Digitale e sostenibilità accoppiata vincente per promuovere uno sviluppo economico e sociale che riduca le disuguaglianze, garantisca le pari opportunità e contrasti il nuovo analfabetismo. Di questo si è parlato nel webinar organizzato da Inwit in occasione della 4 Weeks 4 Inclusion, che ha messo a confronto amministratori locali, esperti e manager su come sfruttare le potenzialità delle infrastrutture digitali.
Ad aprire il dibattito, moderato da Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit, Emilia Trudu Administration, Finance & Control Director della tower company.
L’impegno di Inwit per la digitalizzazione del Paese
“Con le nostre oltre 23.500 torri, circa 200 location indoor con copertura dedicata, oltre 7.800 remote unit per coperture dedicate indoor Das (Distributed Antenna System) e 1.000 km di tunnel stradali e autostradali coperte con nostri apparati – ha evidenziato Trudu – supportiamo gli operatori nella transizione digitale del Paese: una delle sfide più urgenti che la società contemporanea si trova ad affrontare”.
Sul piatto ci sono circa 900 milioni per il periodo 2023-2026 che serviranno a realizzare nuove torri, sia nelle città sia nelle aree rurali e promuovendo progetti volti a consentire la copertura dei comuni di minori dimensioni e delle aree rurali per ridurre il digital divide.
“L’impegno si concretizza in particolare in alcune iniziative – ha puntualizzato Trudu – Il Piano Italia 5G del Pnrr, del quale Inwit è mandataria (in Rti con Tim e Vodafone), per la copertura di 1.385 aree a fallimento di mercato in digital divide entro giugno 2026. Il Piano, uno dei pilastri della transizione digitale della Nazione, rappresenta un’occasione per integrare le reti degli operatori privati con le infrastrutture necessarie a garantire un significativo salto di qualità per soddisfare, oggi e in prospettiva nei prossimi anni, il fabbisogno di servizi 5G”.
Le intese strategiche
Accanto agli investimenti le collaborazioni con le associazioni degli enti locali. “Il Protocollo d’intesa con Uncem mira allo sviluppo e al miglioramento della fruizione dei servizi digitali per comuni, unioni e comunità montane – ha puntualizzato la manager – L’intesa si applica a 900 aree, attualmente in digital divide, tra le amministrazioni aderenti ad Uncem che rientrano anche nel Piano Italia 5G del Pnrr”.
C’è poi il Protocollo d’intesa con Anci, Infratel, il Dipartimento della Trasformazione Digitale e tutti i principali operatori Tlc che si sono aggiudicati dei bandi del Pnrr, “per definire un modus per cercare di far conoscere alle amministrazioni locali tutte le modifiche e le opportunità anche di semplificazione normative che sono state adottate negli ultimi tempi, al fine di facilitare la realizzazione di connessioni ad alta velocità di ultima generazione”.
Digitale, per gli italiani chance di crescita inclusiva
Livio Gigliuto, Presidente Esecutivo Istituto Piepoli, ha invece posto l’accento sulla ricerca condotta dall’Istituto riguardo alla consapevolezza digitale degli italiani, il 91% dei quali considera le infrastrutture cruciali per una crescita sostenuta ma soprattutto sostenibile. “La rete digitale è ormai considerata più importante persino di quella idrica e di quella autostradale, soprattutto perché capace di far crescere la pubblica amministrazione e favorire le pari opportunità e l’uguaglianza”, ha ricordato.
Reti digitali per nuovi servizi a valore aggiunto
Laura Cavatorta, Presidente Comitato Sostenibilità Inwit, ha evidenziato come le infrastrutture di nuova generazione possono facilitare la diffusione di servizi in grado di ridurre le disuguaglianze su molti fronti. “Pensiamo – ha sottolineato – alle piattaforme per la formazione o per la didattica a distanza. Oppure a sistemi per l’innovazione aziendale e ancora, non meno importanti, le piattaforme di telemedicina”.
“La gestione della cura da remoto, soprattutto delle patologie croniche – ha spiegato Cavatorta – garantiscono standard elevati di assistenza e, al contempo, riducono la pressione sulle strutture ospedaliere”.
