PA DIGITALE

Digital public services, l’Europa trova la quadra sull’Interoperable Act

Gli Stati membri concordano una posizione comune per servizi pubblici digitali più efficienti in tutta la Ue e creare una rete di pubbliche amministrazioni interconnesse. Fra gli emendamenti approvati: allineamento con l’Artificial Intelligence Act per quanto riguarda le sandbox normative e la coerenza con il regolamento Gdpr e ruolo più incisivo per l’Interoperable Europe Board, il Comitato al centro della nuova struttura di governance

Pubblicato il 09 Ott 2023

chip europa

Gli Stati membri dell’Unione europea hanno adottato la loro posizione comune sull’Interoperable Europe act, la proposta di legge della Commissione europea per fornire servizi pubblici digitali più efficienti in tutta l’Ue favorendo misure per un alto livello di interoperabilità del settore pubblico comunitario.

La proposta punta ad aggiornare le precedenti policy per l’interoperabilità dei dati e la condivisione delle prassi – raccolte nello European interoperability framework (Eif), creando una rete di pubbliche amministrazioni digitali interconnesse e accelerando la trasformazione digitale del settore pubblico europe.

La posizione comune dei rappresentanti degli Stati membri (Coreper) incorpora gran parte della proposta di legislazione della Commissione, ma introduce anche importanti emendamenti, tra cui quelli relativi all’allineamento con la legge sull’intelligenza artificiale (Ai Act) per quanto riguarda le sandbox normative e la coerenza con il regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr); e un ruolo più forte per l’Interoperable Europe board, che è al centro della nuova struttura di governance istituita dal regolamento.

PA digitali d’Europa, la governance dell’interoperabilità

Il progetto di regolamento Interoperable Europe act – ha indicato la Commissione europea – mira a istituire un nuovo quadro di cooperazione per le amministrazioni pubbliche dell’Ue per garantire la fornitura senza soluzione di continuità di servizi pubblici oltre confine e a prevedere misure di sostegno che promuovano l’innovazione e valorizzano lo scambio di competenze e conoscenze.

Il regolamento proposto stabilirà una struttura di governance dell’interoperabilità al fine di creare un ecosistema di soluzioni di interoperabilità condivisa per il settore pubblico dell’Ue.

La Commissione ha affermato che l’Interoperable Europe act aiuterà l’Ue e i suoi Stati membri a fornire servizi pubblici migliori ai cittadini e alle imprese e, in quanto tale, è un passo essenziale per raggiungere gli obiettivi digitali europei per il 2030 e sostenere flussi di dati affidabili. La Commissione stima anche che l’interoperabilità transfrontaliera può comportare risparmi tra 5,5 e 6,3 milioni di euro per i cittadini e tra 5,7 e 19,2 miliardi di euro per le imprese che si occupano di pubbliche amministrazioni.

L’Interoperable Europe act introduce un quadro di cooperazione per le pubbliche amministrazioni in tutta l’Ue che aiuta a costruire uno scambio transfrontaliero sicuro di dati e a concordare soluzioni digitali condivise (riuso), come software open source, linee guida, framework e strumenti informatici. Consentirà loro di cooperare in modo più efficace, scambiare informazioni e ottimizzare la fornitura di servizi pubblici attraverso i confini e i settori. Stimolerà l’innovazione del settore pubblico e i progetti “GovTech” pubblico-privato.

L’ok del Consiglio Ue

La posizione comune del Consiglio mantiene l’orientamento generale della proposta della Commissione, vale a dire per quanto riguarda: norme che garantiscano una cooperazione strutturata dell’Ue in cui le amministrazioni pubbliche, sostenute da attori pubblici e privati, si riuniscono nel quadro di progetti di proprietà degli Stati membri, nonché delle regioni e delle città; un quadro di governance a più livelli guidato dal “Consiglio per l’Europa interoperabile” e incaricato, tra l’altro, di concordare risorse riutilizzabili comuni; la condivisione e il riutilizzo di soluzioni di interoperabilità, alimentate da uno sportello unico per le soluzioni e la cooperazione comunitaria (“portale dell’Europa interoperabile”) e supportate da misure volte a promuovere l’innovazione e a migliorare le competenze e lo scambio di conoscenze.

Gli emendamenti: allineamento con l’Ai act

Tuttavia, il testo del Consiglio ha modificato varie parti della proposta della Commissione. I principali cambiamenti includono: una definizione più chiara della portata della legislazione proposta; chiarimenti sugli obiettivi e le condizioni della valutazione obbligatoria dell’interoperabilità al fine di conformarsi ai principi di proporzionalità e sussidiarietà; allineamento con la legge sull’intelligenza artificiale (Ai Act) per quanto riguarda le sandbox normative e coerenza con il regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr); un ruolo più forte per l’Interoperable Europe board, che è al centro della nuova struttura di governance istituita dal regolamento.

Il futuro quadro di cooperazione in materia di interoperabilità sarà, infatti, guidato dall’Interoperable Europe board. Il comitato sarà composto da rappresentanti degli Stati membri dell’Ue, della Commissione, del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale europeo.

L’aggiornamento del quadro europeo Eif

Tra gli altri, il Consiglio avrà il mandato di concordare risorse comuni riutilizzabili, misure di sostegno e innovazione e di aggiornare il quadro europeo di interoperabilità (Eif), presentato ufficialmente nel 2017 a Roma nell’ambito del Digital day. L’Eif aggiornato aiuterà le pubbliche amministrazioni europee a coordinare gli sforzi di digitalizzazione seguendo un approccio comune nel rilascio dei servizi pubblici online.

Il programma per l’Europa digitale (Digital Europe programme) sarà il principale strumento di finanziamento per l’attuazione dell’Interoperable Europe act.

L’accordo sulla posizione comune del Consiglio (“mandato negoziale”) consentirà alla presidenza spagnola di avviare negoziati con il Parlamento europeo (“triloghi“) sulla versione finale della legislazione proposta. Il primo trilogo è previsto per il 10 ottobre presso la sede del Consiglio.

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