“Ricavi netti per 44 milioni, Gross Profit di 16 milioni in crescita di quasi il 10%, marginalità di gruppo al 36,6% in aumento del 12% sul 2016, Ebitda a 5,5 milioni, oltre due volte in più dell’anno precedente”: Riccardo Jelmini, amministratore delegato di DigitalGo, anticipa a CorCom i risultati di un anno “importante” come lui stesso lo definisce.
Perché “importante”?
Perché è l’anno in cui abbiamo portato a compimento la trasformazione del Gruppo Neomobile, di cui ero amministratore delegato dal 2016, in una nuova realtà che abbiamo chiamato DigitalGo.
DigitalGo?
Sì, perché anche nel nome abbiamo voluto valorizzare la nostra missione: che è quella di aiutare le imprese a fare il loro viaggio verso il digitale. In particolare, a diventare digitali nell’ultimo miglio, per mutuare il termine dal settore da cui provengo, quello telecomunicazioni (Jelmini ha ricoperto importanti incarichi in Telecom Italia, soprattutto nel campo dell’innovazione di mercato e dei servizi digitali, sia business che consumer, n.d.r.). Del resto, anche Neomobile era radicata nelle telecomunicazioni essendo nata proprio per offrire servizi a valore aggiunto in mobilità alle prime generazioni di telefonia cellulare. Poi sono arrivati gli smartphone e, ovviamente, il mondo intero è cambiato.
Ora si parla di piattaforme, di applicazioni, di engagement del cliente puntando su facilità e semplicità.
Ed è proprio questo il perché della trasformazione di Neomobile in DigitalGo che è a tutti gli effetti una digital company italiana con una marcata proiezione internazionale. Sulla forte internazionalizzazione del Gruppo abbiamo innestato la nostra attuale presenza in 18 Paesi del mondo con 7 sedi stabili sparse dal Messico al Brasile, da Barcellona a Istanbul. Quel che facciamo ora è supportare le grandi aziende nel percorso di trasformazione digitale, con un focus particolare sulle attività di consumer engagement e digital marketing. L’ultimo miglio, appunto. È la nostra specializzazione.
Posso definirvi digital enabler?
“Deve” definirci digital enabler! Offriamo un servizio end-to-end che ridisegna i modelli di interazione tra i brand e i clienti finali, rendendoli digitali attraverso le nostre soluzioni. Il supporto ai clienti si concretizza nelle attività di pre-sales (branding e on-line marketing) e post-sales (CRM e digital caring), anche grazie a touch point digitali che interagiscono costantemente con quelli tradizionali.
Vi siete organizzati attorno a tre business unit aziendali.
Rappresentano il focus della nostra attività. Il Digital Marketing, che segue l’interazione dalla creazione del contatto con il cliente fino all’acquisto. La unit si occupa della progettazione della strategia di comunicazione digitale, dello sviluppo creativo, della implementazione di attività di consumer engagement multi-experience e di ottimizzazione dei tassi di conversione legati alle campagne di digital marketing. Ogni anno investiamo oltre 6 milioni di euro nel digital advertising. Poi abbiamo l’unit Digital Solutions, che segue le fasi dall’acquisto fino all’assistenza e alla relazione post-vendita. La terza unit è Digital Entertainment, che ha il suo focus su ideazione, sviluppo e distribuzione di soluzioni, contenuti e app per il mobile.
È un mercato in forte evoluzione, ma vi sono anche molti operatori in campo.
Il mercato è promettente. Il marketing tradizionale perde sempre più colpi e le aziende devono porsi il problema di come raggiungere i propri clienti in maniera diversa, più efficace ed interattiva. E questo è il supporto che offre DigitalGo. Concorrenza nutrita? È vero, ma non ci spaventa, anzi ci stimola a fare sempre meglio
Perché?
Innanzitutto, il nostro know how consolidato è un punto di forza che altri non hanno. I numeri che le ho citato prima fanno di noi la più grande realtà nazionale indipendente, capace di offrire soluzioni per la gestione integrata del “cliente digitale”, attraverso un ampio portafoglio di servizi e applicazioni digitali. Grazie ad una forte integrazione di competenze, siamo in grado di ridefinire il digital customer journey dei nostri clienti in un’ottica multicanale finalizzata alla conversione, con particolare focus sul mobile. Schieriamo una squadra di 120 dipendenti, metà dei quali donne, con un’età media di 30 anni e la presenza in azienda di persone di 12 nazionalità diverse. Non vedo in Italia tante digital company del nostro settore che possano vantare numeri simili.
Resta il fatto che la concorrenza non manca.
Certo. Però mi permetta di osservare che la torta del mercato è in crescita. Perché sta cambiando rapidamente il modo come le aziende medie e grandi – che sono il nostro target – ma anche le piccole imprese si approcciano al cliente. È un’esigenza di cui riscontro una consapevolezza crescente. E poi, basta guardare l’indice Desi: l’Italia è ancora molto indietro sulla digitalizzazione. Ciò significa che gli spazi di crescita per aziende come la nostra sono maggiori che in Paesi dove la digitalizzazione è già più diffusa ed è partita prima.
Il mercato italiano è spaccato in due: da una parte le grandi multinazionali del marketing e della consulenza digitale, dall’altra molte realtà minori.
Rispetto alle grandi multinazionali, noi abbiamo il vantaggio di esserci specializzati sull’ultimo miglio e sulla mobilità, potendo proporre una grande flessibilità e una marcata conoscenza delle esigenze dei clienti e del mercato. È il nostro radicamento a fare la differenza.
Comunque, le dimensioni contano.
Ha ragione: l’offerta di soluzioni di marketing digitale è ancora molto frammentata. Ma noi ci poniamo come aggregatori. Lo dice la nostra stessa storia. In Neomobile sono state integrate realtà come Arena Mobile, Zero9, Onebip, UCT, Boostermedia. Abbiamo tutta l’intenzione di continuare su questa strada. E alcune idee in proposito già le abbiamo, abbiamo messo nel mirino una o due aziende digital che contiamo di integrare nei prossimi mesi.