LA PROPOSTA

Diritti e doveri anche per i robot? L’Europa ci prova

Una mozione presentata dall’eurodeputata Mady Delvaux riconosce agli automi una “personalità elettronica”. E prescrive che siano identificati da un documento, che paghino per i danni che provocano e che contribuiscano al welfare

Pubblicato il 27 Giu 2016

A.S.

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A presentare la mozione al Parlamento europeo è stata la deputata Mady Delvaux, membro del partito operaio socialista. Il testo, ora all’esame dell’assemblea, parte dalla constatazione che i robot sono sempre più presenti nella vita di tutti i giorni dei cittadini e delle aziende europee, e si preoccupa di definire in un documento i diritti e i doveri degli automi, che con la loro “personalità elettronica” sono destinati a cambiare molti dei contesti in cui saranno troveranno impiego.

Il testo prevede che i robot siano tutti registrati attraverso un documento di identità, che possano essere chiamati in causa per il pagamento dei danni ogni volta che ne provocheranno (basti pensare in questo caso alle self driving car, o all’utilizzo degli automi “intelligenti” nella produzione industriale), e che possano contribuire alle spese per il welfare, quasi a compensare il fatto che l’utilizzo dei robot possa contribuire ad aprire la strada alla perdita del posto di lavoro per gli umani che in precedenza svolgevano le stesse mansioni.

Si tratta, è il caso di sottolinearlo, soltanto di una mozione, di un testo cioè che per diventare legge dovrebbe essere approvato dal parlamento e recepito in una norma dalla Commissione Ue. Ma al di là del fatto che queste norme probabilmente non diventeranno legge, hanno comunque il merito di aver aperto la strada e la discussione su un tema di cui in futuro è probabile che si torni a dibattere in forme più strutturate.

Il contesto in cui si inserisce la legge, così come citato nelle premesse della mozione, parla di vendite cresciute del 17% su scala globale tra il 2010 e il 2014, per poi schizzare a un +29% nel 2015.

Tra le proposte contenute nella mozione c’è quella di destinare una quota dei ricavi realizzati dalla vendita dei robot per scopi sociali e di welfare, come ad esempio contribuire alla previdenza integrativa di impiegati e operai in carne e ossa. Per arrivare a questo la proposta prevede che chi utilizza automi debba denunciarlo, indicando anche quanto in questo modo arrivi a risparmiare sul pagamento dei contributi.

Quanto ai danni e agli eventuali risarcimenti che i robot sarebbero chiamati a pagare, secondo la proposta sarebbe necessario stipulare per ogni automa una polizza assicurativa, proprio come accade per le automobili.

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