L'APPROFONDIMENTO

Digital transformation, Di Costanzo: “Trasporti banco di prova per la PA”

Il comparto della mobilità è ancora troppo ancorato alla carta, serve dare una spinta ai processi di innovazione soprattutto sul fronte dei servizi al cittadino. L’analisi del presidente della Fondazione Italia Digitale

Pubblicato il 01 Apr 2022

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Guardiamo nelle nostre tasche, o magari al nostro polso. Tra smartphone e smartwatch, troveremo lì il centro della nostra quotidianità: digitale, connessa, ricca di opportunità di scambio. Un tempo sospeso tra l’essere eternamente connessi e la necessità di portare nella nuova era digitale gran parte di quello vecchia, ancorata a dinamiche più analogiche. O meglio con l’obiettivo di affrontare e gestire (al meglio) la rivoluzione digitale, ormai in corso da anni. E’ anche questo il senso della nascita di Fondazione Italia Digitale, la prima realtà italiana del genere interamente dedicata a cultura e policy digitali, che il prossimo martedì 5 aprile a Roma organizza l’appuntamento di approfondimento su “Servizi pubblici digitali, opportunità e nuove sfide. Dai trasporti alla sostenibilità fino al nuovo rapporto tra PA e cittadino”.

L’obiettivo è raccontare quanto di buono è stato fatto, ma soprattutto cosa resta da fare (tanto) e creare un ponte tra chi guarda già con successo a politiche innovative e chi invece deve recuperare terreno. Negli ultimi anni (con una evidente accelerazione dovuta alla pandemia) è stato grande lo sforzo delle amministrazioni centrali e locali per una maggiore semplificazione e digitalizzazione delle più banali attività burocratiche. Spid, App IO, PagoPA sono ormai di uso e conoscenza comune, anagrafe digitale, molti servizi digitali, comunicazione, informazione, dialogo attraverso chat e social network, molto è stato fatto negli ultimi anni per facilitare il rapporto tra PA e cittadini e per rendere più digitali amministrazioni e servizi pubblici.

Eppure, ancora non tutte le amministrazioni si sono mosse in modo uniforme: si tratta di un mondo che ha bisogno di una forte accelerata sulla digitalizzazione dei processi. Specialmente per quanto riguarda il trasporto su gomma, con la storica contemporanea presenza di Pra, Aci e Portale dell’Automobilista, ai quali ci rivolgiamo per le varie pratiche, che già evidenzia una frammentarietà d’azione per le questioni più comuni: l’iscrizione alla patente, la perdita di possesso del mezzo, i passaggi di proprietà dei mezzi e i documenti che un privato deve tenere con sé nel momento in cui circola su strada, sempre e solo in formato cartaceo (!).

Il tema dello scarso accesso a servizi digitali è molto sentito per il pagamento delle multe, che sono divise tra servizi municipali e servizi centrali della Polizia di Stato: ogni ente ha un proprio modo di interagire con i clienti, e una diversa procedura di notifica degli atti a casa, spesso ancora affidati alle raccomandate postali. Proprio alle Poste, poi, si finisce col dover andare per risolvere le pendenze con la pubblica amministrazione.

Questo spaccato di mancata o rimandata digitalizzazione colpisce anche le aziende, danneggiandole e rappresentando una potenziale barriera all’accesso per nuovi operatori, che spesso non sono dotati delle strutture per far fronte all’enorme mole di adempimenti burocratici richiesti. Questo si traduce in meno concorrenza, quindi meno servizi ai cittadini, con prezzi più alti. Frenare l’innovazione (pur promuovendo una giusta ed equa regolamentazione, certo) non è mai una buona idea, in nessun campo.

Il settore dei servizi interregionali di linea su gomma a mercato, forse meno conosciuto ma con circa 15 milioni di passeggeri l’anno (dati pre-Covid), in particolare di fasce di reddito medio-basse, rappresentando così servizi di mobilità inclusivi e capillari, sconta un processo di autorizzazione delle linee bus scarsamente digitalizzato, con un rimpallo di carte tra aziende e pubblica amministrazione. Il processo è praticamente tutto cartaceo. Mentre in Italia è prossima l’adozione del provvedimento per far viaggiare le merci in tutta Europa senza necessità di fogli di carta, nel settore dei bus per passeggeri la normativa attuale prevede che a bordo di ogni mezzo ci sia almeno una copia stampata conforme per ogni autorizzazione collegata a quel mezzo. Se un mezzo è destinato ad effettuare servizi su più linee, dovrà portare a bordo un plico stampato per ognuna delle linee che effettuerà: un’immagine surreale di faldoni di carta che girano per migliaia di chilometri su e giù per il Paese. Resta molto da fare, dobbiamo continuare a lavorare perché la rivoluzione digitale si completi, per un digitale popolare a portata di cittadino, pubblica amministrazione, imprese.

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