LE NUOVE REGOLE

Digital Markets Act, in vigore le nuove regole: cosa cambia per le big tech

Arginare gli abusi, limitare le posizioni dominanti e rafforzare la concorrenza sul mercato. Il commissario Breton: “Pesanti sanzioni per chi non rispetta gli ordini. Più opportunità di business per i player più piccoli”

Pubblicato il 07 Mar 2024

Breton

Oggi diventa esecutivo il Digital Markets Act. Il Regolamento sui Mercati Digitali (Dma) stabilisce una serie di obblighi e divieti per arginare gli abusi degli operatori dominanti, con l’obiettivo di dare vita a un mercato più competitivo dove possano prosperare anche i player più piccoli.

“È il D-Day per il Digital Markets Act. A partire da oggi, le grandi piattaforme concepite come ‘gatekeeper’ devono rispettare precisi obblighi o incorrere in pesanti sanzioni“. Parola del commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, che commentando il varo ufficiale del framework ha spiegato che le nuove regole offriranno “più opportunità per i concorrenti più piccoli” e “più scelta e opzioni convenienti per i consumatori dell’Ue”.

La stretta sulle Big tech e le risorse limitate dell’Ue

Sotto i riflettori ci sono in particolare le big tech americane Alphabet, Amazon, Apple, Meta e Microsoft, a cui si aggiunge la cinese ByteDance, proprietaria di TikTok, che sono tenute a conformarsi alle nuove direttive. La messaggistica istantanea di WhatsApp e Messenger, per esempio, deve essere resa interoperabile con i servizi concorrenti che la richiedono. Ma l’applicazione di questo nuovo arsenale legale – che Apple, Meta e TikTok stanno già contestando in tribunale – “costituirà un compito colossale”, dice Bram Vranken, del think tank Corporate Europe Observatory. “Ancora oggi, a quasi otto anni dall’adozione del Gdpr, l’Unione fatica a garantire che Facebook rispetti la privacy di milioni di persone in Europa”, osserva. Tanto che Bruxelles ha multato Meta 1,2 miliardi di euro lo scorso anno per violazioni della protezione dei dati.

Per quanto riguarda la Dma, un funzionario ha ammesso che la Commissione europea, garante della concorrenza nell’Ue, sarà costretta a “scegliere” i reati da perseguire a causa delle risorse limitate. Ed è opinione generale che non sia realistico aspettarsi un rispetto immediato e completo.

Vestager: “Ci aspettiamo un cambiamento di comportamento”

“Ciò che ci aspettiamo da loro è un cambiamento di comportamento”, ha dichiarato ieri Margrethe Vestager, commissaria europea alla Concorrenza, in un’intervista all’Aft. Si tratta in effetti di una rivoluzione nel diritto della concorrenza, dopo anni di procedure infinite e spesso inutili per cercare di porre fine alle pratiche anticoncorrenziali dei colossi di Internet. I gruppi presi di mira dovranno informare Bruxelles di qualsiasi operazione di acquisizione, indipendentemente dalle sue dimensioni. Dovranno soprattutto garantire l’accesso ai servizi dei concorrenti, invece di imporre le proprie soluzioni per impostazione predefinita: browser Internet, servizio di mappatura e applicazioni.

Penso che ci saranno casi di violazione” delle regole, ha comunque ammesso la Vestager, avvertendo che Bruxelles utilizzerà “tutti gli strumenti” a sua disposizione per affrontarli. La normativa prevede sanzioni fino al 10% del fatturato globale del trasgressore, o addirittura al 20% in caso di recidiva, e la minaccia di smantellamento come ultima risorsa.

Le aziende tecnologiche europee, d’altra parte, vogliono che Bruxelles ora garantisca che le regole esistenti siano rispettate prima di svilupparne di nuove. “I legislatori sottovalutano ampiamente la sfida posta dall’attuazione delle recenti leggi digitali”, avverte Zach Meyers del think tank Center for European Reform. La valanga di testi aumenta “il rischio che la Commissione e le autorità nazionali responsabili della loro applicazione non dispongano delle risorse necessarie per attuarli correttamente”.

