LA RICERCA

Digital transformation, “arranca” l’85% degli studi commerciali

Il report di TeamSystem Communication con l’Università Politecnica delle Marche: la difficoltà più grande è quella di sfruttare la “technology infusion”, che consente di spostare persone e risorse economiche verso le attività a maggiore valore aggiunto

Pubblicato il 09 Feb 2022

teamsystem

L’innovazione per gli studi commerciali passa non soltanto dall’adozione o l’uso della tecnologia, ma soprattutto dal saperla sfruttare in pieno attraverso la cosiddetta “Technology infusion”, per consentire lo spostamento di risorse umane, spaziali, economiche verso le attività a maggiore valore aggiunto. Digitalizzare le procedure e i processi, in altri termini, consente agli studi di avere a disposizione più tempo e più strumenti per condividere conoscenze interne e con i clienti, e per poter realizzare analisi complesse grazie ai dati di cui dispongono.

E’ quanto emerge dall’indagine “Studio commerciale a prova di futuro“, realizzata da TeamSystem Communication, società specializzata nello sviluppo di tecnologie di telefonia Ip, in collaborazione con la Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” dell’Università Politecnica delle Marche, che si è posta l’obiettivo di comprendere l’effettivo grado di digitalizzazione degli studi commerciali italiani.

Studi commerciali, le quattro categorie dell’innovazione

Dalla ricerca sono emersi quattro principali profili di studio commerciale. Il gruppo più consistente, costituito dal 41% degli intervistati può essere definito “Tired Tigers”e comprende realtà medio-piccole, collocate soprattutto nel Sud del Paese, che utilizzano ancora molto il centralino tradizionale, dispongono di Pc fisso e solo in pochi casi di laptop.

Il 27% del campione – spiega TeamSystem Communication – è poi composto da studi, che svolgono attività lavorative anche complesse ma, a fronte di una scarsa dotazione tecnologica, si caratterizzano per la propensione a muoversi per far visita al cliente, i cosiddetti “Cranes”.

Un ulteriore 17% è costituito da studi con portafoglio clienti variegato e che utilizza sia Pc desktop che laptop e spesso anche smartphone o tablet, che vengono denominati “Frogs”, mentre il restante 15%, che include studi soprattutto nel Nord dello Stivale, rientra all’interno di un cluster definito “Bees”, perché è ben organizzato, utilizza tecnologie all’avanguardia e in grado di gestire portafogli clienti di grandi dimensioni.

Zeffirino Pierini: “La completa digitalizzazione è ancora lontana”

“L’indagine – sottolinea Silvio Cardinali, coordinatore scientifico dell’Univpm, che insieme a Marta Giovannetti ha curato la ricerca – si è basata su interviste in profondità e questionari rivolti ad un campione di 199 responsabili degli studi commerciali, diversificati per regione, tipologia di area, dimensione dello studio, età e clientela”.

“Nonostante la pandemia abbia dato un indiscutibile impulso alla digitalizzazione, dai risultati della nostra ricerca, svolta in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, è emerso che, per la maggior parte degli studi commerciali italiani, la completa digitalizzazione dei processi e delle procedure è ancora oggi un obiettivo in divenire, un traguardo che si può dire raggiunto solo nel 15% dei casi e prevalentemente nel Nord”, aggiunge Zeffirino Perini, Ceo di TeamSystem Communication. 

“Alla luce da quanto risultato dalla nostra indagine possiamo concludere che, grazie all’adozione e allo sfruttamento di tecnologie all’avanguardia – conclude – le opportunità di crescita che la maggioranza degli studi commerciali hanno davanti sono davvero notevoli e ci auguriamo che, complici anche i cambiamenti nello stile di vita e dei modi di lavorare imposti dalla pandemia, non tarderanno a coglierle”.

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