DIGITALI E RESPONSABILI

Digitale, Martusciello: “Competenze sfida prioritaria”

Il commissario Agcom: “Il sistema dell’istruzione deve preparare ai lavori del futuro, ponendo l’accento non solo sulle tecnologie ma anche sui processi”

Pubblicato il 04 Dic 2017

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Pari opportunità anche nel mondo digitale. È ciò che ha auspicato Antonio Martusciello, commissario AgCom, intervenendo alla tappa milanese, l’ultima, di Digitali e responsabili, il roadshow di Google dedicato ai temi della responsabilità on line e della cittadinanza digitale. “Non tutti gli utenti sono consapevoli delle opportunità e dei rischi intrinseci all’accesso alla Rete. Essere cittadini è per definizione impegno sociale, corrisposto dalla comunità che deve supportare la loro crescita. Oggi parliamo di illitteralismo digitale, nella misura in cui il percorso verso la consapevolezza di Internet a livello europeo non è è definito né tanto meno compiuto.

In Italia siamo addirittura sotto media europea, soprattutto nella capacità di utilizzare gli strumenti digitali. Occorre un meccanismo regolatorio che favorisca e rafforzi la struttura e la penetrazione del digitale nel nostro Paese. I dati sull’avanzamento dei lavori di infrastrutturazione sono incoraggianti: a giugno 2017 le linee broadband hanno superato i 16 milioni di unità, mentre nel 2015 solo il 5% della popolazione era raggiunta dalla banda larga. Stiamo quindi crescendo, ma se persiste un basso livello consapevolezza degli utenti per il futuro non ci aspettano altro che risultati mediocri”. Martusciello chiama in causa i sistemi di istruzione, che oggi “devono preparare a lavori non ancora inventati e a tecnologie che ancora non sappiamo se diventeranno di massa. Del resto il Piano nazionale scuola digitale ha definito il digitale il ‘nastro trasportatore dell’economia del Paese’. Non si parla solo di innovazione tecnologica, ma di processi che favoriscono i cambiamenti nell’economia e nel diritto dell’informazione”.

Martusciello ha poi citato le controindicazioni anche sul piano dell’approvvigionamento di notizie. “L’attuale modello implica l’assenza del filtro dei professionisti dell’informazione, e la posta in gioco è altissima, visto che le attività sui social network possono minare l’opinione pubblica. Tim Cook, numero uno di Apple, ha detto che la tecnologia può fare grandi cose, ma non vuole farle. E in effetti spetta a noi e ai regolatori, seguendo l’evoluzione della tecnologia, far sì che la comunità diventi parte attiva di questo processo. Il primo passo rimane comunque quello di introdurre il concetto di uguaglianza dei diritti digitali con pari opportunità di accesso alla Rete e agli strumenti per la gestione dei dati personali”.

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