BAROMETRO EDENRED-IPSOS

Digitale, il fattore X del “benessere organizzativo”

Gli scenari disegnati dalla digital transformation alla base della decima edizione del Barometro Edenred-Ipsos. Piattaforme di condivisione, smart working, social network aziendale motori di innovazione nei processi lavorativi e sociali

Pubblicato il 19 Giu 2015

Felicia Pelagalli, founder Culture srl

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Triste primato: gli italiani sono i lavoratori europei con meno fiducia nel futuro secondo il Barometro Edenred-Ipsos 2015, l’indagine sul benessere organizzativo condotta, in 14 paesi europei, su un totale di 13.600 dipendenti (di cui 1.000 in Italia) contattati online nel mese di gennaio 2015.

I risultati dell’indagine mostrano Germania e Austria ai primi posti (con il 62% e il 60%), mentre l’Italia e la Francia sono agli ultimi con solo il 23% e il 26% di lavoratori che dichiarano di avere fiducia nel futuro del proprio paese. Un’Europa spaccata in due.

Ben il 47% dei lavoratori italiani è preoccupato di “conservare l’impiego” (contro una media europea del 33%), meno il “livello salariale” 32% (rispetto al 39% della media europea) e la “quantità di tempo dedicato al lavoro” 21% (rispetto al 28% della media europea).

Per quanto riguarda la percezione di qualità della vita al lavoro, mentre in Finlandia, Austria e Germania risulta alta nel 53%, 51% e 49% dei casi, in Italia dichiarano un’alta qualità della vita lavorativa solo il 26% dei lavoratori (peggio di noi solo i lavoratori della Turchia, al 25%, rispetto a una media europea del 36%).

È forte dunque in Italia la sensazione di malessere e il sentimento di sfiducia verso il futuro, anche tra chi è attivo e lavora. Nell’ultimo periodo si è parlato molto di crisi di fiducia e si avverte forte la necessità di ricostruirla, di rinnovarla.

La fiducia è il sentimento fondante i rapporti e i contratti tra esseri umani. La fiducia è la matrice essenziale della società. Senza di essa il cambiamento e lo sviluppo virtuoso semplicemente non sono possibili: giunti a una certa quota si accartocciano su se stessi come edifici privi di base e struttura. È un sentimento intangibile, che diamo per scontato, di cui ci accorgiamo soltanto quando si incrina, quando viene a mancare.

Ma la fiducia è la precondizione per sviluppare innovazione e per promuovere cultura digitale nelle persone. Il cambiamento richiede un superamento della paura. Cambiare significa passare dal noto all’ignoto, e questo fa paura.

E l’innovazione, nel senso di innovare “rendere nuovo”, crea nuovi modelli di relazione sociale, innova i rapporti con l’altro, e può alimentare fiducia.

Innovazione. Quest’anno il Barometro Edenred-Ipsos, giunto alla decima edizione, ha dato particolare attenzione alla trasformazione digitale in corso. Il 73% dei lavoratori europei dichiara di avere familiarità con il digitale nel proprio universo personale e il 28% considera la propria azienda in ritardo rispetto al settore d’appartenenza. Il 40% dei lavoratori ritiene che il digitale abbia un impatto positivo sulla propria motivazione (in particolare sulle competenze, sulla qualità della vita al lavoro e sull’autonomia), mentre il 20% dei lavoratori teme un impatto negativo nell’equilibrio tra la sua vita professionale e la sua vita privata.

Tra le iniziative intraprese in questi ultimi anni nella propria azienda (campione riferito solo alle aziende con più di 100 dipendenti) figurano: gestione elettronica dei processi HR, e-learning, social network aziendale (blog, chat, piattaforme collaborative …) e dematerializzazione degli spazi di lavoro.

È evidente che la trasformazione digitale comporterà una ridefinizione dei processi aziendali, delle modalità di lavoro, delle relazioni tra le persone entro le organizzazioni e, soprattutto, della rappresentazione di ciò che definiamo “benessere organizzativo” (da benessere = “stare bene” o “esistere bene“).

Le piattaforme di condivisione dei contenuti potranno favorire il superamento della logica del conflitto, alimentando dinamiche di collaborazione. Lo smart working, la ridefinizione del concetto di spazio, con la dematerializzazione dei luoghi di lavoro e il superamento della logica della stanza e della scrivania, e quello di tempo, con il progressivo abbandono della logica della timbratura, potranno promuovere una maggiore responsabilità individuale, valorizzando sempre più la relazione di fiducia tra le persone e nei confronti del futuro.

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