La pandemia inasprisce il gap di competenze, ma il digital learning può essere una risposta efficace alla necessità di formazione dei più giovani e preparazione della forza lavoro del prossimo futuro.
L’Unicef calcola che attualmente circa 825 milioni di bambini e ragazzi nel mondo non stanno apprendendo le nozioni che serviranno nella vita e nel lavoro. I divari nell’accesso all’istruzione si sono ulteriormente ampliati con la crisi innescata dal Covid-19 e le relative chiusure delle scuole. La mancanza di accesso a Internet pesa sulla possibilità di seguire le lezioni soprattutto per gli studenti nei paesi in via di sviluppo.
Senza formazione a causa delle scuole chiuse è prefigurabile una perdita di reddito del valore di 10 trilioni di dollari, la maggior parte dei quali a carico dei paesi più poveri.
Per superare il gap occorre uno sforzo “urgente” e congiunto dei governi e dell’industria privata, sottolinea il Wef in uno studio condotto con PwC. Serve rendere il digital learning accessibile e sostenibile perché questa è la chiave di volta per promuovere e estendere la formazione.
I provider come motore di innovazione
Il primo requisito è la connettività mobile, seguita dalla competitività del mercato, con più fornitori di digital learning. Occorrerà sfruttare le innovazioni tecnologiche per la formazione, ma anche declinarle nei diversi contesti regionali e culturali.
Fondamentale il ruolo del settore privato: il mercato della formazione online varrà 350 miliardi di dollari nel 2025 e il motore della crescita sarà l’innovazione portata dall’industria.
“La necessità di aggiornare ed elevare le competenze delle persone e di formare i giovani, assicurandosi che tutti, ovunque, abbiano accesso alle opportunità di apprendimento, agli strumenti digitali e alla connettività, non è mai stata così importante”, sottolineano gli analisti di PwC. “È fondamentale per dare stimolo alla ripresa dalla pandemia e creare economie inclusive e sostenibili in cui un numero maggiore di persone ha la possibilità di partecipare all’obiettivo di aumentare il benessere per tutti”.
Le piattaforme multi-stakeholder
Per il Wef oltre alle tecnologie servono anche le piattaforme, come lo stesso World economic forum, che mettono insieme il maggior numero possibile di stakeholder impegnati su un’azione collettiva e urgente.
L’agenda tracciata dal Wef include le azioni prioritarie da svolgere. Si parte dagli investimenti in infrastruttura per raggiungere il più vasto pubblico possibile con i servizi di digital learning. I finanziamenti dovranno avere più fonti (pubblico, privato, donazioni) per evitare la proliferazione dei modelli a pagamento che restringono l’accesso alle fasce sociali meno abbienti.
Per collegare il digital learning alle opportunità di lavoro, serve poi la collaborazione dei governi per associare i sistemi di certificazione all’apprendimento digitale.
Generation Unlimited, le iniziative
Reskilling revolution e Generation equality sono alcune delle iniziative già lanciate dal Wef in questo ambito. Insieme a Ericsson, Microsoft, PwC, Sap, Sony e Unilever, è stato avviato anche Reimagine Education per aiutare i bambini più vulnerabili ad accedere alla formazione digitale.
Tutti questi progetti sono sostenuti da Generation Unlimited – un’alleanza globale che lavora per fornire a tutti i giovani le competenze necessarie per entrare sul mercato del lavoro ed essere cittadini attivi e consapevoli. Ancora una volta si tratta di una partnership pubblico-privata che fornisce conoscenze e strumenti concreti per l’accesso dei ragazzi al digital learning.