LE NUOVE NORME

Digital Markets Act: iMessage, Edge e Bing fuori dall’elenco dei gatekeeper

La Ue chiude l’indagine sui servizi di Apple e Microsoft: “Soddisfatte le soglie quantitative previste dal regolamento. Continueremo a monitorare gli sviluppi del mercato qualora dovessero verificarsi cambiamenti sostanziali”

Pubblicato il 13 Feb 2024

italia, europa

Il servizio di messaggistica di Apple iMessage, il motore di ricerca online di Microsoft Bing, il browser web Edge e il servizio di pubblicità online Microsoft Advertising non sono gatekeeper ai sensi della legge sui mercati digitali (Digital markets act, Dma): si conclude così l’indagine della Commissione europea su questi quattro prodotti di Apple e Microsoft.

La Commissione, precisa l’esecutivo comunitario in una nota, continuerà a monitorare gli sviluppi del mercato rispetto a questi servizi dei due colossi americani, qualora dovessero verificarsi cambiamenti sostanziali. Le decisioni non pregiudicano in alcun modo la designazione di Apple e Microsoft come gatekeeper, emessa il 5 settembre 2023, per quanto riguarda altri servizi.

Apple iMessage, Microsoft Bing, Edge e Advertising non sono gatekeeper

Le decisioni di Bruxelles – prese dopo aver sentito gli stakeholder rilevanti e il Digital markets advisory committee – concludono le indagini della Commissione avviate a seguito della notifica da parte di Apple e Microsoft, nel luglio 2023, dei servizi della piattaforma principale che soddisfacevano le soglie quantitative.

Tra i servizi notificati vi erano anche Apple iMessage e Microsoft Edge, Bing e Advertising, ma, insieme alle loro notifiche, Apple e Microsoft avevano presentato anche le cosiddette argomentazioni di “confutazione”, spiegando perché, nonostante il raggiungimento delle soglie quantitative, questi quattro servizi di piattaforma principale non dovrebbero, a loro avviso, essere considerati gateway. Nella sua decisione del 5 settembre scorso, la Commissione ha ritenuto che le argomentazioni di replica presentate da Apple e Microsoft meritassero un’analisi approfondita da cui, in effetti, è ora scaturita l’esclusione di quattro servizi dalla designazione di gatekeeper.

Le piattaforme designate ai sensi del Digital markets act 

L’esecutivo dell’Ue ha designato come gatekeeper ai sensi del Dma sei big tech: Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta, Microsoft cui fanno capo 22 servizi di piattaforma che coprono otto mercati digitali fondamentali: social network, pubblicità, intermediazione, messaggistica, video sharing, web browser, web search, sistemi operativi (Os).

Questi i 22 servizi di piattaforma di base che sono gatekeeper: Tiktok, Facebook, Instagram, Linkedin, Whatsapp, Messenger, Google Maps, Google Play, Google Shopping, Amazon Marketplace, App Store, Meta Marketplace, YouTube, Google, Amazon, Meta, Chrome, Safari, Google Search, Google Android, iOs, Windows Pc Os.

Sono esclusi Gmail, Outlook e Samsung Internet browser: la Commissione è giunta alla conclusione che, sebbene queste piattaforme soddisfino le soglie previste dal Dma per qualificarsi come gatekeeper, Alphabet, Microsoft e Samsung hanno fornito argomentazioni sufficientemente giustificate per dimostrare che questi servizi non si qualificano come gateway per i rispettivi servizi della piattaforma principale.

Nuovi obblighi e divieti per le big tech

Il Dma impone una serie di obblighi e divieti ai gatekeeper (molti stanno già provvedendo ad adeguarsi). Per esempio, devono garantire che l’annullamento dell’iscrizione ai servizi di base della piattaforma sia altrettanto facile dell’iscrizione, garantire l’interoperabilità delle funzionalità di base dei servizi di messaggistica istantanea, dare agli utenti commerciali l’accesso ai loro dati di marketing o di performance pubblicitaria sulla piattaforma e informare la Commissione europea delle loro acquisizioni e fusioni.

Non sarà più possibile per le aziende classificare i propri prodotti o servizi più in alto rispetto a quelli degli altri (auto-preferenziazione) e preinstallare determinate applicazioni o software, impedendo agli utenti di disinstallare facilmente tali applicazioni o software. Inoltre i software più importanti, come ad esempio i browser web, non potranno più essere installati di default su un sistema operativo. Agli sviluppatori non sarà più impedito di utilizzare piattaforme di pagamento di terze parti per la vendita delle app. I gatekeeper, inoltre, non potranno riutilizzare i dati privati raccolti da un servizio per sfruttarli su un altro loro servizio.

La Commissione controllerà l’effettiva attuazione e il rispetto di tali obblighi. Nel caso in cui un gatekeeper non rispetti gli obblighi stabiliti dal Dma, la Commissione può imporre ammende fino al 10% del fatturato mondiale totale della società, che possono salire fino al 20% in caso di ripetute violazioni. In caso di infrazioni sistematiche, la Commissione ha anche il potere di adottare ulteriori rimedi, come l’obbligo per un gatekeeper di vendere una filiale o parti di essa o il divieto di acquisire servizi aggiuntivi che concorrerebbero alla conformità sistemica.

In futuro, altre società potrebbero presentare notifiche alla Commissione nell’ambito del Dma, in base alla loro autovalutazione rispetto alle soglie pertinenti.

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