Angela Erika Giannotti e Alessandro Innocenti vincono la Disruptor Challenge di University2Business. Giannotti 25enne di Trani (BT), studentessa di Ingegneria Edile e Architettura al Politecnico di Bari, ha ritirato il premio assoluto Best Business Idea per il progetto nell’ambito dell’energia “Puc Device – Portable User Code Device” che consente all’utente di spostare il proprio contratto di utenza ogni volta che cambia domicilio attraverso un dispositivo personale, nominale, trasportabile e identificabile con un Codice Utente unico e immutabile, che abilita la fornitura elettrica attaccandolo al contatore elettronico dell’energia e la disabilita scollegandolo.
Innocenti, 23enne di Bollate (MI), studente di Ingegneria Energetica al Politecnico di Milano, ha ritirato il premio Best Future Vision come autore del miglior progetto nell’ambito Work, con un articolo che analizza l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro, indagando quali categorie di lavoratori potrebbero essere sostituite dai robot, quali opportunità si aprono per chi verrà rimpiazzato e quali sfide attendono le persone che svolgono professioni altamente qualificate e non immediatamente sostituibili.
La Disruptor Challenge è la competizione multi-settoriale sui temi caldi dell’innovazione digitale rivolta a studenti universitari e neolaureati, organizzata da University2Business, la piattaforma del Gruppo Digital360 che facilita l’incontro fra gli studenti universitari e il mondo delle imprese in un Paese che si colloca al penultimo posto in Europa per numero laureati: solo il 26,9% degli italiani tra 30 e 34 anni possiede una laurea, contro il 39,9% della media Ue, e appena il 18,7% dei 25-64enni, poco più della metà rispetto alla media europea (31,4%). L’Italia inoltre denota un ritardo nelle competenze digitali: secondo l’ultima ricerca di University2Business il 42% degli universitari italiani ha un approccio passivo al mondo digitale e scarsa sensibilità imprenditoriale, il 64,8% non ha mai sentito parlare di Internet of Things o Big Data e solo il 19% ritiene che le tecnologie digitali possano favorire lo sviluppo di modelli di business innovativi.
Ai campioni di questa edizione è stato consegnato anche un premio di 2mila euro ciascuno. I due giovani vincitori si sono imposti fra i dieci finalisti che si sono affrontati nel corso dell’evento conclusivo della competizione, che si è tenuto venerdì 25 gennaio presso PoliHub, l’incubatore universitario del Politecnico di Milano: un finalista per ognuno dei dieci contest in cinque diversi ambiti in cui è articolata l’iniziativa. La competizione è stata organizzata in collaborazione con Accenture per l’ambito Human & Machine Interaction, Enel per l’ambito Energia, Generali Italia per l’ambito Assicurazioni, GI Group per l’ambito Work, Telepass per l’ambito Smart Mobility e Facebook in qualità di social media partner. Per ogni ambito i giovani candidati hanno presentato una “business idea” in cui mettere in luce la propria inclinazione imprenditoriale oppure un articolo visionario che rispondesse alla specifica challenge “future vision”.
“Gli studenti universitari e i giovani neolaureati saranno i futuri protagonisti della rivoluzione digitale che sta trasformando tutti i settori e i mercati, ma non sempre sono consapevoli di queste opportunità o hanno le giuste competenze per sfruttarle – spiega Andrea Rangone, ceo di Digital360 -. La capacità di utilizzare tecnologie digitali farà la differenza per lavoratori e imprese di ogni settore: per i soli data scientist nel mondo nei prossimi anni si stimano 2,7 milioni di occasioni di lavoro. Il ritardo del mondo educativo rischia di incidere pesantemente sulla competitività del Paese. Abbiamo organizzato la Disruptor Challenge per stimolare la cultura imprenditoriale e digitale degli studenti italiani, per dare voce ai migliori giovani di talento e visibilità alle idee innovative più brillanti. Sono molto orgoglioso dei ragazzi che hanno partecipato alla competizione, che hanno presentato progetti di business efficaci e idee visionarie che analizzano temi di grande dibattito da punti di vista nuovi e stimolanti”.
