Enzo Mazza, nel contributo a sua firma di qualche giorno fa su questa testata, sostanzialmente nega che lo Studio operato dal Prof Giorgio Clemente, dell’Università di Padova, che fornisce l’occasione per il suo intervento, sia indicativo dell’efficacia del Regolamento AGCOM sul diritto d’autore
Mazza afferma che la ricerca non abbia riguardato il settore musicale.
In verità, la ricerca del Prof Giorgio Clemente, che è durata un anno, ha preso a modello, in verità in una percentuale vicina al 40 % dei provvedimenti analizzati, proprio le istanze nel settore musicale, richieste dalla FPM, federazione organica alla FIMI, di cui Mazza è Consigliere Delegato.
Ad esempio la ricerca analizza ciò che è accaduto al portale Limetorrents, che l’Associazione FPM ha segnalato all’AGCOM il 16 aprile 2014, per ottenere un provvedimento di inibizione il 5 maggio del 2014.
Il portale, che aveva 9000 accessi da motore di ricerca dall’Italia ad aprile 2014 ne ha 162 mila a dicembre del 2014, sul sito mirror e ovviamente tutti i files che , secondo Mazza, sarebbero stati bloccati, sono liberamente disponibili sul sito.
Ad analoghe considerazioni può giungersi analizzando gli altri siti segnalati dalla FPM ( es Demonidph, btdigg, torrent,cd yourbittorent etc).
Il sito torrentsownload.ws, parimenti segnalato dalla FPM il 16 aprile ed inibito il 5 maggio del 2014, prosegue la sua vita normale su torrentdownload.co.
Prendiamo una qualsiasi opera presente sul provvedimento di inibizione del sito torrentdownload dell’AGCOM.
Ad esempio questo link corrispondente alla la canzone di Laura Pausini, ( SITO INIBITO DALL’AGCOM)
La canzone ad oggi è presente sullo stesso link ( sito non inibito da AGCOM)
I navigatori telematici dunque sanno di poter scaricare direttamente la musica dal sito indicato dalla FPM, a quei precisi link, seguendo le indicazioni disponibile sul sito dell’AGCOM.
L’attività dell’Autorità avrebbe dovuto essere quella di eliminare i file pirata, non quelli di fornire la strada precisa per arrivare a scaricare i files da lei stessa individuati.
La metodologia utilizzata.
La ricerca ha avuto ad oggetto la popolarità, attraverso gli accessi da motore di ricerca dall’Italia, di un determinato portale dopo l’inibizione operata dall’AGCOM, sommando mirror, redirect, sostitutive ( quando ve ne fosse la certezza) e, in alcuni casi anche dello stesso sito, senza variazione alcuna.
Al fine di verificare con esattezza gli effetti reali del fenomeno e per validare cio’ che era emerso dalle ricerche Commissionate dalle Major ( ricerca INCOPRO) e quella dell’Unione Europea ( Kino.to), la ricerca ha verificato, in un periodo minimo di due mesi a partire dall’inibizione, cosa succedesse ai siti oggetto dell’inibizione, in termini di popolarità.
Perché due mesi?
Semplice, perché la ricerca dell’Unione Europea registrava un aumento sostanziale degli accessi al sito pirata chiuso ( o alle sue teste, cd effetto Hydra) dopo due mesi, mentre lo Studio Incopro sosteneva, analizzando però, evidentemente solo il sito in sé e non le sue articolazioni ( mirror, siti similari, redirect) che vi fosse un calo degli accessi.
In entrambi i casi peraltro le ricerche facevano riferimento ad attività compiute dalla Magistratura, senza verificare cosa succedeva ad una attività amministrativa che identifica, oltre al sito, le singole opere pirata, indicandone la strada.
L’effetto “booster” dei Provvedimenti dell’AGCOM sui siti pirata.
Perché lo studio arriva alla conclusione che sia proprio l’AGCOM a determinare il risultato della popolarità dei siti grazie ad AGCOM? Analizzando in primo luogo i risultati empirici.
1) AGCOM semplifica la ricerca in rete dei files pirata indicandone la relativa strada.
Si consideri, come esempio questa comparazione tratta dallo stesso sito, inibito dall’Autorià, e non scalfito in alcun modo dal blocco.
http://www.cb01.tv/delivery-man-2014 ( INIBITO DA AGCOM), e http://www.cb01.eu/delivery-man-2014 ( NON INIBITO DA AGCOM) Il film è consultabile liberamente allo stesso link del sito inibito dall’AGCOM, con il solo suffisso modificato. .Google però valuta il risultato della ricerca, non il suffisso, e dunque chi cerca quel film, viene serenamente reindirizzato verso il portale inibito dall’AGCOM.
