“Il 2015 sarà l’anno decisivo. O si accelera sulle cose da fare o si perderà terreno in maniera irreparabile”. Ad affermarlo è Elio Catania, presidente di Confindustria digitale, in un’intervista pubblicata oggi dal Sole24ore. “Alessandra Poggiani alla guida dell’Agenzia per l’Italia digitale sta facendo un buon lavoro e i due documenti strategici su banda larga e crescita digitale prodotti dal Governo a novembre rappresentano un aspetto positivo – spiega – Ora però serve lo scatto”.
Per centrare l’obiettivo Catania propone due ricette: “Imporre che tutta una serie di operazioni con la PA si facciano in digitale”, e “l’impegno a convincere anche le aziende più riottose che il digitale conviene”, anche attraverso “un credito d’imposta sul digitale tout court”. “Stiamo lavorando alla nostra proposta – afferma – che prevede la defiscalizzazione significativa della quota di investimento eccedente quella dell’anno precedente”.
Poi Catania pazza ad analizzare la questione dei fondi necessari per questa riforma: “E’ una questione di politica industriale – sottolinea – Il commercio elettronico può rappresentare una chiave di volta per aziende come quelle italiane, eppure ancora si usa poco”.
Ma, al di là del problema dei fondi, Catania sottolinea altri due aspetti: “Uno – afferma – è il tema della convergenza digitale tra il centro e le Regioni, e il titolo V non aiuta. L’interconnessione delle banche dati, l’integrazione dei sistemi distribuiti sul territorio, la condivisione degli standard, sono essenziali per far sì che la digitalizzazione possa pagare in termini di efficacia e resa economica. E poi la cultura dell’innovazione passa anche attraverso le regole – conclude il presidente di Confindustria digitale – Vedo troppa paura che sfocia poi in demonizzazione dei nuovi attori che si stanno affacciando sulla scena. Il regolatore deve considerare di più gli aspetti di opportunità e di crescita in arrivo da queste esperienze,.altrimenti il digitale finirà per essere un’occasione mancata”.