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Digital360, Rangone: “Ripensare le politiche industriali a tutela delle Tlc”

“La guerra dei prezzi segno anche della mancanza di visione e coraggio manageriale. La competizione si fa sui servizi innovativi e dove sono?”. Far pagare le reti agli over the top? “Serve riflessione seria, evitare altri pasticci”

Pubblicato il 14 Dic 2022

rangone

Un’impasse da cui non si esce. Un paradosso, non solo italiano, ma prevalentemente italiano, che ha incancrenito il sistema e che rischia molto seriamente di portarlo al collasso. Andrea Rangone, Presidente di Digital360 non usa mezzi termini per descrivere uno scenario uguale a sé stesso da almeno 10 anni a questa parte (QUI LE SLIDE DELLA PRESENTAZIONE A TELCO PER L’ITALIA).

“Ci troviamo ogni anno a fare il punto della situazione e ogni anno siamo allo stesso punto. Il quadro è allarmante, non ci si sta rendendo conto di quel che potrebbe accadere ormai a breve termine, ossia una capacità sempre minore di generare cassa”.

Presidente, nemmeno la pandemia e la conseguente corsa al digitale hanno dunque aiutato.

Incredibile a dirsi ma proprio così. L’aumento vertiginoso del traffico dati e del ricorso a soluzioni digitali a partire dai lockdown sembravano aver messo finalmente in moto la macchina nazionale in direzione di una svolta definitiva. E invece le cose non sono andate così: le telco continuano imperterrite a farsi la guerra sui prezzi e nessuna è in grado di mettere fine a questo perverso meccanismo. Bisogna interrogarsi, a questo punto anche sulla visione industriale e manageriale: la competizione sulle tariffe non sortisce neanche l’effetto di fidelizzare i clienti, sappiamo bene che i consumatori sono pronti a cambiare operatore non appena si presenti l’occasione giusta, che è sempre e solo quella di offerte al ribasso. Dove sono i servizi a valore aggiunto? Cosa fa la differenza fra un operatore e l’altro? Diciamolo francamente: è una situazione di stallo. Poi certo le responsabilità non sono solo del mercato.

E chi altro ha la responsabilità?

Se il settore delle Tlc versa in queste condizioni è anche frutto di una mancata politica industriale e di visione di lungo periodo nonché di misure strutturali inesistenti. E anche sul fronte regolatorio non si riesce a trovare una quadra. Le autorità a cui fanno capo altre utilities sono state molto più attente sulle policy di pricing, per le Tlc invece non è stata trovata una tutela adeguata che consenta una remunerazione corretta e sostenibile degli investimenti. Sono mesi che dibattiamo di tariffe del gas, che stanno aumentando a dismisura eppure aumentano. Ma non si comprende che senza un aumento delle tariffe di Tlc qui si impantana tutto. Il Pnrr è a rischio? Se non si spingono gli investimenti in infrastrutture e non si crea ossigeno per gli investitori certo che è a rischio.

L’Europa sta puntando all’obbligo di co-investimento da parte degli over the top per spingere la realizzazione delle nuove reti a banda ultralarga, cosa ne pensa?

Penso che sia necessaria una riflessione seria altrimenti si rischiano ulteriori pasticci. Facciamo un esempio: i produttori di auto devono pagare per la realizzazione di infrastrutture stradali? Si può anche pensare che sia questa la soluzione, così come una soluzione allora potrebbe essere imporre una tassa a carico dei consumatori. Ma non è meglio sciogliere definitivamente il nodo che sta alla base di questa situazione? Ossia trovare un equilibrio come avviene con le altre utilities? E poi c’è un altro elemento da tenere in considerazione: in Europa ci sono sostanziali differenze fra i vari Paesi, l’Italia è senza dubbio messa male sul fronte delle tariffe di Tlc, le più basse in assoluto, e anche fra operatori ci sono differenze sul fronte dei margini. È molto complesso trovare una via europea che sia vantaggiosa per tutti.

Come uscirne dunque?

In una situazione di questo tipo bisogna dire basta. Devono dire basta le telco, trovando il coraggio di rivedere le politiche di pricing e bisogna ripensare le politiche industriali a tutela della filiera delle Tlc. I rincari energetici e l’inflazione galoppante hanno inferto un ulteriore colpo al comparto. E tutta la filiera è impattata a catena, comprese le imprese di rete chiamate a posare le infrastrutture. Rischiamo davvero il patatrac. Un’ultima cosa: siamo alla soglia di una nuova rivoluzione, quella della tv connessa e del 4K: senza reti performanti come si faranno a garantire servizi adeguati? Ne va anche e soprattutto dell’ecosistema digitale nazionale. Non è uno scherzo.

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