2) L’inibizione dell’AGCOM invece di determinare l’irraggiungibilità del sito sterilizza gli effetti negativi della penalizzazione del ranking di Google per i siti oggetto dei provvedimenti di AGCOM
Google infatti ha attivato da ottobre 2014 un algoritmo che penalizza il ranking dei siti pirata Quindi i siti inibiti da AGCOM dovrebbero scomparire o essere sospinti nella “terra di nessuno” delle ricerche, se l’inibizione funzionasse. Invece i siti sono vivi e vegeti sui motori di ricerca. Per verificare questo effetto basta digitare la parola “streaming” su Google Italia. Ai primi posti del motore di ricerca ci sono tutti i siti che avrebbero dovuto essere inibiti da AGCOM ( nella fattispecie, cineblog01, tantifilm cb01, più altri). Questi sono tutti i sintomi dell’effetto Streisand, ovvero dell’effetto di pubblicizzazione di contenuti che si intendono rimuovere, allorquando, come nel caso dell’Agcom, e secondo lo Studio del Prof Clemente, sia errato in sé lo strumento adottato. Non c’è nemmeno bisogno di andare su Google peraltro, gli effetti delle attività dell’AGCOM, quanto meno sulla conoscibilità delle opere segnalate, si producono già da soli con la consultazione del sito dell’Autorità. Dunque, chi segnala ad AGCOM, nel settore dello streaming, dei torrent musicali e cinematografici, si trova ( in genere dopo tre mesi) , ad avere la propria opera, precisamente individuata sul web, da un sito che in alcuni casi è nelle primissime posizioni della ricerca di Google.
I numeri delle Inibizioni.
Tralascio le considerazione fatte da Mazza sui cyberlocker nonché le cifre, fornite da Mazza sul numero di siti inibiti in tutto il mondo. Sarebbero 492, secondo Mazza. Va detto invece che, solo in Italia in due operazioni ( due), in soli due giorni, la Magistratura, su richiesta dei nuclei speciali della Guardia di finanza nel periodo ( 2014-2015) ha inibito circa 170 siti per diritto d’autore, a fronte dei 63 siti inibiti dall’AGCOM in quasi un anno e mezzo.
Le inibizioni operate dalla Magistratura negli anni 2011-2012-2013, sempre in questo settore, sono nell’ordine del Migliaio.
Se sono 492 i siti in tutto il Mondo, a che serve adottare uno strumento di questo tipo, che, come abbiamo visto, oltretutto genera un aumento della popolarità dei siti oggetto dei Provvedimenti?
Veniamo ai casi citati da Mazza come esempio di incongruenze della ricerca.
Mazza parla poi dell’inibizione del sito demonoid.ph, per il quale la sua Associazione fatto l’istanza.
Il blocco del sito demonoid.ph è stato attivato il 26 settembre 2015, non a metà ottobre, ed infatti la rilevazione è a due mesi dal blocco, ovvero a fine novembre, quando secondo Mazza, i siti avrebbero dovuto avere un calo del 55% ( addirittura il 76%)
Da questi dati invece qui è chiaro che lo stesso sito, e senza redirect, aumenti gli accessi.
Il blocco all’accesso opera invece immediatamente, e si vede da tutti i grafici della ricerca.
I tempi di risposta dei motori e dei provider sono immediati.
Anche qui peraltro l’attività dell’AGCOM, come suggerisce la ricerca, appare inutile.
Il sito demonoid è infatti presente sul web con la versione ph e con quella pw .
Prendiamo allora uno qualsiasi dei file segnalati dalla FPM sul sito demonoid.ph, ed inibiti dall’AGCOM: una canzone di Vasco Rossi, Buoni o Cattivi, inibita dall’AGCOM a settembre 2014
( questo è il sito inibito dall’AGCOM).
Questo è ciò che si trova oggi in cima ai motori di ricerca, : http://www.demonoid.pw/files/details/2731662/001262397472/ ovvero la stessa identica canzone, allo stesso identico link, e, grazie alla federazione e all’indicazione che AGCOM ne fa per ben due volte sul suo sito, ognuno potrà agevolmente scaricarsi la canzone pirata del Blasco.
