Fino a 500mila computer in tutto il mondo, oltre 26mila in Italia, potrebbero restare offline in una giornata che rischia di essere ricordata come una sorta di lunedì nero del web. L’allarme riguarda i pc infettati dal virus “Dns Changer”, fino ad ore collegati alla rete grazie ad un server temporaneo messo a disposizione dall’Fbi, ma che verrà spento proprio oggi, mettendo a rischio migliaia di computer in diversi Paesi, tra cui circa 69mila computer negli Stati Uniti, quasi 20mila in Gran Bretagna.
Intorno alle 19,00 nessun aggiornamento catastrofico sull’effetto del malware. Secondo quanto riportato dalla Bbc, lo spegnimento dei server provvisori da parte dell’Fbi non dovrebbe avere alcun tangibile effetto per coloro che sono stati colpiti dal virus. Anche perché nel momento in cui il pc fosse oscurato non ci sarebbe molto altro da fare se non contattare il proprio provider per chiedere aiuto. Secondo il sito specializzato ZdNet, in caso di infezione nessuno se ne accorgerà se non la vittima.
Il virus è stato creato per truffare gli utenti, convertendo i nomi dei siti web in indirizzi IP e viceversa, interferendo con il sistema Dns, dirottando il traffico verso siti illegali e compromettendo la sicurezza del computer. Un utente insomma clicca su un sito per usufruire dei servizi, ma il virus lo conduce a sua insaputa su pagine false da cui si possono rubare i dati personali.
Sette hacker sono stati arrestati in Russia per aver creato il Dns ed estradati negli Usa. L’Fbi, per consentire agli utenti di navigare, aveva reindirizzato il loro traffico su server ‘puliti’. Ma questi server saranno spenti proprio oggi e chi non ha provveduto ad eliminare il virus dal suo computer rischia di rimanere senza connessione. Il consiglio dell’Fbi è fare un check-up del proprio pc andando sul sito www.dcwg.org, clicccando sul Paese di interesse, aspettando il controllo del computer. Si consiglia poi di utilizzare gli strumenti che lo stesso sito mette a disposizione per ripulire il pc dall’eventuale infezione.
Le stime sui pc che potrebbero essere infettati variano in un range compreso fra 300mila, secondo il Guardian, e 500mila, secondo il sito specializzato MailOnline. Secondo quanto riferito da Paul Vixie, presidente e fondatore dell’Internet Systems Consortium (Isc) che fino ad oggi ha gestito i server temporanei per conto dell’Fbi, sono 650mila le macchine che sono state intrappolate nella rete degli hacker dalla scoperta del virus nel novembre scorso. Da allora il numero di computer infetti si è ridotto a 275mila pc.