LO STUDIO

Digital skill leva di garanzia del posto di lavoro

Secondo Brookings Institute negli Usa 517 professioni su un totale di 545 usano ampiamente gli strumenti digitali; coinvolti tutti i settori, non solo i lavori dell’hitech. L’automazione fa paura ma i ricercatori sono ottimisti: un lavoro digitalizzato è pagato meglio e resta rilevante

Pubblicato il 15 Nov 2017

La trasformazione digitale sta producendo un potente impatto sul mondo del lavoro negli Stati Uniti. Non si tratta di robot che si sostituiscono alle persone – almeno per ora – ma di strumenti digitali adottati in un numero sempre più ampio di professioni, anche a bassa specializzazione. Secondo i dati pubblicati dal think tank di Washington, Brookings Institution, e riportati da Reuters, l’uso degli strumenti digitali è nettamente aumentato in 517 tipi di lavoro su un totale di 545 (pari al 90% di tutti i lavori nell’economia Usa) dal 2002 a oggi e l’incremento più veloce si registra proprio nei settori che richiedono un livello più basso di competenze.

Anche negli Stati Uniti dunque è caccia ad addetti con le necessarie digital skills: sempre più aziende e datori di lavoro hanno difficoltà a riempire i posti vacanti perché i candidati non hanno le competenze richieste. Certo, anche se non siamo arrivati al punto in cui i robot si sostituiscono alle persone in ogni mansione, è vero che l’automazione fa paura ai lavoratori perché riduce la quantità di personale necessaria. Tuttavia, nota lo studio, i lavori ad alto contenuto digitale sono pagati di più.

Brookings Institution ha usato dati provenienti dal dipartimento del Lavoro americano e ha assegnato un rating da zero a 100 a ciascuna occupazione a seconda del livello di utilizzo delle tecnologie digitali. La media nel 2016 è di 46, contro la media di 29 nel 2002 (+59%). La maggior parte dei lavori digitali si concentra nei grandi hub dell’hitech statunitense: Silicon Valley, Seattle e Austin in Texas, ma a crescere più rapidamente sono alcuni settori non legati alle professioni tecnologiche specializzate. Un esempio lampante sono gli addetti dei magazzini e della logistica, passati da un livello 5 di uso degli strumenti digitali nel 2002 a 25 nel 2016.

“Quello che abbiamo scoperto è che più un lavoro è digitale, più alto è lo stipendio ma anche più si abbassano le chance che questo lavoro scompaia”, commenta Mark Muro, senior fellow di Brookings Institution e co-autore dello studio.

A sorpresa, gli sviluppatori di software, che pure restano la professione più digitale, scendono da un punteggio di 97 a quello di 94 nel 2016 perché molti addetti di questo settore, ormai maturo, si sono spostati verso mansioni manageriali che non richiedono la scrittura di codice.

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