Scoppia la “guerra del vino” tra Usa e Ue. Dalla vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes, responsabile dell’Agenda digitale, è arrivato un secco no ai nuovi domini Internet .wine, .vin e simili senza la protezione delle indicazioni geografiche. Lo ha fatto attraverso una lettera inviata nei giorni scorsi all’Icann, organismo incaricato della concessione dei nuovi nomi di dominio in Internet, finora a guida statunitense, che però ha avviato da alcuni mesi le procedure verso un cambio di governance per il passaggio da un modello Usa-centrico a uno multistakeholder. E oggi è sceso in campo anche il governo italiano, ribadendo il concetto già espresso dalla Kroes: anche il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha inviato una lettera all’Icann per chiedere che “online siano garantiti gli stessi livelli di protezione che esistono offline”, aggiungendo che “non si tratta di una materia solo commerciale ma che attiene ai temi di pubblico interesse”.
L’assegnazione di “.wine” e “.vin” è stata richiesta all’ente no profit con sede in California da quattro companies con sede in Usa, Irlanda e Gibilterra che non appartengono al settore vitivinicolo, allo scopo di commercializzarli. Di fatto chiunque potrebbe impossessarsi, dietro pagamento, di nomi di dominio contenenti indicazioni geografiche come brunello.wine e bordeaux.wine. E questi potrebbero essere acquistati anche da aziende che non hanno nulla a che fare con queste marche o con la denominazione indicata.
“Il governo italiano teme che il fallimento di Icann nel tenere nel dovuto conto l’interesse pubblico – si legge nella lettera di Giacomelli – potrebbe minare la fiducia nella vostra organizzazione e il nostro tentativo di preservare e rafforzare l`attuale modello di governance di Internet”. Le clausole di salvaguardia sull’utilizzo dei nuovi suffissi adottate dal Gac di Pechino e appoggiate da Icann “non sono sufficienti” a impedire potenziali violazioni della legislazione europea sulle indicazioni geografiche e denominazioni d’origine.
Nel Consiglio europeo delle telecomunicazioni del 6 giugno scorso l`Italia aveva sollecitato, insieme con Francia e Spagna, un`iniziativa comune in questa direzione da parte del commissario europeo all`Agenda digitale Neelie Kroes.
Il 17 giugno è appunto stata resa pubblica la missiva della Kroes, nella quale il Commissario ha precisato che Bruxelles si pone “seri interrogativi sulla qualità della governance di questo tipo di istituzione che, anche se lavora con dei privati, ha un impatto importante sull’economia a livello internazionale”.
Come ha confermato all’agenzia di stampa italiana Ansa Dacian Ciolos, commissario Ue all’Agricoltura, le iniziative della Kroes hanno pieno supporto a livello delle istituzioni europee e la stessa vicepresidente della Commissione Ue solleverà la questione dei domini Internet alla prossima riunione dell’Icann che si terrà a Londra dal 22 al 26 giugno. “Siamo preoccupati”, ammette Ciolos. “Ora la problematica supera la questione legata ai domini nel settore del vino. Visto il comportamento dell’Icann, ci interroghiamo sull’efficacia del funzionamento di questo sistema”.
Sulla questione dei domini nel settore del vino a far pressione è stata in particolare la Francia, che ha minacciato addirittura di bloccare le trattative per l’accordo transatlantico con gli Stati Uniti (Ttip) se non saranno tutelate le indicazioni geografiche, ma la questione interessa da vicino anche l’Italia e la Francia conta proprio sul nostro supporto e sul semestre di presidenza italiano dell’Unione europea, che inizia il 1 luglio, per far valere le ragioni delle aziende europee in merito ai domini Internet .wine e simili.