Fake news e disinformazione
Ma i benefici, economici e sociali, derivanti dalla diffusione delle infrastrutture digitali rischiano di essere intaccati da fake news e disinformazione. A cominciare, ad esempio, dai presunti impatti negativi del 5G sulla salute e sull’ambiente. “Fake news e disinformazione sono fenomeni degenerativi – ha evidenziato Alessandra Ravetta, direttrice di Prima Comunicazione – che attivano e amplificano paure senza alcun riscontro. In Italia il dilagare di fake news è soprattutto legato alla mancanza di un’adeguata e diffusa cultura scientifica”. Che fare dunque per arginare il fenomeno? “Fondamentale – ha spiegato Ravetta – diffondere cultura, fare informazione corretta a cominciare dalla scuola”. Cruciale anche il ruolo di imprese come Inwit. “La collaborazione tra aziende leader del settore, amministrazioni e associazioni attive sul fronte ambientale può rappresentare un punto di svolta. Un esempio da seguire è il progetto che Inwit ha avviato con Legambiente”.
La partnership Iinwit -Legambiente
Inwit ha avviato una partnership con Legambiente per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico dei parchi nazionali quali il Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Maiella, la Riserva Naturale Zompo lo Schioppo e la Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio.
“Il prossimo 13 novembre – ha annunciato Suigo – a Pescasseroli, sede del Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, renderemo noti i primi risultati del progetto”.
I Comuni al centro dell’ecosistema
Il piano Italia 5G ha messo in evidenzia il ruolo strategico dei Comuni nell’infrastrutturazione digitale del Paese, come dimostrano le testimonianze di Andria e Barberino del Mugello.
Per la sindaca di Andria, Giovanna Bruni, “la pandemia da Covid-19 ha messo in risalto l’importanza delle infrastrutture digitali per garantire il proseguimento delle attività amministrative, scolastiche e imprenditoriali ma anche per permettere alle persone di rimanere connesse, soprattutto in quei momenti drammatici”.
“Grazie ai fondi del Pnrr – ha sottolineato la sindaca – abbiamo investito tutte le risorse utili per far comprendere ai nostri concittadini che stavamo lavorando per l’inclusione su tutti settori critici, a cominciare dalla scuola. Inoltre, grazie alla fittissima rete di relazione con soggetti leader siamo riusciti ad arrivare anche laddove non potevamo investire”. Affrontando con coraggio, ha ricordato la sindaca, l’emergere di fake news.
“Voci che gridavano più delle altre – ha concluso Bruni – ma che abbiamo combattuto con la forza delle idee e di azioni concrete”.
Barberino di Mugello è stato tra i primi Comuni ad aderire al Piano Italia 5G. “Siamo convinti – ha spiegato il sindaco Giampiero Mongatti – che il digitale, e il 5G in particolare, sia uno straordinario driver di crescita inclusiva, che sia uno strumento in grado di abbattere efficacemente le disuguaglianze territoriali e sociali. Sono infatti due i driver di sviluppo inclusivo: la mobilità e le reti digitali, appunto. Sono questi a fare la differenza”. A dimostralo il progetto per Galliano, frazione di Barberino con 1300 abitanti, dove il segnale mobile era assente.
“L’assenza di segnale in questo borgo del nostro Comune aveva portato la vicenda sulle maggiori testate nazionali ed internazionali, divenendo così ‘rappresentativa’ anche di altre situazioni simili, sia nel territorio regionale che nazionale – ha sottolineato – L’impegno di società leader nel settore ha consentito investimenti infrastrutturali per coprire quel territorio. La disconnessione deve essere una libera scelta, altrimenti si è cittadini di serie B. Il Pnrr è stata una grande opportunità per essere tutti sullo stesso piano”.
Digitale anti gender gap
Del ruolo del digitale come leva per valorizzare le capacità e le competenze delle donne ha parlato Cristiana Scelza, presidente di Valore D. “Attualmente nelle aziende solo il 22% dei ruolo tecnologici è ricoperto da donne – ha ricordato – ma se si raggiungesse entro il 2027 il 45%, il Pil europeo aumenterebbe fino al 260 miliardi”.
Come fare dunque a superare gli ostacoli per impediscono alle donne di ricoprire posizione chiave? “Per prima cosa offrire alle ragazze modelli di leadership positiva, come proviamo a fare noi di Valore D con il nostro progetto Inspiring Girls”.