Ecco gli altri progetti finalisti
Emanuele Zuani, 23enne di Legnaro (PD), studente di Ingegneria Gestionale all’Università di Padova, è il vincitore nell’ambito Smart Mobility, nella categoria “Business Idea”, per il progetto Telepass 2.0 che punta a gestire i dati raccolti dalla piattaforma Telepass con un sistema di intelligenza artificiale che impara dal comportamento degli utenti per offrire un servizio migliore e più in linea con le esigenze dell’utenza.
Amir Navab Irani, studente di Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano, è il secondo premiato nell’ambito Smart Mobility, nella categoria “Future Vision”, per un articolo sul futuro del car sharing, in cui immagina un servizio basato su veicolo a guida autonoma accessibili attraverso parametri biometrici (come le impronte digitali o la scansione oculare) e gestibili con una super App che integra un servizio di mobile wallet per i pagamenti digitali.
Cinzia Celeri, 21enne di Costa di Mezzate (BG), studentessa di Ingegneria Gestionale all’Università degli Studi di Bergamo, è la vincitrice nell’ambito Human & Machine Interaction, nella categoria “Future Vision”, per un articolo che immagina di poter utilizzare sistemi di intelligenza artificiale e machine learning per contrastare i pregiudizi e ricalibrare le decisioni durante le interazioni con le persone.
Davide Maria Giacomini, 22enne di Milano, studente di Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano, è il secondo premiato nell’ambito Human & Machine Interaction, nella categoria “Future Vision”, per un articolo sui legami fra innovazione tecnologica attraverso l’intelligenza artificiale e livello di inclusione sociale. I sistemi di intelligenza artificiale possono contribuire a creare una società più aperta, inclusiva e benestante, che a sua volta realizzerà applicazioni di AI in linea con questi principi, in un circolo virtuoso che lega strettamente innovazione tecnologica e sociale.
Alessandro Innocenti, 23enne di Bollate (MI), studente di Ingegneria Energetica al Politecnico di Milano, è risultato anche l’autore del secondo miglior progetto nell’ambito Energia, con la “Business Idea” Spegny. Si tratta di coinvolgere i consumatori nel mercato dell’energia incentivandoli a consumare di meno, risparmiando, e a vendere sulla rete l’energia non utilizzata. Una App per smartphone invia notifiche per chiedere lo spegnimento dei carichi ed riceve i pagamenti per l’energia reimmessa nella rete, abilitati dalla tecnologia blockchain attraverso smart contract per transazioni immediate.
A pari merito con Alessandro Innocenti nell’ambito Work si è piazzato Alessandro Giommi, 22enne di Pesaro (PU), studente di Ingegneria Informatica e dell’Automazione all’Università Politecnica delle Marche, con una “Future Vision” che analizza l’evoluzione del ruolo delle soft skills nel mondo del lavoro, da elemento marginale nei curriculum dei candidati a fattore determinante nella scelta delle persone da inserire in azienda.
Emanuele Pastore, 22enne di Atena Lucana (SA), studente di Amministrazione, Finanza e Controllo Aziendale all’Università degli Studi di Pavia, è il vincitore nell’ambito Assicurazioni, nella categoria “Business Idea”, per il progetto Insutrust. Insutrust sfrutta le tecnologie Internet of Things e Blockchain per proporre un prodotto assicurativo personalizzato sulla base del rischio geografico e soggettivo a cui l’utente è sottoposto in tempo reale durante il suo utilizzo. Un sistema IoT installato sulla vettura permette di raccogliere e trasmettere dati sul rischio geografico a cui è soggetto l’utente, mentre la blockchain consente di decentralizzare il sinistro e assicurare anche le clausole contrattuali oggi ritenute poco affidabili.
Francesca Carta, 23enne di Madrid, studentessa di International Management all’University of Bath, è la vincitrice nell’ambito Assicurazioni, nella categoria “Future Vision”, per un articolo che delinea l’evoluzione del mondo del lavoro nel 2025, in termini di relazioni fra scuole e imprese, riduzione del gender gap, diminuzione dell’orario quotidiano di lavoro e nuovi modelli di lavoro, come lo smart working.