“In Italia serve una legge organica che vada a riformare tutto il mercato dei diritti d’autore. La Decisione dell’Antitrust in merito alla Siae segna un punto di svolta nel percorso di liberalizzazione. Ora però vanno trovate le soluzioni migliori in grado di favorire prima di tutto autori ed editori”. Lucian Matteo Beierling, Product & Customer Success Manager di Soundreef – la società che è riuscita a farsi strada in un contesto monopolizzato dalla Siae scardinando una “consuetudine” più che mai consolidata – accende i riflettori su uno scenario in evoluzione che deve ancora trovare il suo nuovo equilibrio.
“Ci aspettiamo che il governo intervenga già con con un emendamento al decreto fiscale”, auspica Beierling sottolineando che “Soundreef è a disposizione per discutere e contribuire alla messa a punto di una normativa adeguata”, con particolare riferimento alla proposta di legge presentata dal deputato 5Stelle Sergio Battelli.
Beierling, quanto la tecnologia fa la differenza nella gestione del diritto d’autore ai tempi del web?
Se osserviamo come è cambiato il modo in cui viene creata e fruita la musica negli ultimi 10-15 anni la chiave di volta è sempre la tecnologia e l’innovazione che ha portato. Storicamente la gestione dei diritti è stata lenta a reagire a questi cambiamenti ed è proprio per far fronte a questa esigenza che è nata Soundreef. I servizi che proponiamo sono sviluppati per dare una risposta tecnologica alle esigenze degli aventi diritto che hanno visto cambiare radicalmente il modo in cui viene utilizzata la propria musica con i servizi online che ormai dominano il mercato, a discapito dei download che fino a qualche anno fa sembravano il futuro, avendo a loro volta soppiantato le vendite fisiche di dischi musicali. È chiaro quindi come i cambiamenti siano repentini e solo proponendo servizi al passo con essi si possono soddisfare le esigenze degli autori ed editori. Soundreef lavora continuamente con questo obiettivo, puntando sulla rapidità delle rendicontazioni, sempre analitiche e la velocità nei pagamenti che avvengono ogni 90 giorni. Si pensi al servizio relativo a YouTube che ci permette di rendicontare mensilmente le visualizzazioni dei video in cui è stata utilizzata la musica dei nostri iscritti entro il 20 del mese successivo. Un altro esempio di come applichiamo la nostra mission concretamente è la rilevazione in real time dei passaggi radio e tv che è sempre disponibile nell’account di tutti gli autori ed editori Soundreef.
Come avete fatto a “scardinare” lo status quo?
Prima di lanciare Soundreef sul mercato ci sono voluti 10 anni di lavoro, portato avanti dai due fondatori Davide d’Atri e Francesco Danieli. Quando nel 2011 è nata Soundreef era già evidente la forza dirompente dell’avanzato livello tecnologico dei servizi. L’estrema professionalità del team e l’affidabilità dei servizi stessi servizi hanno portato il network di artisti Soundreef a una crescita costante e oggi contiamo oltre 32.000 autori ed editori nel mondo, di cui 18.000 stranieri e 14.000 italiani.
Quanto investite in innovazione?
La maggior parte degli investimenti è volto allo sviluppo tecnologico e quindi a ricerca e sviluppo. Anche l’ultimo aumento di capitale ha come obiettivo investimenti sulla tecnologia, che rimane il nostro punto di forza.
L’avvento del blockchain può davvero rappresentare una svolta in quanto a tutela del dato? Cosa cambia sostanzialmente?
La blockchain è una tecnologia interessante che propone diverse possibilità di innovazione anche nell’industria musicale. L’entry point al quale abbiamo lavorato in questi mesi è il processo di notarizzazione con blockchain che permette di certificare l’esistenza di un brano in un dato istante applicandovi un timestamp nel momento in cui viene scritto l’hash del file in questione sulla blockchain. I due vantaggi principali di questo approccio sono il registro su cui avviene il processo di notarizzazione che non è in capo ad un singolo ente ma è distribuito, decentralizzato e immutabile, fattore che ne aumenta esponenzialmente la sicurezza in quanto per poter “modificare” il dato andrebbero attaccati con successo la maggioranza dei nodi che hanno contribuito alla validazione delle transazioni presenti nei blocchi. Il secondo è la possibilità di poter verificare in maniera indipendente e da una terza parte che l’hash relativo al file depositato è stato marcato temporalmente nel momento effettivamente dichiarato da Soundreef.