PUNTI DI VISTA

Digital Venice, i Big Data a servizio del turismo

In discussione l’interoperabilità dei dati: bisogna costruire un ecosistema digitale per scambiare dati e transazioni tra tutte le città

Pubblicato il 07 Lug 2014

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A Digital Venice, l’evento sull’agenda digitale europea, sarà protagonista anche il turismo con un evento specifico dedicato al tema Big Data. Il 9 luglio dalle 14:30 all’auditorium Santa Margherita di Ca’ Foscari, che è promotrice dell’evento in collaborazione con Poste Italiane, si discuterà di turismo digitale in tre sessioni tematiche.
L’abstract dell’evento esprime come “la fabbrica del turismo sia a pieno titolo un ecosistema digitale che scambia dati e transazioni operative e che per essere efficiente richiede alti livelli di interoperabilità”.
I comportamenti di chi viaggia sono infatti in continua trasformazione, in un contesto digitale in cui quella che è ancora da molti percepita come innovazione è diventata una consolidata abitudine quotidiana. Siamo la cosiddetta Umanità Aumentata, sensori sempre attivi che si muovono, comunicano contenuti, condividono emozioni, cercano informazioni, confidando in suggerimenti e opinioni di chi neanche conosciamo.
In ogni nostra azione c’è però una costante: rilasciano inconsapevolmente una quantità di dati sensibili che vanno a definire il nostro profilo e la nostra reputazione.
Elementi che condizionano involontariamente anche chi entra in relazione con noi, la nostra audience digitale.
Un patrimonio inestimabile di informazioni che per chi opera nella distribuzione e nell’offerta va interpretato e valorizzato per il suo straordinario potenziale.
La tradizionale diffusione di dati statistici a posteriori, che raccontano cosa sia avvenuto nelle stagioni ormai concluse, perde infatti ogni rilevanza al cospetto della possibilità di disporre di indicazioni attualizzate, che possono assumere finalità predittive e in qualche caso perfino prescrittive.
Informazioni che possono abilitare servizi più efficienti e adeguati per le destinazioni, che consentono di attivare relazioni personali e di fidelizzazione con il cliente, e che offrono alle imprese turistiche ottimi elementi per essere più competitivi sul mercato.
Il confronto che parte da Venezia sarà sull’architettura tecnologica e sulle specifiche aperte e condivise con cui digitalizzare la filiera.
Il mantra è l’interoperabilità, un obiettivo da porsi per favorire la disintermediazione e creare le migliori condizioni di accesso al mercato delle imprese turistiche, anche più piccole.
Per rispondere a questa domanda in più sedi sono evocati come urgenti i cosiddetti “identificatori univoci” codici condivisi che definiscano in termini digitali ogni singola componente dell’offerta, e che sono in grado di costituire la base aperta per applicazioni innovative, compatibili con tutte le tecnologie disponibili.
Dal concetto di città intelligente (smart city) si vuole evolvere al concetto di destinazione intelligente (smart destination), perché un turista è un cittadino in trasferta e il cittadino è un turista in attesa di partire.
Il convegno è coordinato da Andrea Casadei, che è anche il promotore del comitato Venezia Turismo Digitale, e sarà aperto da Salvatore Orlando, professore di Informatica di Ca’ Foscari e ricercatore di data mining, data management, web search.
La prima sessione coordinata da Luca Corsato tratterà il tema di “Dove trovare le informazioni e come renderle disponibili”; la seconda sessione è su “Analisi e indici per il turismo” coordinata da Mirko Lalli e la terza sessione, che coordino personalmente, riguarderà “Interoperabilità, open data e standard per il turismo”. Le conclusioni sono affidate a Stefano Quintarelli e Cristiano Radaelli, neo commissario Enit.

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