FORMAZIONE

Digital learning al galoppo, nel post-Covid mercato da 350 miliardi

Le tecnologie saranno la chiave per superare il gap di competenze che rischia di allargarsi con la chiusura delle scuole. Il Wef sottolinea la necessità di un impegno multi-stakeholder e il ruolo dei provider privati per fare innovazione

Pubblicato il 17 Feb 2021

Digital learning-mercato-Wef

La pandemia inasprisce il gap di competenze, ma il digital learning può essere una risposta efficace alla necessità di formazione dei più giovani e preparazione della forza lavoro del prossimo futuro.

L’Unicef calcola che attualmente circa 825 milioni di bambini e ragazzi nel mondo non stanno apprendendo le nozioni che serviranno nella vita e nel lavoro. I divari nell’accesso all’istruzione si sono ulteriormente ampliati con la crisi innescata dal Covid-19 e le relative chiusure delle scuole. La mancanza di accesso a Internet pesa sulla possibilità di seguire le lezioni soprattutto per gli studenti nei paesi in via di sviluppo.

Senza formazione a causa delle scuole chiuse è prefigurabile una perdita di reddito del valore di 10 trilioni di dollari, la maggior parte dei quali a carico dei paesi più poveri.

Per superare il gap occorre uno sforzo “urgente” e congiunto dei governi e dell’industria privata, sottolinea il Wef in uno studio condotto con PwC. Serve rendere il digital learning accessibile e sostenibile perché  questa è la chiave di volta per promuovere e estendere la formazione.

I provider come motore di innovazione

Il primo requisito è la connettività mobile, seguita dalla competitività del mercato, con più fornitori di digital learning. Occorrerà sfruttare le innovazioni tecnologiche per la formazione, ma anche declinarle nei diversi contesti regionali e culturali.

Fondamentale il ruolo del settore privato: il mercato della formazione online varrà 350 miliardi di dollari nel 2025 e il motore della crescita sarà l’innovazione portata dall’industria. 

“La necessità di aggiornare ed elevare le competenze delle persone e di formare i giovani, assicurandosi che tutti, ovunque, abbiano accesso alle opportunità di apprendimento, agli strumenti digitali e alla connettività, non è mai stata così importante”, sottolineano gli analisti di PwC. “È fondamentale per dare stimolo alla ripresa dalla pandemia e creare economie inclusive e sostenibili in cui un numero maggiore di persone ha la possibilità di partecipare all’obiettivo di aumentare il benessere per tutti”.

Le piattaforme multi-stakeholder

Per il Wef oltre alle tecnologie servono anche le piattaforme, come lo stesso World economic forum, che mettono insieme il maggior numero possibile di stakeholder impegnati su un’azione collettiva e urgente.

L’agenda tracciata dal Wef include le azioni prioritarie da svolgere. Si parte dagli investimenti in infrastruttura per raggiungere il più vasto pubblico possibile con i servizi di digital learning. I finanziamenti dovranno avere più fonti (pubblico, privato, donazioni) per evitare la proliferazione dei modelli a pagamento che restringono l’accesso alle fasce sociali meno abbienti.

Per collegare il digital learning alle opportunità di lavoro, serve poi la collaborazione dei governi per associare i sistemi di certificazione all’apprendimento digitale.

Generation Unlimited, le iniziative

Reskilling revolution e Generation equality sono alcune delle iniziative già lanciate dal Wef in questo ambito. Insieme a Ericsson, Microsoft, PwC, Sap, Sony e Unilever, è stato avviato anche Reimagine Education per aiutare i bambini più vulnerabili ad accedere alla formazione digitale.

Tutti questi progetti sono sostenuti da Generation Unlimited – un’alleanza globale che lavora per fornire a tutti i giovani le competenze necessarie per entrare sul mercato del lavoro ed essere cittadini attivi e consapevoli. Ancora una volta si tratta di una partnership pubblico-privata che fornisce conoscenze e strumenti concreti per l’accesso dei ragazzi al digital learning.

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