LA DENUNCIA

Digital economy, allarme Confcommercio: “Pmi ai margini dell’innovazione”

Il presidente del giovani imprenditori Alessandro Micheli: “L’avvento del digitale è un passaggio epocale, ma non basta avere accesso alla rete per comprenderne rischi e opportunità”. Sulla Sharing economy: “Il governo regoli il settore e condivida le scelte”

Pubblicato il 09 Nov 2016

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L’avvento del digitale per le nostre aziende è stato un passaggio epocale, però le piccole e medie imprese continuano a rimanere ai margini dell’evoluzione digitale“. Lo afferma Alessandro Micheli, presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio, aprendo i lavori della nona edizione del Forum “Evoluzioni – L’impatto digitale sull’economia reale”.

“Chi ha governato in questi anni – prosegue riferendosi alla carenza di investimenti strategici e all’aumento del debito pubblico – ha fatto troppo spesso poco e male. Siamo a un bivio, e dobbiamo scegliere se andare via, come hanno fatto già troppi giovani, oppure se provare a sollevare e a far ripartire la nostra economia”.

Micheli analizza anche la situazione che riguarda il versante opposto della filiera, quello degli utenti: “Anche per i consumatori la situazione è complessa, sono oltre 20 milioni gli italiani che ancora non usano internet – afferma – Manca una diffusa cultura digitale sia dei cittadini che delle imprese. Non basta avere accesso alla rete per comprenderne rischi e opportunità“.

Infine un riferimento alla sharing economy: “Non va considerata come nemico da combattere – sottolinea – ma è un fenomeno da regolare. Non si può avere un mercato a due velocità che vincola gli operatori tradizionali e consente a quelli nuovi di muoversi liberamente senza vincoli e regole. Bisogna ripensare il mercato del lavoro perché sharing economy non può voler dire scomparsa di tutele per il lavoratore e di obblighi per il datore di lavoro”. “Al Governo che è al lavoro su una normativa per il settore – conclude – chiediamo di incontrare le parti per condividere le scelte. Chiediamo stesso mercato e stesse regole, nessuna protezione, nessuna difesa del fortino, ma norme per una competizione onesta e leale”.

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