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Digital Services Act, la Ue in pressing su Meta



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A seguito dell’apertura di un’indagine a fine aprile, la Commissione chiede maggiori informazioni sulle misure messe in atto per rimediare alla mancanza di accesso ai dati pubblici e all’assenza di uno strumento di monitoraggio delle elezioni

Pubblicato il 19 ago 2024



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La Ue insiste con Meta. La Commissione ha chiesto alla società maggiori informazioni sulle misure messe in atto per rimediare alla mancanza di accesso ai dati pubblici e all’assenza di uno strumento di monitoraggio delle elezioni, elementi che hanno portato all’apertura di un’indagine a fine aprile.

Le richieste di Bruxelles

Bruxelles insiste ora nella sua richiesta e vuole che la società madre di Facebook, Instagram o Whatsapp spieghi quali misure ha adottato per adempiere ai suoi obblighi di consentire l’accesso ai dati pubblici nell’interfaccia online di Facebook e Instagram e sui suoi piani per avere uno strumento indipendente di monitoraggio delle elezioni e del discorso pubblico.

In particolare, chiede informazioni sulla libreria di contenuti e sull’interfaccia di programmazione dell’applicazione di Meta, compresi elementi quali i criteri di ammissibilità, il processo di applicazione, i dati a cui è possibile accedere e le funzionalità. La richiesta si inserisce nel contesto dell’indagine sulla gestione da parte di Meta di contenuti politici fuorvianti e di disinformazione estera in occasione delle elezioni europee del 6-9 giugno.

Focus sulle elezioni

L’esecutivo europeo si è inoltre concentrato sulla mancanza di uno strumento di monitoraggio delle elezioni, tutte questioni su cui la Commissione europea sta attualmente indagando. In risposta alle preoccupazioni di Bruxelles, Meta ha implementato nuove funzionalità di CrowdTangle, lo strumento per monitorare, analizzare e riportare ciò che accade sui social network, ovvero 27 tabelle, ognuna per Stato membro, per monitorare le elezioni europee in tempo reale.

Tuttavia, queste funzionalità sono state abbandonate, tornando così alla situazione iniziale che ha generato le critiche dell’esecutivo Ue. Il gigante tecnologico ha ora tempo fino al 6 settembre per rispondere ai dubbi sollevati da Bruxelles.

Dopodiché, la Commissione europea potrebbe adottare misure temporanee se ritiene che non abbia rispettato i suoi obblighi o accettare gli impegni di Meta per correggere le carenze segnalate. Se Meta fornirà informazioni errate, incomplete o fuorvianti in risposta alla richiesta di informazioni, Bruxelles ha il potere di imporre multe e può imporre una sanzione giornaliera se l’azienda non risponde alle richieste.

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