DLD CONFERENCE

Dipendenza dall’online: e le star dell’hi-tech spengono lo smartphone

Dal ceo di Deutsche Telekom Timotheus Hoettges a David Hayes, a capo delle strategie creative di Yahoo: tutti si prendono un “time out digitale”. Arianna Huffington: “A volte è importante disconnettersi dalla rete per ricollegarsi a se stessi”

Pubblicato il 19 Gen 2015

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I personaggi più in vista del mondo e dell’economia digitale si confessano, e spiegano di avere ogni tanto la necessità di spegnere lo smartphone, o di lasciarlo a casa, per combattere la dipendenza da telefonino. Da Arianna Huffington (nella foto), fondatrice dell’Huffington Post, fino ai vertici di Twitter e di Yahoo!, o ai ceo delle telco più importanti, le risposte sono simili: ogni tanto c’è bisogno di un “Time out digitale”, anche se soltanto di qualche ora.

A effettuare l’indagine è Bloomberg news, che ha posto la questione ai personaggi intervenuti oggi a Monaco alla “Digital Life Design technology conference”: il senso delle risposte è che più o meno tutti si sentono esposti al rischio di essere sommersi dalle informazioni, e temono l’”effetto dipendenza” dai propri smartphone. Così hanno deciso di darsi la regola di lasciare ogni tanto e per un po’ da parte i propri telefoni, e di trovare il tempo di rilassarsi e di pensare senza pressioni.

E’ proprio il caso di Arianna Huffington, che ha detto che è sua abitudine spegnere il telefono tutte le sere, prima di un bagno caldo. Dal canto suo Timoteus Hoettges, ceo di Deutsche Telekom, ha detto di aver spento il telefono per assistere alla conferenza senza distrazioni. Il capo delle strategie creative di Yahoo!, David Hayes, ha raccontato che passa intere settimane senza avere con sé lo smartphone, mentre per Twitter Chris Moody, afferma che il suo telefono rimane spento soltanto durante le sessioni di Snowboard.

“La tecnologia non necessariamente ci rende stupidi”, afferma il filosofo Luc de Brabandere, ma la presenza sempre più costante degli smartphone nelle nostre vite con i social network “always-on”, secondo la Huffington, “ci renderà meno saggi”.

Dal 2020 il 90% la percentuale della popolazione mondiale al di sopra dei sei anni avrà a disposizione uno smartphone, secondo un report di Ericsson AB che risale a novembre, mentre già oggi, secondo Francisco Jeronimo, analista in Idc, in Europa sei persone su 10 hanno uno smartphone.

Anche i vertici delle più importanti società di Tlc sono consapevoli del rischio di essere sempre connessi, anche durante la cena o mentre si è in vacanza o semplicemente si ozia.

“A un certo punto c’è il rischio di esagerare, e oggi sulle nuove tecnologie corriamo esattamente questo pericolo – spiega Thorsten Dirks, ceo di Telefonica Deutschland – stiamo diventando dipendenti da diversi punti di vista, e ognuno deve trovare il proprio modo per gestire la situazione”. Così, spiegando la decisione di lasciare il telefono a casa, Timoteus Hoettges ha spiegato che “trovare dei momenti di stacco è una sfida importante: la condivisione è il motivo per cui ci alziamo ogni mattina, e rendere semplice il modo di condividere qualunque cosa possa essere condivisa in digitale è quello che come azienda cerchiamo di fare. Ma a un certo punto ognuno deve capire quando è il momento di fermarsi”.
In moti hanno ammesso di essere fiduciosi, come Dennis Woodside, Coo di Dropbox, che ha detto di aver scelto di non disconnettersi mai, perché il poter avere accesso costante alle informazioni può soltanto essere un vantaggio: “Conservare le cose in cloud ci rende più intelligenti – ha detto – perché abbiamo tutti i dati accessibili in ogni momento”.

Così secondo Arianna Huffington il punto centrale della discussione non è nella necessità di allontanarsi dalla tecnologia, ma nel capire che in certi momenti, occasionalmente, bisogna saper decidere di farne a meno. “Stiamo capendo – ha concluso – quale sia l’importanza di distaccarci ogni tanto dalle tecnologie, riconnettendoci con noi stessi e con la nostra saggezza interiore”.

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