I grafici dello Studio mostrano che dopo due mesi questo sito ( Mazza diceva che c’era un crollo del 55% dopo due mesi) ha raggiunto gli stessi livelli precedenti l’inibizione, anzi è aumentato da 13.000 utenti a 13.800 utenti , e ciò sullo stesso dominio inibito dall’AGCOM
A questi dati occorre aggiungere il numero di accessi da motore sul sito parallelo.
I siti senza redirect aumentano o restano stabili.
Lo Studio peraltro analizza anche siti che non hanno effettuato alcun redirect, contrariamente a quanto affermato da Mazza.
Il sito Torrentz.pro, inibito da AGCOM ad aprile 2014, aveva prima dell’inibizione 23.000 accessi da motore di ricerca provenienti dall’Italia, a settembre 2014 ne aveva 33.000 (senza alcun redirect), segno che il sito ha aumentato la sua popolarità sui motori di ricerca e come accesso diretto dopo l’ordine di AGCOM.
E cosi il sito psychocidd, che perde 10 accessi in un mese, rimanendo invariato, come popolarità sui motori, ma lo stesso sito è raggiungibile, come la ricerca evidenzia anche dal gemello ROCKBOX.ORG.
L’utilizzo dei dati di Similarweb anziché di Semrush, come modello statistico.
Mazza cerca di sostenere che la ricerca sia orientata a “nascondere” i risultati “positivi” delle inibizioni.
Per far ciò afferma espressamente che il Ricercatore, autore di oltre 40 pubblicazioni a carattere scientifico in tutto il Mondo, e che ha analizzato l’attività dell’AGCOM nel corso di un anno, non abbia utilizzato, sembra di capire in un caso, la metodologia d’elezione delle statistiche, ovvero i dati di Semrush ma quelli di altri indicatori, come il Portale SEO, Similarweb.
Leggendo con attenzione i dati ( e leggendo quello che il ricercatore afferma), si capisce perfettamente il perché.
Lo Studio analizza i dati Similarweb in due casi:
a) Non siano reperibili i dati Semrush.
b) L’analisi dell’andamento del sito dopo due mesi abbia evidenziato fattori di anomalia, derivanti da cause esogene all’Ordine AGCOM. Es calo improvviso del sito in tutto il mondo.
Poiché i dati provengono da motori, l’attribuzione di risultati limitati al singolo Paese, in presenza di evidenti fattori diversi dall’attività dell’AGCOM, non avrebbe restituito una fotografia esatta dell’andamento del sito.
E’ il caso del portale i torrent.cd, citato da Mazza, come esempio di uso di similarweb invece di Semrush.
Il sito torrent.cd ( e torrentz.cd), ha avuto un calo drastico a livello mondiale, a partire da Agosto 2014 ( quindi due mesi dopo l’inibizione, mentre, il calo come abbiamo visto opera immediatamente). L’unico mezzo per fare un raffronto tra i due domini (torrent.cd e torrentz.cd) è stato quello di individuare la percentuale di utenti italiani, rispetto al traffico dei singoli paesi, prima e dopo l’inibizione, per verificare se vi fosse un calo di popolarità in Italia.
Ebbene gli utenti Italiani sul portale, in proporzione al calo mondiale sono aumentati, passando appunto da una percentuale di 4% al 7 % sul traffico mondiale del sito, segno che nel declino generale del sito, il sito è divenuto più popolare di prima in Italia, grazie, ritiene lo Studio, all’effetto traino pubblicitario operato dalla FPM e dall’AGCOM.
Dati in libertà.
Il Consigliere delegato della FIMI, opera poi una serie di affermazioni che non sono, diversamente da quanto fa la ricerca del Prof Clemente, ( o, almeno cosi sembra) suffragate da alcun dato dimostrabile.
Mazza parla di link inibiti di 5 milioni di opere.
Su quali portali? Da chi?
Difficile dire che siano i link dei portali segnalati dalla FPM.
Come abbiamo visto, I link, ad esempio quelli su limetorrents o demonoid o anche torrentdownload, solo per stare a quelli segnalati dalla sua Associazione, sono tutti disponibili, su Google, ed attraverso il sito dell’Autorità
Per sostenere questo Mazza avrebbe dovuto mostrare evidenze documentali in grado, come avviene in tutti i procedimenti scientifici, di suffragare i propri risultati contrari.
Mazza riporta invece dati senza fonte.
Disponibili a discutere pubblicamente se vi sono altri Studi, è questo però il momento di tirarli fuori, altrimenti rimangono valide le asseverazioni di un Ricercatore che ha mostrato gli Studi da cui ha tratto le Sue convinzioni, il Procedimento, le fonti, le comparazioni e la metodologia.