Nel 2014 l’economia collaborativa ha fatto il suo ingresso nell’agenda di lavori sull’innovazione nella PA. In occasione della consultazione sulla Riforma Madia-Renzi, il FoGG – Future of Government Group coordinato da Forum PA ne aveva fatto un punto cardine della sua “proposta per la Rivoluzione PA” e il lavoro di advocacy sembra ad oggi continuare su più fronti. Ma perché la sharing economy, al di là dei tormentoni del momento, è intimamente legata alla PA e alla sua riforma? Ne parliamo con Gianni Dominici, direttore generale Forum PA.
Dominici. la riforma della PA può essere occasione per la diffusione della sharing economy ?
Mi viene da dire il contrario. La sharing economy può essere un’occasione per la riforma della PA. La riforma Renzi-Madia, nell’impostazione iniziale, è una riforma che ottimizza la PA che già conosciamo mentre manca quel nuovo modo di intendere la PA quale partner dei diversi attori attivi a livello nazionale e territoriale.
In che senso PA come partner?
La PA così come è oggi non è in grado di rispondere alla domanda articolata di diversi interlocutori. C’è bisogno di un cambio di paradigma che metta al centro il cittadino come portatore di competenze, soluzioni e risorse, non solo di bisogni. La sharing economy può rappresentare quel cambiamento economico e sociale che pone le basi per costruire un nuovo rapporto PA-cittadino.
Ci sono esempi?
Si, tutti i casi in cui un’amministrazione ha riconosciuto il proprio ruolo di facilitatore. Penso al regolamento sull’amministrazione condivisa di Bologna, o agli esperimenti sull’open data di Firenze, o ancora all’esperimento di Mantova per la costruzione condivisa dei processi di sviluppo territoriale.
Come la mettiamo se in campo ci sono business che mettono in crisi sistemi tradizionali?
La logica che porta avanti la sharing economy è che alcuni servizi possono nascere come incontro tra domanda e offerta e che, in questo incontro, la domanda è disposta a “pagare” per ottenere un servizio che reputa migliore del corrispettivo tradizionale. La spinta economica è un acceleratore per la costruzione di nuove partnership pubblico-private che funzionino meglio di quelle a cui siamo abituati. Tutto sta nel riconoscere, ad esempio, che il car sharing è un servizio pubblico a tutti gli effetti, ma offerto da privati.
La sharing economy è un’occasione per il mercato Ict?
L’Ict è alla base di tutto il modello socio economico della sharing economy. Approcci basati sulla cooperazione e la collaborazione sono sempre esistiti solo che erano alla base di società piccole, semplici e certamente non complesse come la nostra. Nessuno di questi servizi che hanno rivoluzionato il nostro modo di relazionarci ai consumi sarebbe potuto esistere senza il concetto di piattaforma. Il modello commerciale di Airbnb.it o Tripadvisor si è potuto sviluppare fino ad esplodere grazie alle piattaforme Ict che ne stanno alla base. Quindi Ict e competenze informatiche sono strumenti fondamentali per questo tipo di percorso.
Come si inserisce Forum PA in questo percorso?
Forum PA da anni cerca di portare avanti un lavoro di individuazione e diffusione di modelli per un governo diverso. ConFoGG il nostro gruppo di discussione e advocacy, proponiamo approcci innovativi di amministrazione: la sharing economy come anche l’amministrazione condivisa o l’innovazione sociale sono tra questi modelli. L’obiettivo per i lavori a Forum 2015, in programma dal 26 al 28 maggio, è iniziare a operazionalizzare i concetti alla base di questi modelli, cioè trasformarli in percorsi operativi da mettere a disposizione della PA.
Qualche esempio?
L’esempio più recente è il Toolkit per i territori collaborativi, avviato in collaborazione con OuiShare e che proviamo a portare sui territori per trovare amministrazioni disposte a condividere l’approccio politico e a mettere in campo azioni concrete. Stessa cosa stiamo facendo sul tema dell’open government con Openpolis diffondendo le piattaforme OpenMunicipio e Openbilanci. Forum PA 2015 sarà l’occasione di coagulazione e confronto di esperienze in atto, per questo stiamo progettando nuovi format di lavoro.