Disney sfiora i 221 milioni di abbonati sui servizi di video streaming, registrando un aumento di 14,4 milioni di unità che nel trimestre compreso tra aprile e giugno le consente lo storico sorpasso su Netflix. La perdita di un milione di sottoscrizioni nel secondo trimestre del 2022 ha infatti portato l’ex leader di mercato a contare “solo” 220.7 milioni di iscritti, mentre Disney ha potuto vantare un incremento sostanzioso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno su tutti i servizi di streaming del gruppo, che includono Hulu ed Espn+: soltanto per Disney+ il tasso di crescita è stato pari al 31%, grazie soprattutto alle nuove adesioni sul mercato internazionale.
Risultati di gruppo oltre le attese
La crescita delle attività streaming riflette le buone performance del gruppo nel complesso: Disney ha registrato un fatturato di 21,5 miliardi di dollari nei tre mesi fino al 2 luglio, in aumento del 26% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre l’utile per azione è stato di 1,09 dollari, risultati entrambi superiori alle attese degli analisti, che avevano previsto guadagni rettificati di 97 centesimi per azione su un fatturato di 20,99 miliardi di dollari. Disney ha affermato che le vendite nel segmento dei parchi, delle esperienze e dei prodotti sono cresciute fino a 7,39 miliardi di dollari, il 70% in più rispetto ai 4,34 miliardi di dollari dell’anno precedente, merito soprattutto della fine delle restrizioni dovute all’emergenza pandemica.
Aumentano i prezzi per gli abbonati che non vogliono spot pubblicitari
Contestualmente ai risultati Disney ha comunicato un aumento dei prezzi chi vuole guardare Disney+ senza pubblicità. I rincari sono legati a un nuovo livello di servizio che Disney lancerà a dicembre per gli abbonati statunitensi. Il servizio di base Disney+ oggi costa 7,99 dollari al mese. A partire da dicembre, il servizio di base introdurrà annunci pubblicitari, quindi un abbonato che non desidera vedere gli spot dovrà passare a un contratto premium, che parte da 10,99 dollari al mese. Si tratta di un aumento del 38% rispetto ai prezzi attuali.
“Ci aspettiamo che l’opzione con la pubblicità sia molto popolare e che alcuni utenti preferiscano rimanere senza pubblicità”, ha affermato Christine McCarthy, Chief Financial Officer, in una teleconferenza con gli analisti. Il piano di streaming più economico di Netflix negli Stati Uniti è ora di 15,50 dollari al mese e il suo piano top di gamma è di 20 dollari al mese.
L’outlook per il 2024 rivisto al ribasso
Nonostante il quadro generale più che positivo, la società ha abbassato le sue previsioni a lungo termine per le sottoscrizioni sui servizi di video streaming. L’outlook aggiornato ipotizza un ventaglio di abbonati che va dai 215 milioni ai 245 milioni, in calo di 15 milioni di unità sia nella fascia bassa che nella fascia alta della precedente guida dell’azienda, che per l’anno fiscale 2024 puntava ad avere da 230 milioni a 260 milioni di utenti. McCarthy ha precisato che gli abbonati Disney+ dovrebbero essere compresi tra 135 milioni e 165 milioni entro la fine del 2024, in gran parte in linea con le precedenti previsioni dell’azienda, quando affermava che il core Disney+ dovrebbe rappresentare dal 60% al 70% del totale clienti. Il gruppo ha comunque riaffermato la sua aspettativa che Disney+ diventerà redditizia entro la fine del prossimo esercizio (i servizi di streaming del colosso dell’entertainment hanno infatti perso 1,1 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre).