DIGITAL TRANSFORMATION

Digitalizzazione, per le imprese italiane risparmi tra 10mila e 50mila euro all’anno

Dalla nuova indagine di Sap Concur in collaborazione con la Cgia di Mestre emerge che nell’83% dei casi le risorse sono reinvestite in azienda per la formazione dei dipendenti e attività di ricerca e sviluppo

Pubblicato il 23 Dic 2020

CGIA

Vale fra i 10mila e i 50mila euro il risparmio derivante dalla digitalizzazione per ogni medio-grande impresa italiana (più di 50 addetti). È quanto emerge dalla nuova ricerca “Indagine sulla digitalizzazione e sui risparmi reinvestiti nelle imprese” a cura di Sap Concur condotta in collaborazione con la Cgia di Mestre.

Per oltre un’azienda su due (quasi il 56% delle imprese) l’introduzione della digitalizzazione ha comportato o comporterà dei vantaggi economici: il 30% delle imprese ha registrato un risparmio immediato dalla digitalizzazione e nell’83% dei casi i risparmi sono reinvestiti in azienda principalmente per nuovi investimenti, R&S e formazione ai dipendenti. Tra i benefit aziendali offerti prevalgono assistenza sanitaria integrativa, buoni spesa e pasto.

“Avere oltre l’80% dei casi in cui i risparmi vengono reinvestiti in azienda dipinge un quadro lontano dai cliché, dove gli imprenditori non sono soltanto interessati al profitto di breve termine ma investono nel loro asset più importante – i dipendenti – attraverso formazione, assistenza sanitaria e buoni spesa. È un dato importante che fa ben sperare per il futuro del nostro Paese” commenta Alessia Poletti, Senior Field Marketing Manager per Italia, Malta e Grecia di Sap Concur.

Più evidenti i risparmi nel Nord-Est

Il risparmio immediato è stato registrato dal 30,4% delle imprese, più evidente al Nord (Nord Est 32,5% e Nord Ovest 31,6%) rispetto al Centro Italia (28,8%) e nel Mezzogiorno (24,6%). In quasi il 15% del campione la digitalizzazione genererà vantaggi futuri e nel 10,7% dei casi l’eventuale risparmio non è ancora quantificabile in quanto la digitalizzazione è appena avvenuta.

Tra i vantaggi immediati prevalgono i piccoli importi ma il 2% delle imprese ha dichiarato risparmi per più di mezzo miliardo di euro. In particolare, riguardo alle imprese che hanno avuto un risparmio grazie alla digitalizzazione in più della metà dei casi (57,2%) c’è stato un risparmio inferiore a 10mila euro, nel 37,7% il vantaggio è compreso tra 10mila e 50 mila euro. Il resto delle frequenze si ripartisce abbastanza similmente negli importi più elevati con quasi il 2%.

I maggiori reinvestimenti in hardware e software

Nell’83% dei casi i risparmi vengono reinvestiti in azienda, in particolare: 1 su 3 (33,9%) reinvestirà in parte i risparmi in azienda, un altro terzo (34,4%) lo farà completamente e il 14,6% ha previsto di farlo successivamente. Al contrario, meno di due imprese su 10 (17,1%) utilizzeranno i risparmi per esigenze di gestione corrente, come liquidità.

Riguardo alle aree di reinvestimento prevalgono nettamente i nuovi investimenti in impianti, macchinari, software (40,3%). Seguono Ricerca e Sviluppo (18,4%) e formazione dei dipendenti (17,5%), nuove assunzioni (9,2%), welfare aziendale (6,5%), scelte sostenibili (5,9%) e trasformazione di contratti a tempo indeterminato (2,1%).

Tra i benefit aziendali offerti prevale l’assistenza sanitaria integrativa (20,7%), rispetto al contenimento delle spese casa-lavoro come buoni spesa e/o auto aziendale (16,1%), buoni pasto o mensa (15,6%) e smart working (15,3%). Seguono la previdenza complementare (12,1%), i congedi parentali aggiuntivi (8,4%), borse di studio e corsi di formazione (3,9%), servizi alla persona (3,9%), attività relative al tempo libero come palestre, cinema, teatri (1,8%). Chiudono altri premi (1,6%) e nido aziendale (0,7%).

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