La spesa mondiale in infrastrutture computazionali dedicate a carichi di lavoro AI crescerà, dal 2017 al 2022, con un tasso composto medio annuo superiore al 30%, superando i 6,5 miliardi di dollari nel 2018 e i 17,5 miliardi di dollari nel 2022. E’ quanto emerge da uno studio Idc, secondo cui la quota off-premise di questo mercato, che comprende gli investimenti compiuti dai cloud service provider, crescerà con un tasso annuo superiore a quella on-premise. I workload AI includono applicazioni basate su machine learning e deep learning che fanno un uso intensivo di dati e di tecniche di analisi dei contenuti, strutturati e non.
Una tendenza che si renderà sempre più necessaria dal momento che le aziende saranno sempre più chiamate ad adeguarsi alla trasformazione digitale e ai nuovi modelli di competizione che fanno perno sulla produzione e l’analisi di dati. Per avviare questi nuovi processi – evidenzia Idc – sarà sempre più necessario “impiegare le infrastrutture di nuova generazione per accelerare tempi, processi e progetti, con un momento di discontinuità importante rispetto all’IT aziendale tradizionale”.
Una nuova fase che passa necessariamente, spiega la società di analisi, attraverso l’apertura a nuovi ambienti cloud, dove le infrastrutture on-premise – spiega Idc in una nota – vengono ad espandersi verso forme di cloud dedicato e ibrido per integrare all’interno dell’IT aziendale le possibilità offerte dai data center di ultima generazione. Questo passaggio consentirà alle imprese di accedere a servizi altrimenti irraggiungibili, come quelli basati su Intelligenza Artificiale (AI), Machine Learning e Cognitive Computing, offrendo possibilità impensabili alle aziende nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi, nuovi processi e una cultura decisionale basata sul dato.