I ceo di 19 gruppi industriali europei hanno scritto ad Ursula von der Leyen invitando la Commissione europea ad agire con urgenza per evitare che l’Europa diventi una semplice comparsa nello scenario competitivo dell’economia digitale.
Le 19 aziende
La lettera aperta – firmata dagli amministratori delegati di Capgemini, CaixaBank, Einride, Enel, Eni, E.On, Ericsson, Deutsche Bahn, Deutsche Bank, Iberdrola, Industria de Diseño Textil, Nokia, Renault group, Rwe, Sap, Schneider Electric, Siemens, Sonae e Verbund – è stata consegnata alla presidente della Commissione von der Leyen e al Collegio dei Commissari questa mattina.
Il report di Draghi
Anche alla luce di quanto scritto da Mario Draghi nel suo report sulla competitività appena consegnato alle autorità europee, i ceo mettono l’accento su digitalizzazione, connettività 5G e in fibra e decarbonizzazione come i puntelli della competitività industriale europea.
“La base industriale dell’Europa è forte e solida, ma richiede alti livelli di investimento e condizioni politiche adeguate affinché ogni settore possa crescere, innovare e rimanere competitivo a livello globale. La connettività non fa eccezione. Come industria europea, abbiamo bisogno di una maggiore collaborazione e di investimenti in connettività affidabile, sicura, resiliente e di alta qualità, oltre che di investimenti in infrastrutture informatiche. Ecco perché noi, in qualità di ceo di grandi aziende europee, riteniamo che sia urgente agire ora e plasmare il futuro dell’infrastruttura digitale europea. È in gioco la competitività europea”, si legge nella lettera.
La connettività veloce è alla base della digitalizzazione
“L’Europa si avvicina alla metà del nuovo secolo in un contesto geopolitico instabile e con prospettive economiche incerte. Ci attendono grandi sfide e opportunità che richiedono all’Europa di abbracciare la digitalizzazione per le sue società e per la sue economie. Lo sviluppo e l’implementazione dell’innovazione digitale sono fondamentali per aumentare la competitività dell’Europa. In questo contesto, una connettività più efficiente sta alla base della digitalizzazione, fattore chiave per la produttività e la decarbonizzazione in tutti i settori”, si legge nella lettera.
La lettera prosegue citando un recente White Paper in cui la Commissione europea ha osservato che “il futuro della competitività di tutti i settori dell’economia europea dipende dalle infrastrutture e dai servizi di rete digitali avanzati, che costituiscono la base per una crescita del pil globale compresa tra 1 e 2 trilioni di euro”. Gli obiettivi del Decennio digitale prevedono che le nuove reti 5G e Ftth o i satelliti raggiungano quasi ogni angolo d’Europa entro il 2030, in modo che nessun cittadino e nessuna impresa rimanga indietro.
I capi di governo, nelle recenti dichiarazioni finali del Consiglio europeo, hanno anche osservato che “la trasformazione digitale delle imprese, del governo e della società richiede un vero mercato unico dei servizi e dei dati digitali, incoraggiando e facilitando gli investimenti nelle infrastrutture digitali come il 5G e il 6G, e l’applicazione di tecnologie digitali rivoluzionarie come l’Ai, la blockchain, l’informatica quantistica e la tecnologia della realtà immersiva”.
L’Europa deve investire di più nelle telecomunicazioni
Negli ultimi dieci anni, secondo la European Round Table for Industry, gli operatori di telecomunicazioni hanno investito 500 miliardi di euro per aggiornare ed espandere le reti europee. Mario Draghi – che ha appena diffuso la sua relazione sulla competitività “The future of European competitiveness” – ci ha ricordato che, nonostante gli sforzi, gli “investimenti pro capite nelle telecomunicazioni sono la metà di quelli degli Stati Uniti e siamo in ritardo nella diffusione del 5G e della fibra ottica”.
“Per questo motivo concordiamo con l’analisi della Commissione, secondo cui è necessario fare di più per risolvere la situazione e sosteniamo le azioni volte a migliorare gli investimenti nella connettività e nella digitalizzazione in tutto il continente”, si legge nella missiva.
La posta in gioco per l’economia europea va ben oltre il futuro di un singolo settore, si legge ancora. Lo ha sottolineato l’ex Presidente del Consiglio italiano Enrico Letta nella sua Relazione di alto livello, quando ha osservato che “la mancanza di integrazione nei settori finanziario, energetico e delle telecomunicazioni è una delle ragioni principali del declino della competitività dell’Europa”. Se non creiamo subito le condizioni per un forte aumento degli investimenti nelle reti, l’intero tessuto industriale europeo ne risentirà.
In gioco la competitività e la leadership tecnologica europee
Oggi le imprese europee investono nella digitalizzazione dei processi, nell’applicazione dell’intelligenza artificiale e nella realizzazione della visione di “Industria 4.0”, ma ciò non può essere realizzato senza una connettività innovativa. Per dirlo con le parole di Enrico Letta: “Tecnologie come il 5G (6G in futuro), l’IoT, il web3.0, l’edge – cloud computing o l’Ai creeranno opportunità economiche completamente nuove. Naturalmente, la diffusione di queste tecnologie si basa sulle reti, che forniranno nuove capacità, come una maggiore potenza di calcolo o diversi livelli di latenza”. Essendo la patria di alcuni dei principali produttori di telecomunicazioni del mondo, l’Europa è stata una forza motrice importante nel promuovere l’innovazione delle reti. Tuttavia, per costruire la leadership tecnologica europea che offra una connettività affidabile e avanzata è necessario un maggiore supporto.
Sono moltissimi i casi d’uso possibili, in tutti i settori dell’economia e della società: nella mobilità, nel mercato interno dell’energia dell’Ue, nel settore sanitario e nei trasporti ferroviari. Le reti private 5G, in particolare, possono dare impulso all’automazione industriale collegando applicazioni pesanti in vari settori.
“Accogliamo con favore il lancio dell’EC White Paper e riteniamo che sia essenziale garantire che le esigenze e le proposte di tutte le industrie siano prese in considerazione nel lavoro previsto per il futuro. Solo così gli sforzi degli attori europei potranno essere sostenibili e di successo”, concludono i 19 ceo.