IL PACCHETTO

Digital Services Act, Twitter & co alla Ue: “Regole flessibili per la rimozione dei contenuti”

Lettera alla Commissione: “Norme troppo stringenti rischio per i piccoli player e per l’Internet aperto”. Tra i firmatari anche Mozilla, Vimeo e Automattic

Pubblicato il 09 Dic 2020

social-innovation-141114115850

Regole flessibili per la rimozione dei contenuti. In vista del Digital Services Act, il pacchetto di norme che la Commissione Ue presenterà il 15 dicembre e che daranno alle compagnie tecnologiche più responsabilità per la rimozione immediata di contenuti illegali o dannosi, Twitter e alcune altre aziende hanno scritto una lettera aperta all’Ue in cui invitano ad adottare regole appunto, “flessibili” in modo da non penalizzare le realtà più piccole e tutelare l’internet aperto.

Le nuove norme potranno “o rinnovare la promessa di internet aperto, o aggravare uno status quo problematico, limitando il nostro ambiente online a pochi ‘guardiani’ dominanti e non riuscendo ad affrontare in modo significativo le sfide che impediscono a internet di realizzare il suo potenziale”, si legge nella lettera firmata anche da Mozilla, Vimeo e Automattic, società che possiede Tumblr e WordPress. Se di fronte a contenuti illegali e gravissimi come terrorismo e pedopornografia la rimozione immediata è l’unica possibilità, “la rimozione non può essere l’unico paradigma della regolamentazione di internet, in particolare quando si tratta del fenomeno dei contenuti ‘legali ma dannosi’.

Un tale approccio andrebbe a vantaggio solo delle aziende più grandi del nostro settore”, sottolineano le società. In particolare, limitando le opzioni alla sola rimozione “rinunciamo ad alternative promettenti che potrebbero affrontare meglio la diffusione e l’impatto dei contenuti problematici salvaguardando i diritti e il potenziale di concorrenza per le aziende più piccole”, rimarcano Twitter e le altre realtà, secondo cui “è più sostenibile e più olisticamente efficace concentrarsi sulla limitazione del numero di persone che si imbattono in contenuti dannosi”.

Cosa prevede il Digital Services Act

Il Digital services act andrà ad innovare il quadro normativo dell’Ue sui servizi digitali, che fa ancora riferimento alla alla direttiva 2000/31/CE sull’e-commerce, com l’biettivo di adegiare le regole all’era della digitalizzazione spinta.

Due pilastri del pacchetto: il primo uno sulla sicurezza degli utenti che utilizzano i servizi digitali, il secondo sulle responsabilità delle piattaforme online. Nel primo pilastro dovrebbero rientrare gli obblighi giuridici per assicurare un sistema moderno di cooperazione destinato a supervisionare le attività delle piattaforme online; il secondo pilastro, invece, dovrebbe definire una serie di regole ex ante per le big tech – ad esempio Google, Amazon, Facebook ecc – che operano sul mercato come gatekeeper, ossia come aziende dominanti.

La Ue punta così ad arginare il potere di mercato dei gatekeeper, stimolando al contempo la concorrenza tra i player, anche nuovi entranti,  per realizzare Single Market competitivo ed aperto alle innovazioni.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati