IL PROCEDIMENTO

Digital Markets Act, nel mirino della Ue le tecniche di profilazione

La Commissione avvia una consultazione su un nuovo modello che punta a garantire maggiore trasparenza sul trattamentto delle info da parte dei gatekeeper. Che hanno tempo fino al 15 settembre per esprimere il loro parere

Pubblicato il 31 Lug 2023

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La Commissione europea avvia oggi una consultazione su un progetto di modello per la descrizione delle tecniche di profilazione dei consumatori che i gatekeeper applicano ai propri servizi di piattaforma di base. I gatekeeper sono tenuti a presentare la descrizione alla Commissione nell’ambito degli obblighi loro imposti dalla normativa sui mercati digital (Digital Markets Act). Tutti i portatori d’interessi dispongono di sei settimane di tempo, fino al 15 settembre 2023, per esprimersi sul progetto tramite EUSurvey.

Più trasparenza nella profilazione dei dati

I gatekeeper raccolgono e accumulano grandi quantità di dati dagli utenti, il che limita la possibilità per i potenziali concorrenti e le start-up di competere con loro. La trasparenza delle tecniche di profilazione dovrebbe contribuire a evitare che la profilazione approfondita dei consumatori diventi lo standard del settore e consentire ai concorrenti di differenziarsi offrendo migliori garanzie in materia di tutela della vita privata.

Il modello al vaglio della Ue

Il progetto di modello specifica le informazioni minime che la Commissione si aspetta che i gatekeeper forniscano per migliorare la trasparenza delle tecniche di profilazione che utilizzano e la responsabilità. La descrizione deve essere sottoposta a audit indipendente e i gatekeeper devono pubblicarne una panoramica significativa e non riservata. Sia la descrizione che la panoramica devono essere aggiornate ogni anno.

L’obiettivo della consultazione è raccogliere le opinioni dei portatori di interessi sul progetto di modello per garantire che siano presi in considerazione tutti gli aspetti pertinenti della profilazione dei consumatori. In questo modo si garantirà la trasparenza e faciliterà la supervisione da parte della Commissione e delle autorità competenti. In particolare, Bruxelles accoglie con favore i contributi dei potenziali gatekeeper, dei gruppi di interesse dei consumatori, degli esperti di dati, delle pertinenti autorità nazionali competenti, degli utenti commerciali delle piattaforme, come gli inserzionisti, e degli auditor attivi nei settori interessati. La Commissione designerà i gatekeeper ai sensi della normativa sui mercati digitali entro il 6 settembre 2023. Le imprese designate disporranno successivamente di sei mesi per conformarsi all’elenco degli obblighi e dei divieti di cui alla normativa sui mercati digitali.

 Fake news, via al  bando da 1,2 milioni

La Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare proposte di progetto per decifrare il modo in cui le narrazioni di disinformazione sulla guerra della Russia all’Ucraina, le elezioni e la comunità Lgbtq+ emergono online e offline e per contribuire alla lotta contro queste narrazioni e i loro effetti.

“Il nuovo bando fornisce un finanziamento dell’Ue di quasi 1,2 milioni di euro per aiutare a capire meglio come si forma e si diffonde la disinformazione, come modella le menti delle persone e il suo impatto sulla vita reale. Ciò è particolarmente importante nel contesto delle informazioni false e fuorvianti sulla guerra della Russia contro l’Ucraina, che possono destabilizzare le democrazie, il danno che la disinformazione può causare all’integrazione e all’uguaglianza della comunità Lgbtq+, nonché il suo effetto sulle elezioni”, spiega l’esecutivo europeo in una nota.

A complemento del lavoro dell’Osservatorio europeo dei media digitali (Edmo), il progetto dovrebbe anche proporre strategie e misure, azioni politiche future e nuove pratiche per sostenere le narrazioni positive e contrastare le narrazioni false e dannose, anche sfatando le narrazioni di disinformazione. La scadenza per la presentazione delle domande e’ il 22 settembre 2023 e il progetto aggiudicatario dovrebbe iniziare a settembre 2024. Possono presentare domanda università, centri di ricerca, Ong, autorità pubbliche e altri.

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