La presidente del Consiglio Giorgia Meloni porterà in Consiglio Ue i temi del Fondo per la sovranità, degli investimenti digitali e green e dell’indipendenza strategica dell’Europa da supply chain poco sicure. Lo ha dichiarato la premier nelle comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio dell’Unione europea del 29 e 30 giugno.
Meloni ha indicato che la piattaforma europea Step per le tecnologie strategiche è un “importante punto di partenza per il negoziato a cui l’Italia intende contribuire per un accordo in tempi rapidi”, e “un primo passo” per arrivare a “un Fondo europeo per la sovranità, strumento fondamentale per dare risorse adeguate alle sfide come la transizione green e digitale, difesa e salute – sfide che ci impegneranno per almeno tre decenni”.
Il Fondo sovrano è fondamentale per digitale e green
“È sotto gli occhi di tutti come, senza finanziamenti europei, si rischi di aumentare le disparità favorendo alcuni Paesi a discapito di altri”, ha affermato la premier. “La proposta della Commissione è un importante punto di partenza, serve un accordo per arrivare a un Fondo europeo per la sovranità”.
Con Step, ha proseguito Meloni, la Commissione Ue ha presentato una “piattaforma per le tecnologie strategiche con un portale di sovranità, che non solo ha come obiettivo semplificare”, ma anche di garantire “flessibilità nell’uso dei fondi europei”.
L’annuncio di Step è arrivato nei giorni scorsi con la nuova comunicazione della Commissione europea sulla strategia per la sicurezza economica. Lo sviluppo hitech è chiamato a dare sostegno alle iniziative dell’Ue per la sovranità tecnologica e la sicurezza delle sue supply chain, e lo farà anche attraverso questa nuova piattaforma dedicata alle tecnologie critiche.
La piattaforma Step per le tecnologie critiche
Lo Step consentirà di indirizzare i finanziamenti esistenti verso settori tecnologici che sono cruciali per la leadership dell’Europa, contribuendo così a condizioni di parità per gli investimenti in tutto il mercato unico. Complessivamente, l’importo totale stimato dei nuovi investimenti attraverso Step potrebbe raggiungere i 160 miliardi di euro.
La strategia propone di effettuare una valutazione approfondita dei rischi per la sicurezza economica in quattro settori: le catene di approvvigionamento, compresa la sicurezza energetica; la cybersecurity e la sicurezza fisica delle infrastrutture critiche; la tutela della tecnologia e la perdita di tecnologia; e il rischio di coercizione economica o di sfruttamento a scopi politici delle dipendenze economiche.
Tra le iniziative previste ci sono la definizione di un elenco di tecnologie fondamentali per la sicurezza economica e la valutazione dei loro rischi al fine di elaborare adeguate misure di mitigazione; lo studio di misure adeguate a sostenere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie a duplice uso; lo screening degli investimenti diretti dall’estero; e l’uso di strumenti quali la cassetta degli attrezzi per la manipolazione e l’interferenza delle informazioni straniere (Fimi).
L’Ue verso supply chain più autosufficienti
Il Consiglio dell’Ue si occuperà anche di sicurezza economica e della necessità di un “maggiore controllo e difesa delle catene produttive e della propria autosufficienza, che qualcuno avrebbe bollato come un approccio autarchico, ma che in realtà è un approccio realistico di chi crede che la Ue debba proteggere le proprie catene e non essere esposta a dipendenze che rischiano di essere pericolose”, ha indicato ancora Meloni.
“C’è poi il tema della governance economica, che per il governo italiano deve avere come principale obiettivo il sostegno alla crescita perché senza sostegno alla crescita non si può neanche garantire stabilità”, ha proseguito la premier. “La riforma deve garantire la protezione degli investimenti nei settori strategici, in particolare transizione verde, transizione digitale e difesa, e deve prevedere procedure semplificate e veloci per le nostre imprese”.
Meloni ha detto che “L’intenso lavoro diplomatico che stiamo svolgendo con i partner è volto soprattutto a superare vecchie contrapposizioni e a porre fine una volta per tutte alla stagione dell’austerità pur senza venire meno a quella disciplina di bilancio sulla quale il governo italiano ha dimostrato serietà fin dalla manovra finanziaria con buona pace dei gufi che preconizzavano catastrofi di ogni sorta”.
Le relazioni con la Cina: ridurre il rischio
Al Consiglio europeo è prevista una discussione sulla Cina e il futuro delle relazioni con Pechino. Giorgi Meloni ha detto che “Dobbiamo pragmaticamente prendere atto oggi che quella cinese e quella europea sono economie per molti aspetti interdipendenti. Il rapporto economico dovrebbe evolvere verso standard e regole comuni. In questo contesto, se da un lato il disaccoppiamento non è una ipotesi percorribile, dall’altro lo è ridurre il rischio. Sostenere con forza la competitività del nostro sistema produttivo per non cadere in nuovi deleteri legami di dipendenza”.
Sul piano geopolitico la Cina è diventata interlocutore imprescindibile nelle relazioni internazionali, ha concluso la premier indicando che il governo intende “perseguire con la Cina un rapporto che, lungi dall’essere ostile, vuole però essere maggiormente equilibrato”.