LA RACCOMANDAZIONE

Digitale, la Ue all’Italia: “Espandere gli investimenti, Pnrr strategico”

Nel pacchetto che la Commissione ha inviato al Consiglio si chiede al nostro Paese di spingere di più sull’innovazione facendo leva sui fondi del Recovery Plan e altre risorse europee. Stop al patto di stabilità anche per il 2023. Colao: “In linea sui target, ce la faremo”

Pubblicato il 23 Mag 2022

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La Commissione Ue raccomanda all’Italia, per il 2022 e il 2023, di “espandere gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale e per la sicurezza energetica, anche utilizzando il Recovery fund, il RePowerEu e altri fondi dell’Ue”. Lo rileva la Commissione europea nel pacchetto primaverile del semestre europeo con gli orientamenti fiscali per l’Ue e per i suoi Stati membri.

“La natura specifica dello shock macroeconomico impartito dall’invasione russa dell’Ucraina, nonché le sue implicazioni a lungo termine per le esigenze di sicurezza energetica dell’Ue, richiedono un’attenta progettazione della politica fiscale nel 2023 – si legge nel documento – La politica fiscale dovrebbe espandere gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale e la sicurezza energetica. L’attuazione completa e tempestiva dei Pnrr è fondamentale per raggiungere livelli più elevati di investimento”.

Stop al patto di stabilità anche nel 2023

La Ue ha anche deciso un ulteriore stop al patto di stabilità, anche nel 2023. Decisione, questa, che Eurogruppo ed Ecofin si apprestano a sostenere nelle riunioni di oggi pomeriggio e domani a Bruxelles. Nonostante il “congelamento”, la Ue consiglia ai Paesi ad alto debito di restare pridente sulle politiche di bilancio, “controllando l’aumento della spesa primaria corrente” anche il prossimo anno.

Inoltre,  nel documento la Commissione indica chiaramente che verrà valutata  nuovamente la situazione di bilancio degli Stati membri nell’autunno del 2022 mentre nellaa primavera del 2023 “valutera” la proposta di proporre l’apertura di procedure per i disavanzi eccessivi sulla base dei dati sui risultati per il 2022, in particolare tenendo conto del rispetto delle raccomandazioni specifiche riguardanti il bilancio dei Paesi.

La Commissione indica inoltre che che “la natura specifica dello choc macroeconomico provocato dall’invasione russa dell’Ucraina, nonché le sue implicazioni a lungo termine per le esigenze di sicurezza energetica della Ue, richiedono un’attenta progettazione della politica di bilancio nel 2023”.

Ecco perché la Ue dovrebbe ampliare gli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale oltreché per la sicurezza energetica.

Bruxelles conferma che “la continua attivazione della clausola di salvaguardia generale nel 2023 consentirà” alla politica di bilancio nazionale di reagire prontamente quando necessario, garantendo nel contempo una transizione graduale dall’ampia sostegno basato all’economia durante il periodo della pandemia verso una maggiore attenzione alle misure temporanee e mirate e alla prudenza fiscale necessaria per garantire la sostenibilità a medio termine”. Inoltre viene indicato che “le politiche per mitigare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia e sostenere coloro che fuggono dall’Ucraina contribuiranno a una politica di bilancio espansiva nel 2022 per la Ue nel suo insieme”.

 Il Pnrr e gli investimenti digitali

Il governo italiano uno stanziamento totale di 49,86 miliardi di euro – obiettivo della Missione 1 del Pnrr – punta a rilanciare la competitività e la produttività del Paese, agendo su alcuni temi-chiave del sistema economico, intervenendo sulla connettività di cittadini, imprese e PA, adeguando il sistema produttivo e valorizzando il patrimonio culturale e turistico. La Missione 1 si articola in 3 componenti.

M1C1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA

Con 11,15 miliardi di euro stanziati, la componente riguarda la Pubblica Amministrazione in modo capillare agendo sugli aspetti di “infrastruttura digitale”, spingendo la migrazione al cloud, accelerando l’interoperabilità tra gli enti pubblici, snellendo le procedure secondo il principio “once only”, rafforzando le difese di cybersecurity, rafforzando le competenze digitali del capitale umano della PA e semplificando drasticamente la burocrazia. Si suddivide a sua volta in 3 linee di intervento.

  1. Digitalizzazione della PA. Sono 7 gli investimenti e 3 le riforme per migliorare la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (PA). Gli investimenti, in particolare, sono diretti alla razionalizzazione e alla consolidazione delle infrastrutture digitali esistenti della PA, alla migrazione verso il cloud computing della stessa, in un’ottica di interoperabilità, efficientamento dei processi e dei servizi offerti al cittadino, e di rafforzamento delle difese dell’Italia contro i rischi derivanti dalla criminalità informatica.
  2. Modernizzazione della Pubblica Amministrazione. Sono 3 gli investimenti e 3 le riforme per la modernizzazione della PA che ne garantiscano un deciso miglioramento in termini di efficienza e di efficacia dei processi tramite la digitalizzazione, il rafforzamento delle competenze (del capitale umano nelle amministrazioni) e una drastica semplificazione burocratica.
  3. Innovazione organizzativa del sistema giudiziario. Accanto alla riforma strutturale della Giustizia, vi sono alcuni interventi di supporto per aiutare a raggiungere l’obiettivo di abbattere la durata media dei processi civili di più del 40% e dei processi penali di circa il 10%.

Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo

Con 30,57 miliardi di euro stanziati, la componente ha l’obiettivo di rafforzare e promuovere l’innovazione e la digitalizzazione del sistema produttivo. Prevede significativi interventi trasversali ai settori economici come l’incentivo degli investimenti in tecnologia (Transizione 4.0), ricerca e sviluppo e l’avvio della riforma del sistema di proprietà industriale. La Componente supporta i settori ad alto contenuto tecnologico, introduce misure a supporto dei processi di internazionalizzazione per le PMI e per la competitività delle filiere industriali. Infine, include importanti investimenti per garantire la copertura di tutto il territorio con reti a banda ultra-larga. Si articola in 5 investimenti e una riforma.

Turismo e cultura 4.0

Con 8,13 miliardi di euro stanziati ha l’obiettivo di rilanciare i settori economici della cultura e del turismo, attraverso la rigenerazione del patrimonio culturale e artistico, il miglioramento della capacità attrattiva, della sicurezza e dell’accessibilità dei siti anche minori (esempio: i “borghi”), nonché la riqualificazione delle periferie urbane e la valorizzazione degli asset della sostenibilità, della digitalizzazione e delle competenze distintive.

Sul fronte del turismo la concentrazione degli sforzi prevedrà la definizione di un fondo ad hoc capace di attrarre investitori privati (supporto BEI) definendo quattro strumenti di azione quali: il credito di imposta per le strutture ricettive, una sezione speciale del fondo di garanzia, incentivi all’aggregazione delle imprese turistiche, il Fondo nazionale per il turismo e il Fondo per il turismo sostenibile. Per la cultura si interverrà per incentivare i processi di upskilling e reskilling degli operatori culturali (su tematiche di digitalizzazione ed ecologia) e per sostenere l’evoluzione dell’industria culturale e creativa 4.0, favorendo la nascita di nuovi servizi culturali digitali e ponendo le basi per la creazione di elementi innovativi per l’ecosistema del turismo italiano.

Gli interventi della componente si articolano su 4 aree d’intervento. 

Partimonio culturale per la prossima generazione. Il primo intervento prevede 3 investimenti per creare un patrimonio digitale della cultura e migliorare l’accessibilità dei luoghi della cultura e la sostenibilità ambientale in termini di efficientamento energetico di musei, cinema e teatri (pubblici e privati).

Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale. Questa linea di intervento sostiene lo sviluppo turistico/culturale nelle aree rurali e periferiche. Sono 4 gli investimenti per valorizzare il patrimonio di storia, arte, cultura e tradizioni presenti nei piccoli centri italiani e nelle zone rurali. Al tempo stesso, si investirà nella riqualificazione di parchi e giardini storici, nella sicurezza antisismica dei luoghi di culto, nel restauro del patrimonio del Fondo Edifici di Culto e nella realizzazione di Siti di ricovero delle opere d’arte coinvolte in eventi calamitosi (Recovery Art).

Industria culturale e creativa 4.0. La misura, che prevede 2 linee di intervento e una riforma, riguarda gli investimenti nel settore cinematografico e audiovisivo anche rilanciando Cinecittà (Roma) e ha l’obiettivo di supportare l’evoluzione degli operatori dell’industria culturale e creativa, rivedendo gli appalti pubblici per gli eventi culturali in logica di maggiore sostenibilità ambientale e le competenze e supportando il capability building degli operatori su temi green e digitali.

Turismo 4.0

L’area d’intervento mira al miglioramento delle strutture turistico-ricettive e dei servizi turistici, riqualificando e migliorando gli standard di offerta, con il duplice obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese e di promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. L’azione include interventi di riqualificazione e ammodernamento delle imprese che operano nel comparto turistico per potenziare il loro livello di digitalizzazione. Inoltre, si agirà per sfruttare appieno le potenzialità dei grandi eventi che riguarderanno il Paese tra i quali la Ryder Cup del 2022 e il Giubileo del 2025, creando percorsi integrati verso tutte le Regioni del Paese. Si articola in 3 investimenti e una riforma.

Pnrr, Colao: “Ce la faremo”

Il governo intanto è convinto che, rispetto ai tempi di realizzazione degli obiettivi del Pnrr, qualcosa non si riuscirà a fare. Il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, nel corso di una videointervista in occasione di un convegno a Palazzo Mezzanotte, ha chiarito che “per quanto ci riguarda, siamo in linea con tutti i tempi sia sulla parte delle reti che sulla parte della digitalizzazione, con una buona risposta da parte del mondo privato”.

L’Italia ce la può fare sicuramente se innova, investe, assume e non si pone tanti problemi di dimensione del mercato italiano, perché il mercato è il mondo  – ha spiegato – Ho il vago sentore che ci possa essere qualche buona sorpresa pur in una situazione difficile. Una fetta delle imprese italiane sa reagire alle sfide, alcuni lo sanno fare molto bene”.

Il governo , da parte sua, sta facendo “poi giudicherà la storia però solo il volume di quello che stiamo facendo è quasi triplicato”.

“Nei primi 11 mesi – ha rilevato il ministro – il governo ha fatto tre volte e passa il numero di atti e decreti attuativi rispetto ai precedenti due governi”.

“Come governo stiamo lavorando sul fronte degli gli investimenti per dare l’infrastruttura necessaria al Paese per la transizione ecologica ed energetica, per i trasporti, per la digitalizzazione dei servizi e dei Comuni, facilitando anche l’investimento del mondo privato, da cui stiamo ottenendo una buona risposta”, ha concluso.

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