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Digital economy, la chiave sta nella strategia “fast follower”. Riflettori sull’intelligenza artificiale

È l’innovazione in grado di modificare radicalmente lo scenario: può rivoluzionare l’uso e i servizi dei dispositivi di consumo, ridurre l’Opex delle operazioni di rete e del cloud. E può fornire risposte sull’avvento del 6G

Pubblicato il 11 Set 2020

Walter Weigel

Director of Technology Planning & Cooperation Department of the European Research Institute, Huawei Technologies

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Quando Huawei ha intrapreso la sua attività come piccola azienda nel 1987, la posizione della tecnologia non era così importante come oggi. Inizialmente, i prodotti dovevano essere competitivi, nel senso che le proprietà tecnologiche dovevano essere al livello degli altri prodotti della concorrenza. Per raggiungere questo obiettivo, la migliore strategia tecnologica è la cosiddetta strategia “fast follower“. Si tratta di una strategia orientata al numero uno e al numero due del mercato, nonché alla valutazione delle proprietà dei relativi prodotti.

Huawei e la strategia tecnologica

L’indizio in questa strategia di fast follower è che si è in grado di trovare una soluzione competitiva subito dopo l’ingresso sul mercato del numero uno o due. Se si è troppo lenti, si perde l’opportunità di mercato. D’altra parte, però, è possibile concentrarsi dal punto di vista della R&S sulla ricerca applicata e dello sviluppo dei prodotti. In tal caso non è necessario investire nella ricerca di base o addirittura fondamentale. Concentrarsi su una ricerca più fondamentale, come necessario per l’orizzonte 3 (si veda figura a seguire) e il suo investimento viene fatto principalmente dal numero uno e due nel mercato.

Indicazioni per la ricerca

Traendo spunto dalle nostre principali attività, consumatori, reti di comunicazione e IT, dobbiamo chiederci quali tecnologie svolgeranno un ruolo fondamentale nei prossimi 5-15 anni. La ricerca a breve termine dovremmo farla noi stessi, mentre la ricerca a medio termine dovrebbe essere fatta in collaborazione con i partner e la ricerca a più lungo termine dovrebbe essere esternalizzata ai nostri partner.

Cercando all’orizzonte anche le potenziali tecnologie dirompenti possiamo raggruppare tre domande fondamentali:

  • Cosa occorre ricercare per un futuro sistema di comunicazione?
Gli operatori di telecomunicazioni si trovano da anni ad affrontare la sfida di un calo dei ricavi per utente, mentre gli investimenti nelle nuove reti sono in aumento. Una direzione nella ricerca è quella di ridurre significativamente i costi di gestione delle reti utilizzando tecnologie di Intelligenza Artificiale. Un altro approccio consiste nel ridurre il consumo di energia elettrica per abbassare i costi delle bollette elettriche.

  • Cosa occorre esaminare considerando che la legge di Moore sta andando in fase di saturazione e che la classica architettura von-Neumann non è più adatta a molti casi d’uso, soprattutto nell’IA?
Per le Cpu tradizionali, la frequenza di clock e la densità di potenza aumentano nel tempo, ma il nostro cervello ci permette con 1011 neuroni di avere una potenza di calcolo paragonabile a 100 GFLOPS con un consumo di soli 20 W. Per cui, si evince che è possibile migliorare

  • Che cosa occorre esaminare per una potenziale “era post smartphone”?

La figura a seguire mostra uno scenario in cui il cellulare viene sostituito principalmente da occhiali intelligenti che consentono di tenere le mani libere e di utilizzare applicazioni di realtà virtuale. Gli apparecchi acustici fungono da interfaccia per i servizi e possono anche tradurre lingue parlate. Le persone che preferiscono ancora i cellulari possono usare dispositivi flessibili e pieghevoli che sono molto comodi, mentre i mini-droni possono fare selfie del proprietario dall’alto.

Questo scenario relativamente semplice richiede numerose nuove tecnologie molto avanzate nel campo dei materiali, dell’ottica, dei display, delle batterie e dei sensori, per citarne solo alcune.

Tuttavia, alla base di questo scenario c’è una tecnologia orizzontale che sarà un elemento chiave per il consumatore, per le future reti di comunicazione e per il funzionamento del cloud, ma che ha anche collegamenti diretti con il “reboot computing”, ovvero l’Intelligenza Artificiale. Questo può rivoluzionare l’uso e i servizi dei dispositivi di consumo, ridurre l’Opex delle operazioni di rete e del cloud, ma può anche fornire risposte su alcune domande di base sul 6G, ad esempio l’IA per la stima del collegamento radio, per costruire nuovi encoder o migliorare la localizzazione. Per questo motivo dobbiamo considerare l’IA come una vera e propria tecnologia abilitante chiave che richiede la massima attenzione.

Conclusioni

Supponendo che avremo bisogno di partner di ricerca eccellenti per padroneggiare questa tecnologia abilitante fondamentale, si può vedere dalla figura a seguire che negli ultimi 20 anni l’Europa ha registrato più pubblicazioni sull’IA di qualsiasi altra regione del mondo. Una delle ragioni è che l’Europa ha iniziato molto presto con la ricerca sull’IA (più di 40 anni fa), l’altra, invece, è che l’Europa sta adottando un approccio olistico che coinvolge anche le scienze SSH non tecniche. L’Europa è quindi una fonte unica di ricercatori all’avanguardia nel settore dell’IA con cui collaborare e partecipare a questo eccellente ecosistema di ricerca.

In una visione più generale, l’analisi delle principali tendenze tecnologiche di acatech in Germania (la figura a seguire illustra i cambiamenti di tendenza tra il 2018 e il 2017) mostra quali direzioni prevedono i migliori ricercatori europei. Molti di essi, come “IA nei prodotti e nei sistemi di produzione”, “E-health e big data in Medicina”, “Sicurezza e resilienza nei sistemi intelligenti in rete”, “Tecnologia quantistica” e “Guida automatica e autonoma” sono legati alle tecnologie informatiche e di comunicazione.

Guardando più in là nel futuro, la figura a seguire fornisce le “10 tendenze nella creazione dell’era digitale” da una prospettiva europea. A essere in linea con il pensiero sopra delineato è ad esempio il passaggio da un’innovazione incrementale a un’innovazione dirompente, quindi una ricerca a lungo termine, dall’importanza dei brevetti all’importanza dei dati, o la tendenza dalla standardizzazione alla personalizzazione (che non significa ‘standard di comunicazione’) e il passaggio dalle start-up all’aumento in scala di nuove imprese.

Non da ultimo, la Commissione Europea sta attualmente istituendo il nuovo programma quadro denominato Horizon Europe, con un finanziamento di circa 80 miliardi di euro, a partire dal 2021. Come azienda, noi di Huawei siamo idealmente posizionati con la nostra ricerca tecnologica per essere uno dei principali contributori a sostenere come “cittadino europeo” soprattutto l’agenda digitale e il green deal.

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