Digitale e sostenibilità, accoppiata vincente per la crescita. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana aprendo il convegno “Ecodesign, competenze, circolarità: l’occasione delle Corporate Academy per il made in Italy”, oggi presso la Sala della Regina di Montecitorio, ha acceso i riflettori sul nuovo modello economico.
“L’emergenza climatica e ambientale esige l’adozione modello economico basato su principi della circolarità e della sostenibilità, sulla capacità di recuperare, riutilizzare e rinnovare materiali e prodotti esistenti. Serve dunque un nuovo modello produttivo e occorre un sistema che sfrutti tutte le potenzialità offerte dall’innovazione tecnologica, riducendo al minimo l’impatto ambientale di tutti i prodotti – ha spiegato Fontana – Il nuovo modello economico sostenibile e digitale richiede una specializzazione e una produttività elevate, solo alti livelli di formazione e competenza possono garantirlo”.
L’importanza degli Its
“In questo contesto – ha continuato Fontana – gli istituti tecnologici superiori rappresentano una risorsa preziosa per affrontare e vincere la sfida della doppia transizione. Per sviluppare le competenze e far crescere la competitività italiana è necessario che la formazione sia in grado di rispondere alle competenze tecniche e tecnologiche richieste dal mercato del lavoro. E’ fondamentale continuare a monitorare la sua evoluzione per fare in modo che l’offerta formativa sia aggiornata e in linea con i profili professionali richiesti. Seguendo questa direzione sarà possibile realizzare una corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro”.
“Occorre rafforzare la collaborazione e il dialogo tra istituti tecnici superiori, imprese, università e altre istituzioni ed enti di alta formazione per rendere ancora più solida l’offerta formativa di questi istituti e favorire così la competitività delle nostre imprese – ha concluso – Occorre al tempo stesso valorizzare una politica industriale che abbia il suo punto di forza nell’innovazione, nell’efficienza e nella sostenibilità. Vanno dunque stimolati investimenti in ricerca e la progettazione ecosostenibile. Sono convinto che investire in competenze sia la chiave per superare le sfide della transizione ecologica e digitale e rendere così la nostra economia più competitiva”.
A Verona un hub per l’economia circolare
Nasce a Verona il centro dipartimentale per la ricerca e l’innovazione sull’Economia circolare. La presentazione si è tenuta questa mattina, mercoledì 20 settembre, nell’aula SMT6 del Polo Santa Marta, alla presenza del Magnifico Rettore dell’università di Verona Pier Francesco Nocini, dell’assessore all’Istruzione, formazione, lavoro, pari opportunità della Regione Veneto Elena Donazzan e del direttore del dipartimento di Management Univr Diego Begalli. Obiettivo del nuovo centro, finanziato con un contributo della Regione Veneto di 200 mila euro, è quello di promuovere la ricerca scientifica, lo sviluppo di nuove linee di ricerca sperimentali e la sua divulgazione nelle aziende e negli enti territoriali contribuendo così all’incremento della competitività del sistema imprenditoriale veneto. Questo segna l’inizio di una collaborazione innovativa e promettente che contribuirà notevolmente allo sviluppo economico e alla sostenibilità della regione. L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile con il riciclo. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore. I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”.
L’obiettivo dell’hub
Negli anni a venire, una delle sfide più rilevanti per le imprese venete sarà l’adozione del paradigma dell’economia circolare e la sua applicabilità su un network più ampio di imprese. Il nuovo Centro di Ricerca si concentrerà su questo obiettivo innovativo, offrendo supporto scientifico e divulgativo alle aziende di ricerca su alcune aree specifiche: nell’ambito della gestione e organizzazione della logistica e della supply chain, della digitalizzazione dei processi organizzativi e della sostenibilità dei modelli di business. Il centro di ricerca e trasferimento della conoscenza sulla Circular Supply Chain sarà uno spazio dedicato all’aggiornamento delle competenze professionali, operative e manageriali, fondamentali per mantenere la competitività delle imprese venete nei nuovi paradigmi economici, migliorando l’attrattività e il benessere del territorio. Il dipartimento di Management dell’università di Verona, nel corso degli ultimi tre anni, ha investito risorse significative in progetti di ricerca su bandi competitivi, sviluppando competenze uniche nel campo delle scienze aziendali e manageriali. Queste competenze saranno messe al servizio delle imprese e del territorio nella transizione verso l’economia circolare.
Il ruolo della Regione Veneto
La Regione Veneto ha sviluppato strategie regionali di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente (RIS3) al fine di generare risorse e capacità uniche basate sulle strutture industriali e le conoscenze distintive della regione. Questo partenariato mira a potenziare la ricerca e l’innovazione attraverso la collaborazione tra imprese e istituzioni accademiche, con particolare attenzione alla transizione verso un’economia a zero emissioni di carbonio e nuove politiche digitali e green. Inoltre, l’università di Verona sta lavorando in collaborazione con le imprese per sviluppare un nuovo percorso di laurea magistrale in Supply chain management, al fine di formare professionisti altamente qualificati richiesti dal contesto produttivo veneto per aumentarne la competitività. Tale percorso che partirà ad ottobre 2024 ha visto attivamente la partecipazione di primarie imprese ed enti, ricordiamo il Consorzio Zai – Interporto Quadrante Europa di Verona, Smeg-Bonferraro, Gruppo Teddy, Gruppo Calzedonia, Toyota Material Handling, Lidl, Avanzini Logistica, la Rete Innovativa Regionale Rivelo in Logistica, Fondazione Speed Hub e Amici di LogiMaster.