Vestager riconosce che la Commissione dovrà stabilire delle priorità, nonostante l’impegno a “rafforzare” i suoi team: l’istituzione ha attualmente 80 dipendenti che lavorano sulla Dma e 123 sul Regolamento sui servizi digitali (Dsa) che ne inquadra i contenuti. Al contrario, Meta e TikTok hanno dichiarato l’anno scorso di impiegare ciascuno più di mille persone per implementare il Digital Services Act, e Google afferma di mobilitare “migliaia di ingegneri” solo per conformarsi al Dma. Ma secondo Fiona Scott Morton, esperta di questioni relative alla concorrenza presso il Bruegel Institute, il problema delle forze in campo è relativo: la Dma infatti fa ricadere sulle aziende stesse la responsabilità di confermare, spiegare e dimostrare che stanno rispettando le nuove norme”.

Cosa prevede il Dma: definizioni e regole

La chiusura dell’iter di applicazione della nuova legge arriva a sei mesi dalla designazione ufficiale dei gatekeeper da parte della Commissione Europea il 6 settembre dello scorso anno (al termine di un periodo di scrutinio di 45 giorni). Sei piattaforme con un fatturato annuo di almeno 7,5 miliardi di euro all’interno dell’Ue negli ultimi tre anni, una valutazione di mercato superiore ai 75 miliardi di euro, almeno 45 milioni di utenti finali mensili e 10 mila utenti aziendali stabiliti nell’Ue. Tra gli altri criteri c’è anche il controllo di uno o più servizi di piattaforma di base in almeno tre Paesi membri dell’Unione.

Rispetto alla definizione di servizi di piattaforma essenziali, sono 22 quelli designati dalla Commissione Ue: compaiono social network (TikTok, Facebook, Instagram e LinkedIn), browser (Safari e Chrome), sistemi operativi (Google Android, iOs e Windows Pc Os), software per spazi pubblicitari (Google, Amazon e Meta), servizi di intermediazione (Google Maps, Google Play, Google Shopping, Amazon Marketplace, App Store e Meta Marketplace) e di messaggistica (WhatsApp e Messenger), ma anche Google Search (come motore di ricerca) e YouTube (come piattaforma di condivisione video).

Entrata in vigore il 1° novembre 2022 – e con le regole applicate dopo un periodo di adeguamento di sei mesi – la legge sui mercati digitali specifica con precisione le caratteristiche non solo per identificare i ‘controllori’ dell’accesso al mercato digitale, ma anche i loro obblighi. I gatekeeper devono garantire il diritto degli utenti di disdire l’abbonamento ai servizi della piattaforma principale e l’interoperabilità delle funzionalità di base dei servizi di messaggistica istantanea. In altre parole, i più grandi servizi di messaggistica devono aprirsi all’interoperabilità con le piattaforme più piccole, dando agli utenti più scelta nello scambiarsi messaggi, inviare file o fare videochiamate attraverso le app di messaggistica. Deve poi essere garantito un “accesso equo” alle funzionalità degli smartphone agli sviluppatori di app e i venditori dovranno poter aver accesso ai propri dati sul marketing nelle piattaforme online. Ma soprattutto la Commissione Ue deve essere sempre informata sulle fusioni, per evitare le cosiddette killer acquisition, ovvero le acquisizioni di società emergenti da parte delle aziende che dominano il mercato digitale.

È vietato inoltre pre-installare sui dispositivi determinate applicazioni software o richiedere agli sviluppatori di app di utilizzare determinati servizi per comparire negli app store, classificare più in alto i propri prodotti e servizi e riutilizzare i dati privati raccolti ai fini di un altro servizio.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Video & Podcast
Analisi
Social
Iniziative
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati