Il peso crescente delle considerazioni politiche nella strategia dell’Ue mette a rischio gli obiettivi del Decennio digitale e la piena realizzazione del Mercato unico europeo. Ma senza una piena integrazione dei mercati e un libero scambio di persone, merci e capitali l’Europa vedrà allargarsi il divario su innovazione e competitività rispetto a Stati Uniti e Cina. È quanto si legge nella dichiarazione congiunta di 30 associazioni d’impresa europee, tra cui Etno e Gsma: “Nell’ultimo decennio, facilitare l’attività commerciale transfrontaliera tra gli Stati membri non è stato al centro delle azioni dei responsabili politici”.
“La Commissione e gli Stati membri hanno concentrato la loro attenzione sulla mappatura delle dipendenze strategiche, sull’anticipazione delle vulnerabilità, sul rafforzamento dell’autonomia e sulla riduzione dei rischi, scrivono le associazioni”. Si tratta di esigenze condivise, ma per il mondo imprenditoriale è necessario trovare anche spazio per le iniziative che promuovono gli scambi all’interno dell’Ue. “Nella Commissione e negli Stati membri dell’Ue c’è un impegno politico insufficiente e una ridotta capacità amministrativa per realizzare progressi significativi”, si legge nel joint statement. “Galvanizzare il sostegno a un approccio strutturale dovrebbe essere l’obiettivo principale del Rapporto ad alto livello di Enrico Letta sul futuro del Mercato unico e del Rapporto di Mario Draghi sulla competitività dell’Ue”.
I firmatari lanciano un appello ai decisori politici affinché aggiustino il tiro e offrono le loro raccomandazioni su come rimuovere le barriere al commercio transfrontaliero e migliorare il clima imprenditoriale per incentivare investimenti e innovazione. Secondo le associazioni, eliminare gli ostacoli agli scambi di beni, capitali e dati aggiungerebbe 2,8 trilioni di euro di valore ai programmi per il decennio digitale, più di NextGenerationEU (Recovery and resilience facility).
Single market a metà, competitività a rischio
“L’applicazione sistematica ed efficace delle regole del Mercato unico e l’armonizzazione completa del quadro normativo in settori chiave come ambiente, energia, digitale e telecomunicazioni, sicurezza, salute, banche e capitali in tutta l’Ue sono state trascurate”, si legge nel documento.
“Gli ostacoli segnalati dalla comunità imprenditoriale – comprese le start-up e le pmi – rimangono irrisolti, senza una procedura o una struttura di governance chiara per rimuoverli. Di conseguenza, il contesto normativo sempre più complesso e frammentato ha reso meno attraente per tutte le aziende investire e crescere rapidamente nell’Ue. Non sorprende che ciò abbia portato a minori investimenti diretti esteri, una crescita più lenta e meno spazio fiscale per i governi, aggravando la crisi del costo della vita. Un Mercato unico ben funzionante è indispensabile per incentivare maggiori investimenti e innovazione in Europa, finanziare la sicurezza sociale, sostenere un’istruzione di qualità e adottare ulteriori misure per il clima”.
Il Mercato unico per la transizione digitale e green
“Supponiamo che l’Europa non mantenga un Mercato unico che garantisca la libera circolazione di persone, beni, servizi, capitali e dati? In questo scenario, la competitività del nostro continente continuerà a erodersi e rimarremo indietro nelle transizioni verde e digitale”, si legge nel documento, col rischio di perdita di posti di lavoro e capacità di attrarre i talenti, mentre il progresso tecnologico accelera al di fuori dell’Europa. In definitiva, invece di raggiungere una maggiore autonomia strategica, l’Ue aumenterà la sua dipendenza da paesi terzi in tutti i settori in cui non riesce a competere.
“In questo quadro è fondamentale potenziare l’attrattività e la competitività dei mercati dei capitali europei”, prosegue lo statement. “Il Mercato unico genera valore reale per i cittadini e gli imprenditori. È il motore della nostra economia di mercato sociale, del modello di welfare e delle doppie transizioni. Il progetto europeo è arrivato a un altro momento Delors: dare nuovo slancio all’integrazione più profonda tra gli Stati membri dell’Ue dovrebbe essere il leitmotiv dell’ambizione politica dell’UE da qui al 2030”, scrivono ancora i firmatari”
Le raccomandazioni
Queste le raccomandazioni per i decisori politici dell’Ue:
1. Rinnovare la dinamica dell’integrazione europea approfondendo il Mercato unico dell’Ue per potenziare la competitività europea, migliorare gli standard di vita e aumentare il reddito dei cittadini.
2. Formulare un obiettivo al 2030 e intraprendere un programma ambizioso per superare la frammentazione in tutti i settori, dall’ambiente all’energia, al digitale, alla connettività, alla sicurezza, alla salute, alle banche e capitali.
3. Rimuovere tutte le barriere commerciali transfrontaliere nel Mercato unico e rafforzare i principi di libera circolazione. Ciò aggiungerebbe 2,8 trilioni di euro di valore ai programmi per il decennio, più di NextGenerationEU (Recovery and resilience facility).
4. Adottare un approccio olistico alla competitività. La Commissione europea dovrebbe sottoporre a vaglio le norme dell’Ue per ridurre i requisiti di reporting inutili, le incertezze sull’applicazione, gli oneri amministrativi e i costi di conformità. Ciò significa potenziare radicalmente l’agenda Better Regulation. La Commissione dovrebbe anche espandere ulteriormente e seguire i Kpi che misurano l’integrazione del Mercato unico.
5. Snellire le attività nelle amministrazioni pubbliche per approfondire e far rispettare meglio il Mercato unico. Entro quest’anno, la nuova Commissione europea dovrebbe potenziare il mandato della DG Grow o creare una Direzione generale separata per l’integrazione del mercato (DG Mint) per intensificare la collaborazione tra le DG e con le autorità degli Stati membri dell’Ue.
6. Interagire più frequentemente con la comunità imprenditoriale. Le autorità europee e nazionali che gestiscono il Mercato unico dovrebbero consultare e cooperare proattivamente con le aziende e la Task force di applicazione del mercato unico (Smet) dovrebbe chiedere ai rappresentanti delle imprese il loro input e renderli partecipi delle sue riunioni. Dovrebbe essere aumentate le risorse per lo Smot (Single market obstacles) e per i Rapporti annuali sul mercato unico.
Lise Fuhr, Direttore generale di Etno, afferma: “Gli operatori di telecomunicazioni sostengono un Mercato unico dell’Ue più forte. La leadership nell’ecosistema della connettività richiede scala, maggiori investimenti e minori barriere normative”.