LE NUOVE REGOLE

Digital Services Act, la Ue apre indagine su Tik Tok: nel mirino la tutela dei minori

La Commissione punta a verificare se la piattaforma abbia rispettato gli obblighi di legge relativi alla protezione degli utenti e dei loro dati dati. La piattaforma: “Già introdotte funzionalità ad hoc”

Pubblicato il 19 Feb 2024

tiktok

Tik Tok nel mirino della Ue. La Commissione europea ha avviato un procedimento formale per valutare se la piattaforma possa aver violato il Digitale Services Act per quanto riguarda  la protezione dei minori, la trasparenza della pubblicità, l’accesso ai dati per i ricercatori, nonché alla gestione di contenuti potenzialmente dannosi.

Le indagini di Bruxelles si concentreranno su:

  • Il rispetto degli obblighi della legge sui servizi digitali relativi alla valutazione e all’attenuazione dei rischi sistemici, in termini di effetti negativi effettivi o prevedibili derivanti dalla progettazione del sistema di TikTok, compresi i sistemi algoritmici, che possono stimolare dipendenze comportamentali e/o creare i cosiddetti “effetti del foro del coniglio”. Tale valutazione è necessaria per contrastare i potenziali rischi per l’esercizio del diritto fondamentale al benessere fisico e mentale della persona, al rispetto dei diritti del minore e al suo impatto sui processi di radicalizzazione. Inoltre, le misure di mitigazione in vigore a tale riguardo, in particolare gli strumenti di verifica dell’età utilizzati da TikTok per impedire l’accesso dei minori a contenuti inappropriati, potrebbero non essere ragionevoli, proporzionate ed efficaci;
  • Il rispetto degli obblighi della legge sui servizi digitali di mettere in atto misure adeguate e proporzionate per garantire un elevato livello di tutela della vita privata e di sicurezza per i minori, in particolare per quanto riguarda le impostazioni predefinite della vita privata per i minori nell’ambito della progettazione e del funzionamento dei loro sistemi di raccomandazione;
  • Il rispetto degli obblighi della legge sui servizi digitali di fornire un registro consultabile e affidabile per la pubblicità presentata su TikTok;
  • Le misure adottate da TikTok per aumentare la trasparenza della sua piattaforma. L’indagine riguarda presunte carenze nel concedere ai ricercatori l’accesso ai dati accessibili al pubblico di TikTok, come previsto dall’articolo 40 della legge sui servizi digitali.

“L’apertura dell’indagine – spiega una nota della Ue – lascia impregiudicato qualsiasi altro procedimento che la Commissione può decidere di avviare in merito ad altre condotte che possano costituire una violazione del Dsa, ad esempio in relazione agli obblighi di un prestatore in materia di diffusione di contenuti illegali o di notifica di sospetti di reati”. Inoltre l’indagine non pregiudica le azioni intraprese da altre autorità nell’ambito di altri quadri normativi, ad esempio dalla rete di cooperazione per la tutela dei consumatori.

Le prossime tappe

Dopo l’avvio formale del procedimento, la Commissione continuerà a raccogliere prove, ad esempio inviando ulteriori richieste di informazioni, svolgendo colloqui o ispezioni.

L’avvio di un procedimento formale conferisce alla Commissione il potere di adottare ulteriori misure di esecuzione, come misure provvisorie, e decisioni in materia di non conformità. Bruxelles è inoltre autorizzato ad accettare qualsiasi impegno assunto da TikTok di porre rimedio alle questioni oggetto del procedimento.

La reazione di Tik Tok

La reazione di Tik Tok non si è fatta attendere. “TikTok ha introdotto funzioni e impostazioni innovative per proteggere gli adolescenti e impedire ai minori di 13 anni di accedere alla piattaforma, una questione di cui si sta occupando l’intero settore. Continueremo a collaborare con esperti e player del settore per garantire la sicurezza dei giovani su TikTok e siamo lieti di avere ora l’opportunità di spiegare in dettaglio questo lavoro alla Commissione”, ha puntualizzato un portavice dell’azienda.

Digital Services Act, norme in vigore dal 17 febbraio

A partire dal 17 febbraio, il Digital Services Act (Dsa), la legge Ue sui servizi digitali, è entrata in vigore.

Sono 19 le grandi piattaforme online che, secondo la lista stilata il 25 aprile dello scorso anno dalla Commissione Ue, rispettano già gli obblighi previsti dal nuovo Regolamento. Da domani, però, anche le piattaforme con meno di 45 milioni di utenti attivi dovranno conformarsi a tutte le norme Dsa: per facilitare questo processo, gli Stati membri Ue dovranno nominare i coordinatori nazionali dei servizi digitali.

Il Digital Services Act impone  la responsabilizzazione e la protezione degli utenti online attraverso la mitigazione dei “rischi sistemici” e l’applicazione di “solidi strumenti di moderazione dei contenuti”. Sono compresi i sistemi di profilazione e raccomandazione di contenuti, privacy e sicurezza dei minori online, contenuti illegali ed effetti negativi sulla libertà di espressione e di informazione, accesso ai dati per i ricercatori attraverso un meccanismo speciale. Sulla base di questi requisiti, le 19 grandi piattaforme hanno inviato all’esecutivo dell’Unione ciascuna la propria valutazione dei rischi.

I servizi online già interessati dagli obblighi secondo il Dsa sono 2 grandi motori di ricerca (Vloses, in gergo) – Bing e Google Search – e 17 grandi piattaforme online (Vlops): social media (Facebook, Instagram, Twitter, TikTok, Snapchat, LinkedIn, Pinterest), servizi di commercio elettronico (Alibaba AliExpress, Amazon Store, Apple AppStore, Zalando), servizi Google (Google Play, Google Maps e Google Shopping), e anche Booking.com, Wikipedia e YouTube.

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