IL DOCUMENTO

Confindustria, via a Fabbrica Europa: digitale al centro

L’associazione lancia le proprie proposte per i candidati alle elezioni europee 2024 e mette in primo piano i temi legati all’innovazione. Il presidente Bonomi: “Urgenti interventi di politica industriale”. Stefan Pan: “Serve un rinascimento per il settore”

Pubblicato il 20 Feb 2024

chip europa

Sono dieci i messaggi chiave che il sistema di Confindustria lancia per stimolare l’impegno del prossimo Parlamento europeo sulle azioni capaci di rilanciare la competitività del nostro continente grazie a un “Rinascimento dell’industria europea”. Raccolti nel documento Fabbrica Europa. Le proposte di Confindustria per un’Europa competitiva” (SCARICA QUI IL DOCUMENTO COMPLETO), questi messaggi intendono fornire una base per un confronto in vista delle elezioni europee, rivolgendosi in particolare ai candidati. Il green deal, la transizione digitale e le competenze, il rafforzamento del mercato interno e il level playing field tra concorrenti, la promozione degli gli investimenti in ricerca e sviluppo e la tutela della proprietà intellettuale sono tra i temi evidenziati seguendo una logica di sistema, che dà voce a tutte articolazioni territoriali e di settore dell’associazione degli industriali.

Il prossimo Parlamento europeo sarà chiamato a prendere decisioni vitali per l’Ue: è importante che si riappropri del suo ruolo politico che a volte è stato sottratto dalle ingerenze delle Commissioni. Agli eurodeputati chiediamo di avere polso fermo e di riappropriarsi di questo ruolo politico”, ha affermato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi presentando “Fabbrica Europa”.

“La soluzione che proponiamo, la fabbrica di idee per rendere l’Europa pių forte, tocca tutti noi perché senza pace sociale non c’è futuro e, per avere pace sociale, abbiamo bisogno di tanta industria che in Europa manca e dobbiamo recuperare. Serve un Rinascimento industriale in Europa”, ha affermato Stefan Pan, delegato per l’Europa di Confindustria.

Il documento è stato presentato a Roma nell’ambito di un convegno al quale sono intervenuti il presidente di Confindustria Bonomi, il dg Raffaele Langella e il direttore dell’Ufficio in Italia del Parlamento europeo Carlo Corazza.

La politica industriale al cuore della competitività dell’Ue 

Bonomi ha sottolineato “l’urgenza di interventi di politica industriale: purtroppo la nostra impressione è che il ceto politico non abbia la consapevolezza di questa urgenza. La sfida di Cina e Usa ci dice che non c’è più tempo. Rivolgo un appello ai media e a tutti coloro che fanno informazione: non permettiamo che questo importante passaggio democratico diventi una grande arma di distrazione di massa in mano alla politica. Bisogna tenere la politica sul dibattito dei temi europei, senza industria non c’è Europa”, ha aggiunto.

Il primo macrotema illustrato dal documento “Fabbrica Europa” è, non a caso la competitività con il resto del mondo. Le proposte si soffermano sull’esigenza di rafforzare ed ampliare la rete di accordi di libero scambio e assicurarne l’implementazione (da negoziati come il Mercosur all’apertura di nuove vie, guardando a Asia, Africa, America Latina), di assicurare un level playing field e tutelare gli interessi delle imprese europee, di rafforzare la difesa comune europea e migliorare il coordinamento tra Ue e Nato.

Focus su digitale, green e competenze

Nella top ten dei macrotemi affrontati dal documento di Confindustria campeggiano le questioni che ruotano intorno alla transizione digitale e green.  Sulle “Politiche europee per la competitività dell’industria nella transizione verde”, l’associazione suggerisce di affiancare al green deal una politica industriale europea per restare al passo nella corsa globale alle tecnologie del futuro“, con  neutralità tecnologica e fondi a sostegno degli investimenti, “completare l’integrazione dei mercati dell’energia elettrica, creare un mercato unico del gas e sviluppare una strategia europea per l’energia nucleare”, riformare le regole Ets (il sistema di scambio delle emissioni), avviare una valutazione del Cbam (il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere) e promuovere l’economia circolare e la simbiosi industriale nei modelli di business..

Il terzo tema – “Politiche europee per la competitività dell’industria nella transizione digitale” – si sofferma sulle questioni cruciali del miglioramento delle competenze digitali, la regolamentazione dell’intelligenza artificiale “per rendere l’Ue il continente ideale dove investire in questa tecnologia” e la promozione della transizione all’economia dei dati.

Segue nel documento il macrotema “Trasporti e infrastrutture“: su questo fronte le proposte si articolano dal “completare tempestivamente la rete transeuropea di trasporto Ten-T)” al “garantire un percorso di transizione verso la mobilità green che prenda in considerazione molteplici soluzioni, in linea con il principio della neutralità tecnologica” a “creare un quadro normativo sinergico tra legislazione in materia di trasporti e in materia di ambiente“.

Mercato interno, equilibrio di bilancio e politica di coesione 

Il quinto tema è “Rafforzare il mercato interno per la competitività delle imprese”, in particolare con misure per “garantire l’uniformità nell’applicazione del diritto Ue”, evitando che i singoli Stati creino “barriere inutili e complicazioni”.

Sesto capitolo: “Equilibrio di bilancio, politica di coesione e investimenti a sostegno della competitività”. Qui si evidenzia l’opportunità di rilanciare la Capital markets union, creare un nuovo safe asset di debito comune europeo sul modello di Next-Generation Eu, assicurare che la regolamentazione del sistema bancario sia realmente in grado di consentire alle banche di supportare lo sviluppo delle imprese, assicurare che nella nuova programmazione del Qfp (il quadro finanziario pluriennale) vengano preservate le risorse della coesione e si tenga debitamente conto delle esigenze del mondo delle imprese, sia in termini di merito che di metodo.

Il lavoro, la concorrenza e l’R&D

Il settimo capitolo guarda alle grandi questioni del lavoro: si suggerisce di promuovere “un modello sociale europeo inclusivo, sostenibile e competitivo”, con l’adozione di strumenti adeguati a gestire le transizioni occupazionali,rilanciare le politiche attive del lavoro e incoraggiare l’occupabilità e promuovere la formazione continua dei lavoratori.

Confindustria si sofferma ancora su “Regole di concorrenza, concentrazioni e aiuti di Stato”, per ridefinire gli strumenti esistenti in materia di aiuti di Stato, affinchésiano più adeguati alle specifiche esigenze delle imprese e siano previste risorse comuni a tutti gli Stati membri.

Il nono capitolo “Ricerca, innovazione e proprietà intellettuale” sottolinea la necessità di preservare la centralità del sistema dei brevetti e l’attrattiva per gli investimenti. Per Confindustria occorre “assicurare il supporto agli investimenti in ricerca e innovazione garantendo al contempo una maggiore coerenza e migliori sinergie tra programmi Ue e iniziative nazionali, con particolare attenzione all’impatto ed ai risultati concreti dei progetti finanziati. Confindustria chiede anche di perseguire una maggiore autonomia e contribuire al rafforzamento della posizione europea nella produzione e fornitura di beni e servizi sanitari.

Legiferare meglio e armonizzare il permitting

Il documento si chiude con il decimo macrotema, “Legiferare meglio per sostenere la competitività delle imprese”, dove si chiede di riformare il ricorso agli atti delegati e promuovere la trasparenza nell’affidamento delle valutazioni d’impatto. Confindustria chiede anche di garantire maggiore armonizzazione nel contesto dell’industrial permitting europeo. 

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