso la personalizzazione del contenuto”. E per quel che riguarda i player in gioco, difficile ipotizzare che il duopolio Google-Facebook, che domina già oggi il 75% del mercato pubblicitario online, possa lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione di fare dei video una miniera d’oro.

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