La rivoluzione digitale e la realizzazione del mercato unico digitale in Europa “non sono gratis”, quindi i Paesi europei devono metterci “soldoni” o l’Europa rischia di restare indietro. E’ il messaggio chiave lanciato dal vicepresidente della Commissione Ue Andrus Ansip al Digital Day 2018, che porta avanti il lavoro centrato su progetti concreti avviato l’anno scorso alla prima edizione tenutasi a Roma. Sono infatti state siglate una serie di intese tra la Commissione e buona parte degli stati membri Ue, tra cui anche l’Italia, per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, le tecnologie blockchain, l’e-health con la creazione della banca dati dei genomi, e le “autostrade 5G” sui grandi assi di trasporto transeuropei tra cui il Brennero. L’Italia, insieme all’Euroregione Tirolo-Sud Tirolo-Trentino, partecipa al progetto Ue per la mobilità connessa e automatizzata.
Sull’intelligenza artificiale la Commissione adotterà una comunicazione nelle prossime settimane, mentre sulle tecnologie blockchain, dopo l’Osservatorio lanciato a febbraio, verrà costruito un partenariato europeo in modo da evitare un approccio frammentario e promuovere infrastrutture interoperabili che aumenteranno i servizi digitali affidabili. Interoperabilità, cooperazione e protezione dei dati personali sono al centro anche delle inizitive sull’e-health e ancora una volta l’obiettivo ultimo è promuovere la leadership europea nella ricerca e nella competitività industriale.
L’innovazione verrà incoraggiata anche tramite un ulteriore potenziamento dello strumento Innovation Radar, che permette di abbinare gli innovatori a coloro che possono aiutarli a portare le loro innovazioni sul mercato.
“Abbiamo bisogno di soldi – ha detto Ansip senza mezzi termini – La Ue fa quello che può per quanto riguarda i fondi comunitari”. Ma dato che – questo è il messaggio – il suo bilancio complessivo è pari ad appena l’1% del Pil europeo serve un’azione più efficace da parte dei governi nazionali ma anche del settore privato.
“Questi soggetti – ha spiegato il commissario – devono contribuire non solo con finanziamenti a breve termine ma con interventi validi per il prossimo decennio”. Altrimenti l’Europa resterà indietro rispetto ai competitor globali come Cina e Usa “Non c’è altro modo di porre la questione – avverte Ansip – abbiamo bisogno del vostro sostegno per finanziare il futuro digitale dell’Europa a cominciare dal 2021 nel prossimo bilancio Ue post Brexit. L’Europa ha bisogno del digitale e per questo “abbiamo bisogno di investimenti sostanziosi”.