“Una complessa strategia escludente che ha determinato, attraverso la pervicace affermazione di un monopolio non supportato dalla normativa, la compromissione del diritto di scelta dell’autore e la preclusione all’offerta dei sevizi di gestione dei diritti d’autore da parte dei concorrenti”. Così l’Autorità Antitrust spiega le motivazioni che l’anno portata ad accertare l’abuso di posizione dominante di Siae, “almeno dal primo gennaio 2012”, come recita il provvedimento varato dall’authority il 25 settembre e oggi pubblicato nella sua versione definitiva. Nell specifico l’Agcm ha verificato “una pluralità di condotte complessivamente finalizzate a escludere i concorrenti dai mercati relativi ai servizi di gestione dei diritti d’autore non inclusi nella riserva originariamente prevista dall’art. 180 della legge sul diritto d’autore, nonché a impedire il ricorso all’autoproduzione da parte dei titolari dei diritti, garantita dall’articolo 180, comma 4, dello stesso testo”.
“Sebbene accompagnato da una sanzione simbolica di 1.000 euro, è un provvedimento che non trova giustificazione nelle norme”: questo il primo commento di Mogol. “Leggeremo e valuteremo con grande attenzione il testo – prosegue il presidente della Società Italiana degli Autori ed Editori – Siae è certa di poter dimostrare che nessuna violazione o abuso abbia avuto luogo e che il suo operato è stato sempre rispettoso della Legge sul diritto d’autore e delle norme in generale, anche in materia di concorrenza. La Società Italiana degli Autori ed Editori ha mantenuto negli anni una leadership soprattutto grazie alla propria capacità di fornire servizi innovativi, conquistando la fiducia dei propri associati e degli utilizzatori dei suoi repertori”.
Quattro i cardini su cui si basa la decisione dell’Antitrust. Si parte dal fatto che Siae ha “imposto vincoli nell’offerta di servizi diversi tali da ricomprendere nel mandato relativo allo svolgimento dei servizi rientranti nella riserva legale esclusiva vigente fino al 15 ottobre 2017 anche servizi suscettibili di essere erogati in concorrenza, ostacolando la libertà dei titolari del diritto d’autore di gestire i propri diritti al momento dell’attribuzione, della limitazione o della revoca del mandato”. In secondo luogo, secondo quanto accertato dall’authority, c’è “l’imposizione di vincoli volti ad assicurare alla Siae la gestione dei diritti d’autore dei titolari non iscritti alla Siae, anche persino là dove questi ultimi avevano espressamente manifestato la volontà di non avvalersi dei servizi da essa erogati”. A seguire l’Agcm cita “l’imposizione di ostacoli nella stipulazione da parte degli utilizzatori – in particolare, emittenti TV nazionali e organizzatori di concerti live – di altri contratti di licenza d’uso delle opere con i concorrenti della Siae”, e infine “l’esclusione dei concorrenti dai mercati relativi alla gestione dei diritti d’autore di repertori esteri”.
Come conseguenza di questo accertamento l’Antitrust ha ordinato a Siae di “porre immediatamente fine ai comportamenti distorsivi della concorrenza accertati e di astenersi in futuro dal porre in essere comportamenti analoghi”. A questo si aggiunge una sanzione simbolica di mille euro, “in ragione del contesto entro cui si è realizzata la complessa strategia escludente accertata e, in particolare, il fatto che le condotte abusive sono state realizzate dalla Siae in mercati caratterizzati da una stretta contiguità con gli ambiti coperti dalla riserva vigente fino al 15 ottobre 2017, nonché della specificità e complessità della fattispecie di cui si tratta”.