LA VISION

Impresa 4.0, Rangone: “E’ l’innovazione ad attrarre i talenti”

Il Ceo di Digital360: “Nelle aziende serve più consapevolezza della quarta rivoluzione industriale. Tutte le professioni oggi sono soggette a cambiamenti importanti, non si deve guardare al futuro con lo specchietto retrovisore”

Pubblicato il 08 Apr 2019

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“Per un giovane neolaureato pieno di entusiasmo e speranze, entrare a far parte di un’azienda che non sta realmente cavalcando la rivoluzione digitale può voler dire imparare modalità di lavoro vecchie e guardare il futuro con lo specchietto retrovisore. La vera attrattività delle aziende si costruisce dimostrandosi realmente consapevoli della quarta rivoluzione industriale in atto e poi agendo concretamente per cavalcarla, mettendo in pratica le innovazioni abilitanti. Questo significa anche consentire alle persone di formarsi acquisendo le necessarie competenze digitali per stare al passo con il cambiamento, ma anche permettere alle risorse interne di contribuire fattivamente alla costruzione del futuro, portando in azienda le loro idee e le loro capacità”. Lo dice in un’intervista ad Adnkronos-Labitalia Andrea Rangone, ceo di Digital360, a proposito del Randstad Employer Brand 2019, riconoscimento che l’operatore internazionale nei servizi per le risorse umane assegna per premiare le imprese in cui gli italiani preferirebbero lavorare.

“Tutte le professioni oggi sono soggette a importanti cambiamenti – prosegue Rangone – perché viviamo in una fase storica in cui non siamo solo in presenza di un po’ di trasformazione digitale, ma siamo immersi in una vera e propria nuova rivoluzione industriale, la quarta che l’umanità abbia conosciuto, abilitata dalle tecnologie digitali come Intelligenza artificiale, Big Data Analytcs, Blockchain e Internet of Things. Dagli avvocati ai medici, dai contabili agli ingegneri, dai musicisti ai manager, ogni professione è destinata a evolvere. Perché il ‘digitale ovunque’, per effetto dell’Internet delle cose e delle persone, metterà sempre più a disposizione moli infinite di dati, che potranno essere letti e interpretati dall’Intelligenza artificiale”.

“Da una parte, questo automatizzerà alcune attività basate su esperienza e intelligenza – conclude Rangone – portando all’eliminazione di alcuni profili professionali che potranno essere sostituiti. Dall’altra assisteremo alla creazione di nuovi profili, che oggi non esistono, basati su capacità e skill in grado di sfruttare ciò che l’automazione digitale metterà a disposizione”.

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