Connessione universale entro il 2030: è questo il primo degli 8 step della “Roadmap for Digital Cooperation” presentata dall’Onu con l’obiettivo di guidare la cooperazione globale sui temi dell’intelligenza artificiale, protezione dati e privacy, sorveglianza online e cybersecurity.
“La tecnologia digitale sta plasmando la storia. Ma c’è anche la sensazione che stia scappando con noi. Dove ci porterà? La nostra dignità e i nostri diritti saranno rafforzati o diminuiti? Le nostre società diventeranno più uguali o meno uguali?” sono le domande lanciate dal Segretario generale dell’Onu António Guterres che prosegue: “Le risposte a queste domande dipendono dalla nostra capacità di lavorare insieme tra discipline e attori, tra nazioni e divisioni politiche. Abbiamo la responsabilità collettiva di orientare queste tecnologie in modo da massimizzare i benefici e ridurre le conseguenze indesiderate e l’uso dannoso “.
Connettere per proteggere
“Connettere, rispettare e proteggere le persone nell’era digitale” il messaggio chiave. Perché la pandemia da Covid-19, si legge nel rapporto, “ha sottolineato la nostra dipendenza dalle tecnologie digitali e il rapporto rappresenta un appello urgente per affrontare il modo in cui utilizziamo e salvaguardiamo le tecnologie digitali per aiutare tutte le persone”.
Basata su raccomandazioni fatte dal Comitato di alto livello sulla cooperazione digitale e su indicazioni di Stati Membri, la road map ha tenuto conto dei pareri del settore privato, società civile, comunità tecnologica e altri gruppi. Il Comitato, presieduto congiuntamente da Melinda Gates e Jack Ma, ha rappresentato un’inedita combinazione di discipline, settori, generi, età e distribuzione geografica. Nel rapporto del giugno 2019 era stata avviata una fitta rete di consultazioni e dibattiti che sono oggi alla base della stesura della road map.
Ecco tutti i punti della road map: connessione universale entro il 2030; promuovere l’accesso a beni digitali pubblici per un mondo più equo; garantire l’inclusione digitale per tutti, compresi i gruppi più vulnerabili; rafforzare la capacità di creazione digitale incentivando istruzione e addestramento globali; assicurare la tutela dei diritti umani nell’era digitale, sostenere una cooperazione globale sull’intelligenza artificiale che si fondi su fiducia, diritti umani, sostenibilità, sicurezza e promuova la pace; promuovere fiducia e sicurezza digitali; costruire un’architettura più efficace per la cooperazione digitale, facendo della governance digitale una priorità per le Nazioni Unite.
Oltre la metà delle donne non connesse
La Roadmap for Digital Cooperation è il risultato di uno sforzo globale pluriennale cui molti attori di diversi settori hanno contribuito per dare risposta a una serie di temi legati a Internet, intelligenza artificiale e altre tecnologie digitali. “Giunge in un momento critico per la tecnologia digitale – si legge nel documento – con il virus che ha evidenziato opportunità e sfide connesse all’accelerazione della digitalizzazione”.
“I benefici dimostrati dalla pandemia, quali ricerca collaborativa sul vaccino, lavoro e apprendimento remoti, commercio in rete –si legge -, riflettono anche una crescente divisione tra chi è connesso e chi no”.
Quasi la metà della popolazione mondiale, il 46,4% secondo l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, non è in grado di connettersi a internet e resta pertanto escluso da una piena partecipazione all’era digitale.
Le donne ne sono toccate ancora di più, con solo il 48% di loro connesso. Nel frattempo, mentre continuano gli sforzi di ampliare il numero di coloro che sono connessi, sono sorte nuove vulnerabilità. Attacchi informatici e adozione della tecnologia digitale procedono a un passo assai più spedito delle misure che a livello nazionale, regionale e globale dovrebbero governarla.
“Non esistono frontiere nello spazio digitale – dice Guterres -. Oggi chiedo a tutti gli Stati Membri delle Nazioni Unite e ai nostri partner nell’industria e nella società civile di espandere la cooperazione sulle tecnologie digitali. Solo lavorando insieme potremo connettere tutti entro il 2030, rispettare i diritti umani in rete, e tutelare i più vulnerabili dai pericoli potenziali dell’era digitale.”